Ecco perché gli imperialisti odiano Putin

Ecco perché gli imperialisti odiano Putin

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Il Simplicissimus

 

La grottesca farsa della spia russa che corrompe un ufficiale italiano per farsi dare notizie che compaiono su Wikipedia, messa in piedi artificialmente per assicurare Biden che l’Italia non si sottrarrà al dovere di azzannare Putin – si sa che Draghi ci tiene particolarmente ad essere servo e a mostrarlo – riporta in primo piano l’ossessione antirussa della Casa Bianca, così forte e irrazionale da aver causato lo stretto coordinamento tra Mosca e Pechino che sta diventando un  ostacolo insormontabile per gli Usa. Certo le elite americane sono  ormai di una mediocrità straordinaria e vengono guidate dall’odore del sangue come gli squali  tuttavia l’odio antirusso con tutta la sua virulenza è davvero inspiegabile e precede di molto le vicende della Siria o dell’Ucraina nelle quali Putin ha reagito con determinazione umiliando la tracotanza americana. Le ragioni profonde non appartengono a questo secolo, ma  risalgono al crollo dell’Unione sovietica, quando gli Stati Uniti e con essi il codazzo degli ascari europei che al tempo contavano ancora qualcosa, si illusero di aver spezzato per sempre la potenza russa ed erano certi che quell’ubriacone di Elstin, un burattino incapace, avrebbe trasformato l’Urss in sorta di Polonia un po’ più grande. Erano così convinti di aver vinto la guerra fredda che furono persino coniate medaglie a ricordo dell’avvenimento: da allora in poi – si dicevano – le immense risorse russe sarebbero state a disposizione degli speculatori occidentali creando .un territorio senza leader, senza cultura e  senza storia il cui unico scopo sarebbe quello di fornire risorse per l ‘”Occidente trionfante”.

Poi è arrivato Putin, un personaggio praticamente sconosciuto in occidente  e ha immediatamente invertito la rotta della Russia verso il baratro. In primo luogo, ha affrontato le due minacce più urgenti, gli oligarchi e l’insurrezione wahabita nel Caucaso, con una velocità e una determinazione che ha sbalordito e che per di più prescindeva totalmente dal chiedere il permesso dell’impero che peraltro aveva creato i problemi a cui il leader russo ha fatto fronte. Così l’Occidente è entrato in una sorta di shock che ha via via dato origine a una frenesia russofobica che non si vedeva dai tempi del regime nazista in Germania. La stupidità assoluta di questo atteggiamento non ha affatto logorato il leader russo, anzi ha risvegliato l’orgoglio della nazione che si è sentita circondata e ha fatto di Putin uno degli uomini simbolo della rinascita. Rinascita che ha attraversato la fine degli anni 90 ed è proseguita nel primo decennio di questo secolo senza dare troppo nell’occhio fino a che nel 2013 la Russia è “tornata”: in quell’anno ha fermato l’ attacco Usa – Nato alla Siria (qui il pretesto erano le armi chimiche siriane). Nel 2014 ha dato il suo sostegno alla rivolta del Donbass contro il regime ucronazista a Kiev, nello stesso anno ha usato i suoi militari per consentire alla popolazione della Crimea di votare su un referendum per unirsi alla Russia . Infine, nel 2015, la Russia ha sbalordito l’Occidente con un intervento militare estremamente efficace in Siria . Quasi all’improvviso gli Usa si sono trovati di fronte a una macchina militare molto efficiente, ad armi del tutto nuove e spesso molto più performanti di quelle occidentali rimaste al palo grazie a un senso di onnipotenza mal riposta e a un personaggio che non ha la minima intenzione di piegarsi, anche se fa sfoggio di prudenza,

Dunque la russofobia si è in seguito auto  alimentata ad ogni passaggio e non c’è dubbio che essa abbia raggiunto l’acme dopo che Big Pharma è stata battuta sul tempo proprio nel campo di gioco della pandemia che essa stessa aveva finanziato, con l’arrivo del vaccino russo in anticipo su quelli occidentali, Certo si è tentato di scalfire il prestigio di Putin con storiacce palesemente inventate ( tanto ormai gli occidentali si bevono qualunque cosa) e infine cercando di mettere tra le ruote di Putin un truffatore nazista e prezzolato da Washington come Navalny, sperando di intimidirlo sul piano interno: ma proprio nell’ultimo mese sia Mosca che Pechino hanno replicato senza mezzi termini trasformando i loro accusatori in imputati. Di qui la rabbia di Biden che ha accusato il leader russo di essere un assassino, probabilmente su suggerimento della cricca che lo telecomanda e che è ancora più senile di lui:  siccome l’occidente non può fare una guerra senza venire completamente distrutto, allora si procede con provocazioni sempre più gravi( offese, manovre militari, sostegno all’esercito ucraino, guerriglia in Siria)  per vedere qual é il punto di rottura e il tutto sempre dentro una logica razzista, quella naturale della cultura anglosassone, per cui tutti gli altri sono considerati carne da cannone sacrificabile. Adesso si utilizza la nazi Ucraina, strappata con la forza al potere legittimo e ridotta a un  guscio vuoto, salvo per l’esercito rifornito continuamente di armi per minacciare il Donbass e la Crimea con una sorta di guerra totale. Ma si deve fare in fretta perché l’Ucraina sta cadendo a pezzi così velocemente che si potrebbe avviare un intero sito web che monitora la caduta , non giorno dopo giorno, ma ora dopo ora.

Tuttavia la pressione su Putin per vedere fino a che punto si può tirare la corda sembra avere l’effetto di dividere l’occidente più che indebolire il leader russo e questo lo si può intuire dalla videoconferenza tra Putin, Macron Merkel in assenza di rappresentati ucraini: chissà magari i carolingi si rendono conto che la cricca americana al potere si potrebbe illudere di aprire un conflitto in Ucraina senza che questi si allarghi dovunque. Sono le illusioni di dementi accecati dal potere, dopo essere riusciti a ingannare i propri stessi cittadini con la pandemia, vivono essi stesi in un sorta di irrealtà.

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