Ennio Bordato nel Donbass: “Facciamo rinascere Mariupol”
di Eliseo Bertolasi
Con la fine della battaglia di Mariupol, i russi si sono messi immediatamente all’opera per far risorgere la città. Si vedono ancora tracce dei precedenti combattimenti, ma, in realtà, molto è stato già ricostruito.
Letteralmente sono sorti interi quartieri con complessi abitativi nuovi e moderni, altri sono in fase di costruzione. Le strade sono state sgomberate dalle macerie, riparate, tra le vie si osservano tante persone e il consueto traffico urbano, i mezzi di trasporto sono stati ripristinati, anche la stazione ferroviaria ricostruita ha ricominciato ad operare, per ora verso una solo destinazione: Volnovakha, a breve si prevedono collegamenti con Donetsk e chissà! Si spera presto anche con Mosca.
In questo periodo le vie della città sono un tripudio di bandiere della Russia e della Repubblica Popolare di Donetsk (ora soggetto della Federazione Russa). Da poco è stato festeggiato il 9 maggio, il “Giorno della Vittoria”, quest’anno con un’enfasi particolare per l’80° anniversario della Grande Vittoria sul nazismo “1945 – 2025”.
L’occasione di questo viaggio è stata la prima visita di Ennio Bordato nel Donbass: Donetsk e Mariupol per la consegna, a Mariupol, il giorno 14 maggio, di due presidi medici per la neonatologia.
Ennio Bordato (nella foto di copertina) presidente della ODV “Aiutateci a salvare i bambini” ha iniziato a prestare il suo aiuto ai bambini più bisognosi del Donbass già dal 2014 realizzando tutta una serie d’interventi mirati a Donetsk, Gorlovka e a Khartsyzk. Da tre anni, dopo la fine dei combattimenti anche a Mariupol: “Abbiamo consegnato la quarta partita di attrezzature per la neonatologia di Mariupol. Il nostro rapporto con questa realtà, cioè la neonatologia dell’ospedale cittadino n. 2, l’unico reparto di neonatologia della città di Mariupol, è nato subito dopo la fine degli scontri bellici in città. Grazie a un’organizzazione di Rostov sul Don siamo riusciti a distribuire oltre cento kit di aiuto umanitario per i bambini che stavano uscendo letteralmente dagli scantinati, oltre a 35 kit umanitari per le neomamme, le puerpere che avevano partorito sotto le bombe nei rifugi del reparto di neonatologia.
Reparto di Neonatalogia ospedale di Mariupol
Da lì è nata l’idea di cominciare questo progetto che noi abbiamo intitolato “facciamo rinascere Mariupol”, si tratta di un segnale importante in una città che è il simbolo della tragedia, peraltro di due popoli: quello russo quello ucraino. Rinascita vuol dire far nascere la vita, ma anche far rinascere la vita della città. Quindi oggi siamo in Donbass.
Per la prima volta abbiamo incontrato personalmente la dottoressa Bunakova Svetlana con la quale fino ad ora avevamo solo un rapporto epistolare.
In precedenza, abbiamo consegnato: materassini in gel, fonendoscopi pediatrico-
natali, culle termoformate per neonati con relativi accessori, glucometri, bilirubinometri, pompe per infusione, monitor materno-fetali, apparecchi per lo screening audiologico dei neonati.
Noi intendiamo proseguire il nostro rapporto con questa straordinaria realtà che è questo reparto di neonatologia che serve Mariupol e dintorni, fino a Donetsk. Dal punto di vista territoriale serve un’area molto ampia.
Siamo molto soddisfatti, anche perché c’è stato detto che la gente di Mariupol è sempre più tranquilla riguardo alla situazione. Un dato significativo è che nascono sempre più bambini, ci sono donne al loro terzo, o quarto figlio. In questa realtà sta crescendo la natalità e questo per noi è fondamentale. Perché vuol dire che il nostro progetto contribuisce davvero a far rinascere Mariupol, sullo sfondo di una situazione umanitaria, quella del Donbass, che è veramente drammatica” – ha riferito Bordato.
Quartieri nuovi a Mariupol
La dottoressa Bunakova Svetlana Nikolaevna, facente funzioni primario
dell’ospedale cittadino n. 2 di Mariupol, ha aggiunto:
“Oggi è una giornata stupenda. Nell’ambito della nostra collaborazione quasi triennale con l’Associazione italiana di sostegno all’Infanzia “Aiutateci a salvare i bambini”, abbiamo ricevuto due tipi di attrezzature. Uno è una sonda speciale per un ecografo professionale, con il quale possiamo diagnosticare diverse patologie della gravidanza. Cioè, prima ancora che il bambino nasca.
Il secondo è pensato appositamente per dare assistenza ai neonati, affinché sia possibile effettuare loro delle iniezioni endovenose o delle manipolazioni. Ora disponiamo di questo dispositivo chiamato Veno-viser, che aiuta a rilevare le vene piccole e più impraticabili dei nostri piccoli pazienti.
Si tratta di un aiuto inestimabile, proprio come quelli precedenti, perché tra questi aiuti rientrano attrezzature uniche e fondamentali.
Grazie a questa apparecchiatura, i bambini dimessi dopo la nascita sono già stati
valutati quasi completamente, e questo è un aiuto molto importante. Desidero
esprimere la mia gratitudine speciale a Ennio e alla sua Associazioni, così come ai donatori italiani: non fanno distinzione su dove si trova il bambino, o quale sia la sua nazionalità, o la sua cittadinanza, è solo un bambino che ha bisogno di aiuto.
Su questo siamo in piena sintonia. Siamo molto contenti di avere tali amici in Italia, nonostante la distanza, nonostante la situazione piuttosto difficile che ci circonda, ma sono le azioni e i fatti a definire le persone.
Terzo componete della delegazione italiana anche il dottor Luigi Manna a cui vanno i plausi per il contributo scientifico.