Finito il "pericolo fascista". Cosa c'è dietro la riabilitazione mediatica di Giorgia Meloni?
La narrazione in Italia dei media è cambiata.
È evidente.
Da Otto e mezzo a In Onda, da Floris a Vespa, Giorgia Meloni presidente del Consiglio non rappresenta più il paventato "pericolo fascista", il ritorno al medioevo, la perdita di tutti i diritti civili.
"Il presidente Meloni è di destra ma è donna", ripete lo slogan della sinistra rosè degli apericena ZTL anche nei soliti talk show televisivi.
È finita la campagna elettorale e la narrazione mainstream sembra compatta nel far notare la rassicurante normalità di questo governo politico che "finalmente", essendo identitario, sancisce l'implementazione in Italia del modello di alternanza democratica occidentale dei più avanzati Paesi europei e degli USA.
È finita la campagna elettorale e la narrazione mainstream sembra compatta nel far notare la rassicurante normalità di questo governo politico che "finalmente", essendo identitario, sancisce l'implementazione in Italia del modello di alternanza democratica occidentale dei più avanzati Paesi europei e degli USA.
Ma guarda un po'.
Da "pericolo", la Meloni è diventata il segnale emblematico che l'Italia è democraticamente più vicina al modello del falso bipolarismo occidentale.
E, per di più, in perfetta continuità con il precedente governo tecnico Draghi, al quale "il presidente" Meloni ha offerto anche la parvenza di avere un'opposizione ufficiale.
Ma veramente la narrazione mediatica è cambiata da un giorno all'altro perché è cambiato il governo?
Servi del potere, qualunque esso sia, pronti a rassicurare cittadini e mercati rilevando ossessivamente la gattopardesca continuità?
O questa è solo una pre-narrativa?
Il fatto che il governo Meloni sia rappresentato come fortemente identitario di destra, (non più col trattino), nel "rispetto dell'alternanza democratica", è la premessa di una stagione di panegirici?
Vedremo anche Giorgia Meloni leccare un gelato senza sbrodolarsi e camminare sulle acque sul modello Draghistan?
Oppure tutta questa manfrina prepara una legittimazione dell'opposizione perdente "progressista e di sinistra", che oggi riesce a blaterare solo contro la sovranità alimentare, dimenticando via Campesina?
Di cosa parleranno i media di regime da oggi in poi, della spaccatura nella compagine di governo o di Berlusconi?
No, il palinsesto è un altro.
Riesumare una opposizione che oggi non esiste. Legittimare la "sinistra" (tra virgolette) in contrapposizione alla destra governativa.
E chissà che, poi, davvero, la sinistra non si riscopra pure pacifista e addirittura non si renda conto (in uno sprazzo di rigurgito di coscienza...) che in Italia esiste, oltre ai diritti civili, anche il diritto al lavoro e che c'è chi non riesce a pagare neppure l'affitto, il pane, le bollette...
Chi, in definitiva, non l'ha più votata. Una coscienza di classe, insomma.