Frame, spin e fake news su Draghi: come proteggerci?
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Lasciamo perdere giornalisti e politici. Pensiamo a come si comportano cittadini politicamente non attivi o attivi in posizioni di medio-basso livello. Le reazioni all'ipotesi di governo Draghi ci dicono che il materiale umano che abbiamo a disposizione non è preparato alla democrazia.
Il punto non è, ovviamente, il sostenere o meno l'ipotesi Draghi. Si può sostenere Draghi e qualunque altro personaggio di destra con consapevolezza di ciò che si sta facendo, e lo si può fare anche da sinistra. E sicuramente è sempre interessante discutere con persone consapevoli. Ma per la gran massa dei progressisti la questione è un'altra.
Le grandi masse agiscono sulla base di incompletezza informativa e rappresentazioni collettive. Il leitmotiv di queste ore è "Draghi non è Monti".
Ma in primo luogo quasi chiunque dica ciò non ha presente la storia politica di Draghi, nè ricorda il suo ruolo nel facilitare il governo Monti e ancor meno ha in mente il contesto e i discorsi che circolavano durante l'ascesa del governo Monti. E non ricordano queste cose perchè, verosimilmente, all'epoca erano troppo concentrati sulla dialettica Berlusconi vs. the rest per accorgersi di cosa stava accadendo al di fuori di quel frame.
Perchè appunto, è una questione di frame. E il frame base - o master frame direbbero i sociologi - del centro-sinistra è rimasto lo stesso dai tempi di Berlusconi: competenza e rispetto per le istituzioni contro demagogia. Tutto passa ancora di lì, e le opere di riconversione dell'immaginario sono state finora scarse e poco convincenti.
A ciò si aggiunge il fatto che in questo paese la stampa è un oligopolio ristrettissimo in quanto a proprietà ma tendente al monopolio in quanto a background culturale. E quindi il cittadino progressista con informazione incompleta, che già filtra tutto secondo il frame competenza vs. demagogia, casca senza difesa nello spin spregiudicato e viscido del sistema mediatico.
Naturalmente, la colpa è dei cittadini fino ad un certo punto. Non è che tutti hanno il tempo di studiarsi la storia e la controstoria dei singoli personaggi politici, nè si può pretendere da tutti capacità critiche sopra la media, ovviamente. Il nodo è istituzionale: una volta che salta il pluralismo nel sistema mediatico, servono dei contrappesi, perchè l'individuo abbandonato a sè stesso non è in grado di resistere allo spin dei mass media. Quei contrappesi dovrebbero essere altre unità organizzative, alternative ai media, capaci di fare opinione e opere di persuasione senza essere vincolati alla ricerca del profitto e a lealtà ingombranti nei confronti di elites varie. Ora, qualcuno vede una qualunque organizzazione di questo genere? Io no.