"Giorno della Memoria": Pregare per la pace mentre si guida una guerra globale. Come definite gli Usa?

"Giorno della Memoria": Pregare per la pace mentre si guida una guerra globale. Come definite gli Usa?

"Ma è possibile pregare onestamente per la pace mentre il nostro paese, gli Stati Uniti, sono di gran lunga il numero uno al mondo nel dichiarare guerra, per la presenza militare, per spese militari e vendita di armi in tutto il mondo?"

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!


Il Giorno della Memoria, in base a una legge federale, è un giorno di preghiera per la pace permanente, scive sull'edizione americana dell'Huffington Post Bill Quigley, professore di Legge all’Università Loyola di New Orleans . "Ma è possibile pregare onestamente per la pace mentre il nostro paese, gli Stati Uniti, sono di gran lunga il numero uno al mondo nel dichiarare guerra, per la presenza militare, per  spese militari e  vendita di armi in tutto il mondo?"
 
 
Guerra permanente
 
Iran (1980, 1987-1988), Libia (1981, 1986, 1989, 2011), Libano (1983), Kuwait (1991), Iraq (1991-2011, 2014-oggi), Somalia (1992-1993, 2007-oggi), Bosnia (1995), Saudi Arabia (1991, 1996), Afghanistan (1998, 2001- oggi), Sudan (1998), Kosovo (1999), Yemen (2000, 2002-oggi), Pakistan (2004-oggi) e ora la  Syria. In questo  emisfero, le forze armate statunitensi  hanno invaso  Grenada (1983) e Panama (1989) e hanno fatto sbarcare  20,000  soldati  ad  Haiti (1994).
 
La macchina da Guerra globale degli Stati Uniti
 
Gli Stati Uniti hanno 1,3 milioni di persone nelle forze armate e un altro milione  è di servizio nelle riserve militari. Gli Stati Uniti hanno oltre 700 basi militari in 63 paesi in tutto il mondo e vi impiegano oltre 255.000  dipendenti  militari. Il Dipartimento della Difesa  gestisce ufficialmente  555.000 edifici situati sulle 4.400 proprietà negli Stati Uniti e oltre 700 proprietà in tutto il mondo. Gli Stati Uniti hanno oltre 1.550 testate nucleari strategiche; oltre 13.000 velivoli militari; tantissimi sottomarini, molti dei quali trasportano armi nucleari: e 88 cacciatorpediniere.
 
Danni globali
 
Quasi 7.000 militari statunitensi sono morti come conseguenza delle guerre intraprese dagli Stati Uniti fin dal 2011. Fatto ugualmente importante, in Iraq oltre 216.000 combattenti, la maggior parte di loro, civili, sono morti fin dall’invasione del 2003. Nessuno ha neanche contato le morti dei civili in Afghanistan per i primi cinque anni della nostra guerra in quel paese. I nostri attacchi con i droni hanno ucciso centinaia di bambini e civili adulti in Pakistan e molti di più in Yemen.
 
Leader mondiale per le spese militari
 
Le spese militari degli Stati Uniti sono circa uguali al totale delle spese militari delle otto più grandi nazioni messe insieme, cioè, più di Cina, Russia, Arabia Saudita, Francia, Regno Unito, India and Germania messe insieme.
 
Fin dal’11 settembre le spese degli Stati Uniti per le forze armate sono ammontano ben  oltre 3 trilioni di dollari. I costi dei combattimenti diretti e della ricostruzione per le guerre in Afghanistan e in Iraq fin dall’11 settembre, sono costate ufficialmente ai contribuenti statunitensi, 1,6 trilioni di dollari, secondo il Servizio di Ricerca del Congresso. Altri miliardi  sono stati spesi per aumentare il bilancio del Pentagono, e per gli aumentati attuali e futuri benefici per la salute e la disabilità per i reduci.
 
Le forze armate statunitensi si prendono il 55% delle nostre spese nazionali discrezionali e le spese per i benefici per i reduci sono un altro 6%. Fin dall’11 settembre le spese militari sono aumentate del 50%, mentre altre spese discrezionali interne sono aumentate del 13%, secondo il Progetto Nazionale per le Priorità.
 
Grosse aziende che traggono profitti dalle guerre 
 
Con questi trilioni di dollari spesi per le guerre, ci sono anche legioni di grosse aziende che ne traggono profitto.
 
L’azienda che è al primo posto tra quelle che profittano delle guerre è laLockeed Martin, secondo il giornale USA Today, con vendite di armi annuali di 36 miliardi di dollari. Non c’è da meravigliarsi che la Lockheed Martin spenda oltre 14 milioni di dollari all’anno per fare pressioni sulle persone che prendono decisioni  suquanto denaro sarà speso per le armi e su quali armi saranno acquistate. Il loro amministratore delegato è pagato oltre 15 milioni di dollari, in base al loro rapporto sugli azionisti  del 2015; nel loro consiglio di amministrazione c’è James Ellis, un ex ammiraglio e comandante in capo del Comando aereo strategico degli Stati Uniti, che viene pagato oltre 277.000 dollari per suo lavoro part-time, e James Loy, ex Vice Segretario per la Difesa Nazionale che prende oltre 260.000 dollari per il suo lavoro part-time. La Lockheed riceve fondamentali contratti governativi che, in base a un calcolo ammontano a oltre 260 dollari che ogni famiglia paga per le tasse negli Stati Uniti. Hanno tali diritti, che un’indagine speciale condotta nel 2014 dal Dipartimento statunitense per l’Energia, ha scoperto che la Lockheed ha usato i fondi dei contribuenti per fare pressione per avere altri fondi di quel tipo.
 
Il numero due dei profittatori della guerra è la Boeing, con vendite annuali di armi di 31 miliardi. La Boeing spende oltre 16 milioni di dollari all’anno per fare pressioni a proprio favore. Il resto delle prime 10 grosse aziende che traggono profitto dalla guerra, comprendono i sistemi BAE, la General Dynamics, la Raytheon, l’EADS, Finmeccanica, la L-3 Communications e la United Technologies. Si possono far risalire i loro contributi a membri del Congresso.
 
Mentre la maggior parte del denaro ottenuto con il lobbismo è andato ai Repubblicani, tutti i mercanti di armi assumono i lobbisti che possono influenzare i  Democratici e i Repubblicani.
 
E questi profittatori della guerra non vendono armi soltanto al governo degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno venduto più di 26 milioni di dollari di armi a nazioni straniere e sono stati il numero uno per lungo tempo, sebbene di recente quel titolo abbia fatto avanti e indietro con la Russia.
 
Che cosa fare
 
Il 4 aprile 1967, nel suo famoso discorso nella chiesa di Riverside, Martin Luther King Jr. ha detto che il governo degli Stati Uniti è stato il principale responsabile della violenza nel mondo. Come reazione a questo, chiedeva una vera rivoluzione di valori. Questa rivoluzione ci invita a mettere in dubbio la correttezza e la giustizia di molte nostre politiche passate e presenti, compresa la guerra e il contrasto tra ricchezza e povertà nel nostro paese e in tutto il mondo.
 
Quando ha lasciato l’incarico, l’ex presidente e generale Dwight Eisenhower, ha avvertito i cittadini del crescente complesso militare-industriale. Ha visto l’influenza della macchina di guerra e ha esortato tutti i cittadini di stare all’erta e di costringere “l’enorme complesso industriale-militare” a rispondere alla democrazia e al desiderio di pace delle persone.
 
Che cosa dobbiamo fare? Per prima cosa dobbiamo apprendere i fatti e affrontare la verità che gli Stati Uniti sono i maggiori autori di guerra nel mondo. Secondo, dobbiamo impegnarci e organizzare gli altri per una vera rivoluzione di valori e affrontare le grosse aziende e i politici che continuano a spingere la nostra nazione in guerra e a gonfiare il bilancio militare con l’aria calda della perpetua  creazione della paura. Terzo, dobbiamo ammettere che il nostro paese ha fatto cose sbagliate e che dobbiamo fare ammenda della violenza che gli Stati Uniti hanno portato in tutti  i paesi di tutto il mondo. Quarto, dobbiamo ritirare le nostre forze armate da tutti gli altri paesi, ridurre  enormemente le nostre forze armate, e impegnarci  realmente a difendere il nostro paese. Quinto, dobbiamo lavorare per soluzioni pacifiche e giuste del conflitto, qui in patria e in tutto il mondo. Soltanto quando lavoriamo in vista del giorno in cui gli Stati Uniti non saranno più il paese leader mondiale delle guerre, avremo il diritto di pregare per la pace nel Giorno della Memoria. 

Traduzione a cura di Maria Chiara Starace per Z Net Italy

"Brigata ebraica": la storia e la propaganda attuale di Paolo Desogus "Brigata ebraica": la storia e la propaganda attuale

"Brigata ebraica": la storia e la propaganda attuale

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela di Geraldina Colotti 28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino" di Clara Statello Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino"

Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino"

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico di Leonardo Sinigaglia 25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico

25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni) di Giuseppe Giannini Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

Libia. 10 anni senza elezioni di Michelangelo Severgnini Libia. 10 anni senza elezioni

Libia. 10 anni senza elezioni

Sussidi pubblici: l'ipocrisia occidentale verso la Cina è nuda di Pasquale Cicalese Sussidi pubblici: l'ipocrisia occidentale verso la Cina è nuda

Sussidi pubblici: l'ipocrisia occidentale verso la Cina è nuda

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar di Paolo Arigotti Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS di Michele Blanco DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti