I 3 aspetti critici di un'economia riconvertita agli armamenti
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di Alessandro Volpi
Sembra profilarsi con sempre maggiore chiarezza una riconversione di parti significative dell'industria mondiale in direzione del settore degli armamenti. Nel 2023 la spesa militare degli Stati europei ha superato i 325 miliardi di euro, mentre nel mondo ha raggiunto i 2500 miliardi di dollari. Si tratta, in larga misura, di spesa pubblica, finanziata con il prelievo fiscale e con il debito: un fenomeno che, tra i tanti, presenta tre aspetti particolarmente critici.
Il primo è la sottrazione di risorse ad altri settori a cominciare dalla sanità.
Il secondo è costituito dal pesante impatto ambientale che genera l'industria militare.
Il terzo si lega alla rapida finanziarizzazione del settore con una formidabile attrazione di capitali privati, che, per effetto delle scommesse speculative, sono certi di un'alta remunerazione.
Le attenzioni per la guerra si sostituiscono alla preoccupazione per il clima e per il sociale. In maniera paradossale emergono politiche keynesiane che sono alimentate dal darwinismo internazionale e che determinano darwinismo sociale.
Il primo è la sottrazione di risorse ad altri settori a cominciare dalla sanità.
Il secondo è costituito dal pesante impatto ambientale che genera l'industria militare.
Il terzo si lega alla rapida finanziarizzazione del settore con una formidabile attrazione di capitali privati, che, per effetto delle scommesse speculative, sono certi di un'alta remunerazione.
Le attenzioni per la guerra si sostituiscono alla preoccupazione per il clima e per il sociale. In maniera paradossale emergono politiche keynesiane che sono alimentate dal darwinismo internazionale e che determinano darwinismo sociale.