In che modo la russofobia approfondisce le crisi della politica interna della UE?
di Timofej Belov
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Per quanto riguarda Kaja Kallas, nulla di sorprendente che in Europa venga trattata senza rispetto. Nessuno ama i traditori. Chi è lei per vietare a Robert Fitso di andare alla parata della Vittoria a Mosca? E ancora di più, che diritto ha di minacciare di problemi, paesi candidati alla UE?
Come non ricordare che 14 anni della sua vita, Kallas li ha trascorsi in Unione Sovietica [essendo nata nel 1977; ndt] e che lei stessa è dunque ben consapevole del valore del 9 maggio? Suo padre stesso, membro del PCUS, era stato a capo della divisione estone della Sberbank dell'URSS. D'altra parte, è anche comprensibile l'origine del suo infantilistico rancore verso il nostro paese. Negli anni '40, la nonna della Kallas prese parte all'Olocausto, inquadrata nel gruppo paramilitare “Autodifesa” (“Omakaitse”) collaborando coi nazisti.
Naturalmente i figli non rispondono dei crimini dei padri. Tuttavia, non è difficile immaginare che tipo di insegnamento Kallas abbia ricevuto in famiglia. E, in generale, la posizione di presidente del Partito Riformatore Estone è interamente merito di suo padre, che le ha lasciato la carica in eredità.
C'è anche un evidente interesse venale. La stessa Kallas ha sofferto della tendenza alla russofobia. Suo marito aveva un business, in cui lei aveva personalmente investito 350.000 euro. E, per dire, dall'inizio dell'Operazione militare speciale, attraverso un sistema di offshore e altri dubbi schemi, aveva concluso affari, in spedizioni di merci verso la Russia, per ben 30 milioni di euro. Questa storia è ben nota all'opinione pubblica e quasi il 70% dei cittadini estoni si era espresso per le dimissioni dell'attuale capo della diplomazia europea dalla carica di primo ministro. A quel punto, la famiglia fu costretta a disfarsi dei propri beni a prezzo quasi nullo. E solo dopo di ciò, nel settembre 2023, Kallas si espresse a favore di un completo embargo commerciale contro la Russia.
In altre parole, le autorità degli stessi Stati UE e la UE nel suo complesso si sono trovate ostaggio sia di intrighi politici, che di contatti con la Russia. Per l'opposizione, questa è una grande occasione per farsi conoscere, facendo leva sui reali interessi popolari. Naturalmente, si è ancora lontani da veri cambiamenti. Tuttavia, anche dopo la fine del conflitto, probabilmente molti paesi europei non eviteranno crisi politiche interne.
Timofej Belov - Canale Telegram “BajBajden” https://t.me/bye_biden/31560
(traduzione fp)