Come difendersi dall'europeismo totalitario

Come difendersi dall'europeismo totalitario

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"La politica per loro non è mai ironia, comicità, non si chiedono mai da dove nascano la satira e il grottesco.” diceva Gianroberto Casaleggio. E in questi giorni di deliri orgiastici per Draghi da parte dei media, il Re è veramente nudo. Come illustrava magistralmente un Maestro della satira politica, Dario Fo:  “La satira è un'espressione che è nata proprio in conseguenza di pressioni, di dolore, di prevaricazione, cioè è un momento di rifiuto di certe regole, di certi atteggiamenti: liberatorio in quanto distrugge la possibilità di certi canoni che intruppano la gente.”

Dalla Fontana di Trevi che getta monetine quando passa Draghi alle capacità miracolose di moltiplicare i derivati, i social si sono scatenati negli hashtag #QuellaVoltaCheDraghi, #DraghiFaCose, satireggiando sul processo di beatificazione che la comunicazione mainstream vorrebbe imporre.

E’ l’unica forma di autodifesa se ci pensate che è rimasta. Ma non basta e serve un salto di qualità come proveremo a spiegare alla fine.

I media hanno da tempo compreso di non essere più in grado di influenzare l’opinione pubblica e anzi di produrre l’effetto contrario quando tentano un’azione di demonizzazione. Da Putin a Trump fino al Movimento 5 Stelle battagliero sono decine i casi che lo dimostrano.

La narrazione su Draghi ha portato i media ad un ulteriore salto di qualità che va analizzato nel dettaglio perché dimostra da un lato la disperazione, dall’altro una strategia precisa che mira alla restaurazione e che ha ottenuto già due successi.  

La disperazione è proprio figlia della consapevolezza di non essere in grado di indirizzare l’opinione pubblica e questo li porta anche a superare il ridicolo per rendere l’opzione Draghi il “whatever it takes” per il futuro del paese.

 

 

La strategia è più sottile: rendere Draghi l’unica persona in grado di salvare il paese significa annullare definitivamente una classe politica già ampiamente indebolita e lacerare ulteriormente il partito, forse l’unico, che ha mostrato una vena progressista e di cambiamento reale negli ultimi anni in Italia, il Movimento 5 Stelle.

Comunque vada – eccolo il primo successo - la forza creata da Grillo e Casaleggio, già ampiamente ridimensionata nella spinta progressista dall’esperienza di governo, vivrà un drammatico momento nella votazione sulla piattaforma Rousseau prevista per il 10-11 febbraio. Qualunque sarà l’esito, è sempre più certo come si vada verso una spaccatura e quindi un ulteriore indebolimento. E a quel punto cosa resterà a livello politico ad opporsi in modo credibile al Governo Draghi? Piccoli atomi in perenne conflitto tra loro incapaci di arrivare all'opinione pubblica.

La strategia per la restaurazione ha poi segnato un altro punto a suo favore: il trionfo  - secondo successo -dell’europeismo che non è più di destra o di sinistra (come dimostra la facilità della conversione per la via di Bruxelles di Salvini), ma è semplicemente il vero padrone totalitario del paese.

Dal giorno dopo l'insediamento di Draghi la politica non esisterà più. Esisterà solo l’europeismo totalitario. Quando le cose andranno bene sarà merito del nuovo premier e dei suoi tecnici, quando ci saranno intoppi sarà colpa della politica ancora troppo poco efficiente per l’europeismo dominante.

Restano nello sfondo alcune domande che vengono ignorate. Le poniamo noi affinché possiate almeno riflettere. Non ci resta altro al momento.

Ma di quale europeismo stiamo parlando?

Cos'è l'europeismo?

Quello della Troika che ha distrutto lo stato socioeconomico in Grecia?

 

 

Quello che riceve il golpista Guaido' o sostiene il blogger russo di estrema destra che viola la legge di uno Stato Sovrano?

Quello che impedisce di consultare i documenti dei trattati internazionali di libero scambio o i contratti per i vaccini?

O che dovrebbe prestarci una "pioggia di miliardi" con la condizione di attuare le riforme che "l'Europa ci chiede"?

Al netto dei vincoli, il differenziale tra l'emissione di nuovi titoli e il ricorso al Recovery Fund porterebbe 6-7 miliardi in più l'anno, poco più del finanziamento del Reddito di Cittadinanza. Cos'è quindi questo dogma europeista, cosa significa questa professione di fede?

L'europeismo è un'ideologia totalitaria. Della peggiore specie. Ha avuto paura, realmente, in Italia dopo le elezioni del 2018 e ha reagito con una strategia sottile, determinata e che ha avuto successo perchè ha saputo sfoderare la sua "opzione nucleare".

Con Draghi inizia la restaurazione e i media dominanti saranno disposti ad andare oltre il ridicolo per sostenerla in tutti i modi possibili. Questa è la dura realtà da cui partire. Ci attendono tempi di riflessione e contro-strategia che non può basarsi solo sulla satira, servono visioni alternative di società e spazi politici che dobbiamo occupare. Alla restaurazione del 1814-1815 si deve il sostrato sociale e culturale che portò al Manifesto di Marx e Engels del 1848. Sarà una lunga resistenza. Prepariamoci.

Agata Iacono

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Sociologa e antropologa

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