La Cina inietta liquidità come i governi della Prima Repubblica

La Cina inietta liquidità come i governi della Prima Repubblica

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di Pasquale Cicalese


La Banca centrale cinese (Pboc) ha deciso ieri di effettuare un taglio delle riserve delle banche commerciali cinesi da 5 a 4.8. Sono circa 68 miliardi di dollari che verranno indirizzati agli investimenti interni.

Come ho scritto recentemente, hanno molta liquidità ferma e mano a mano la liberano, non velocemente, ai fini anntiinflazionistici. Il recupero di liquidità estera che da giugno stanno portando avanti serve a questo, al mercato interno e ovviamente ci saranno in futuro anche piani sociali.

Cossiga sosteneva che alla fine degli anni sessanta il governo italiano si trovava con così tanta liquidità che non sapevano come spenderla. Passarono 8 anni alla decisione, con le riforme sociali della sanità e scuola. Immaginatevi una scala piu' grande, meno temeraria, molto presa dai dati antiinflazionistici per avere un'idea.

L'assetto italiano, tanto avversato dai potenti patronati, fini' solo con il tradimento di Andreatta nel 1981 ma fino ad allora la strategia era simile, si liberavano liquidità ai fini interni e la liquidità era derivante dalla crescita economica, un circuito quasi chiuso che aveva successo.

Stessa cosa in Cina, questa volta con la Pboc, forte di piu' di tre mila miliardi di riserve.

Sebbene in un contesto diverso anche l'Italia del 2023 potrebbe fare lo stesso e lo strumento è la posizione finanziaria netta estera positiva per 67 miliardi di dollari che con un piano moltiplicativo keynesiano potrebbe dare risoste alla sanità, alla povertà, agli alloggi popolari, all'assistenza sociale, alla natalità, visti come nuovo piano sociale.

Assieme ad essi si potrebbero creare fondi con banche per alloggi universitari, istruzione, ricerca, qualificazione, infrastrutturazione ecc. Se non si fanno è perché sono scelte padronali iniziate nel 1973 con la guerra ai salariati e il plusvalore assoluto. Un piano moltiplicativo finanziario potrebbe dare respiro al paese dando un calcio al sedere sia al PNNR (debito) sia al Mes.

Ripeto, sono scelte economiche padronali che non vogliono avere termine avente lo scopo l'impoverimento del paese da portare all'altare dell'Ue e degli Usa, visti come scalpi di una guerra persa nel 1992. Affoghiamo di liquidità, gli italiani ne stanno perdendo molto, 2500 sono parcheggiati all'estero, 1400 perdono valore bancario. Tutto in nome della guerra ai salariati. Ovvio che tutti questi strumenti, utili per operatori economici e salariati, porterebbero, dopo 50 anni, alla reflazione salariale, e dunque al respiro del capitale commerciale e degli operatori commerciali e professionali ma soprattutto avrebbero come finalità la ristrutturazione modernista dell'apparato produttivo che ci è rimasto, da difendere. Non dobbiamo fare la fine di Uk o Germania.

Pasquale Cicalese

Pasquale Cicalese

 

Economista. Ha aperto un canale telegram: pianocontromercato
 
 

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