La Cina Popolare. Origini e percorsi del socialismo con caratteristiche cinesi

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"La Cina Popolare. Origini e percorsi del socialismo con caratteristiche cinesi". E' motivo di orgoglio per la nascente casa editrice L.A.D. Gruppo Editoriale annunciare l'uscita del libro di Diego Angelo Bertozzi, uno dei collaboratori più preparati e longevi de l'AntiDiplomatico. 




Il libro di Bertozzi è arricchito da una pregevolissima introduzione di Vladimiro Giacché. Ve ne pubblichiamo alcune breve parti:


Un libro che abbraccia l’intero arco temporale che va dalle guerre dell’oppio ad oggi. Questo è importante perché conferisce alle vicende narrate la necessaria profondità storica. Necessaria per più di una ragione.

Necessaria innanzitutto perché, se inquadrata in un orizzonte plurisecolare, anche la straordinaria crescita della Cina degli ultimi decenni può venire intesa per quello che realmente è: la traiettoria grazie alla quale una delle aree da millenni più civilizzate del mondo si riprende il posto nell’economia mondiale che occupava prima che il colonialismo inglese la umiliasse.

L’estrema chiarezza con cui i passaggi storici importanti delle vicende cinesi, in particolare del XX secolo, sono resi e sintetizzati in poche pagine senza mai perdere di vista gli elementi essenziali. La parte prevalente del volume è dedicata agli anni dalla fondazione della Repubblica popolare (nel 1949) ad oggi.

Questa parte cruciale del volume è completa – non manca nessuno dei passaggi fondamentali di una storia molto ricca e caratterizzata anche da battute d’arresto e brusche svolte – e al tempo stesso caratterizzata da un notevole equilibrio. A differenza delle ricostruzioni agiografiche, si evidenziano con grande chiarezza i gravi errori commessi in più di un’occasione dalla dirigenza cinese, e, a differenza delle ricostruzioni demonizzanti tipiche di molta pubblicistica occidentale, la narrazione non è imperniata sullo pseudo-concetto di “totalitarismo”, che tra gli altri difetti ha quello di impedire di cogliere la complessa dialettica tra centralizzazione e spinte al decentramento, come pure la sussistenza di diverse forme di proprietà anche nel periodo maoista. In questo libro non solo è correttamente colto tutto questo, ma – cosa importantissima – è reso con grande chiarezza il nesso tra evoluzione politica interna e situazione internazionale.

La svolta di Deng dopo la morte di Mao è spiegata facendo adeguato riferimento alle fonti teoriche cinesi (a cominciare dagli scritti e discorsi dello stesso Deng). Questo è importante, perché la “politica di riforme e apertura” non fu né una escogitazione solitaria di Deng, né una estemporanea “inversione a u” rispetto alle politiche precedenti, ma una politica che si accompagnò a una profonda riflessione teorica. Il libro di Bertozzi stabilisce correttamente un parallelo tra questa svolta e la nuova politica economica introdotta nel 1921 da Lenin per rompere con il comunismo di guerra precedente, ma ovviamente il testo non si ferma a questo.

 

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