La pianista ucraina Valentina Lisitsa non può suonare a Venezia per le sue idee politiche
Processo di ucrainizzazione dell'Italia, istruzioni per l'uso.
Alla pianista Valentina Lisitsa è stato annullato il concerto alla Fenice di Venezia.
I suoi capi di imputazione: l'aver suonato il 2 agosto davanti all'ambasciata ucraina, per protestare in ricordo del massacro di Odessa, compiuto nel 2014 dai nazisti di Pravi Sektor, e l'aver suonato il 9 maggio nella città di Mariupol, liberata dai nazisiti del battaglione Azov.
Ma per l'Europa, quelli sono nazisti buoni, come lo erano i tagliagole della guerra in Siria, detti "moderati" perché stavano dalla nostra parte.
Alla luce di ciò, la pianista va punita, che sia da monito a tutti gli artisti: che continuino a prostituirsi intellettualmente, pena, la fine della loro carriera artistica.
Proprio come ai tempi del ventennio.
E così, perdiamo la Lisitsa e ci teniamo i Maneskin.
Ce li meritiamo.
Valentina, a te la solidarietà da parte di chi non ha paura.