Libia, le prime sfide del governo di unità nazionale

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Con non poche difficoltà nella martoriata Libia viene presentato il nuovo governo di unità nazionale. Il primo ministro designato, Abdel Hamid Dbeibah, ha esortato i parlamentari a essere responsabili accordando la fiducia al suo governo, nato da un processo sponsorizzato dalle Nazioni Unite e che deve aiutare a far uscire la Libia dal caos. 

Secondo quanto informa Nova.news il nuovo governo libico dovrebbe essere così composto: due vicepremier, Saqr Boujwari (già sindaco di Bengasi) e Ramadan Boujnah, i cui nomi erano già stati anticipati dalla stampa libica. Khaled Ahmed al Tijani Mazen, originario del Fezzan (sud) e già sottosegretario del ministero dell’Interno del Gna, è stato promosso ministro nello stesso dicastero. Per il ministero degli Esteri è stato proposto il nome di Lamia Fathi Abusedra di Bengasi, dunque dell’est, ma membro del Partito Al Watan affiliato all’islamista libico Abdelhakim Belhaj, ex comandante del Gruppo islamico libico combattente. Il nome della Abusedra è uno dei più contestati soprattutto dai deputati dell’est.

Questi i nomi dei profili candidati ad occupare l’incarico nei principali dicasteri libici. Il ministero della Difesa non è stato assegnato e, come già aveva anticipato l’agenzia Nova, sarà affidato ad interim al primo ministro. Per la prima volta nella storia della Libia i ministeri di Esteri e Giustizia potrebbero essere guidati da due donne. 

Questi i nomi degli altri ministri: Hamad al Marimi, ministro dell’Agricoltura; Tariq Abu Flika, ministro delle risorse Finanziarie; Tawfiq al Darsi, ministro del Bestiame e delle risorse marine; Abdel Shafia al Jouifi, ministro dello Sport; Kamel al Hassi, ministro della Pianificazione; Khaled Khalil al Jazwi, ministro della Salute; Musa al Maqrif, ministro dell’Istruzione; Abd al-Salam Tiki, ministro del Turismo e delle industrie tradizionali; Ibrahim Munir, ministro dell’Ambiente; Ali Abu Azoum, ministro del Lavoro e della riabilitazione; Wafa al Kilani, ministro degli Affari sociali; Mabrouka Aoki, ministro della Cultura e dello sviluppo della conoscenza; Imran al Qib, ministro dell’Istruzione superiore e della ricerca scientifica: Khalaf Sifao, ministro dell’Istruzione tecnica: Ahmed Omar, ministro dell’Industria e dei Minerali; Halima Abdul Rahman, ministro della Giustizia; Abdel Fattah al Khawja, ministro del Servizio civile; Muhammad al Shahoubi, ministro dei Trasporti; Abu Bakr Al-Ghawi, ministro dell’Edilizia abitativa; Abdullah al Eid, ministro del Foverno locale; Fathallah al Zinni, come ministro dei Giovani; Omar al Ajili, ministro dell’Economia e del commercio; Muhammad Aoun, ministro del Petrolio e del gas; Khaled Abdullah, ministro delle Finanze. Seguono poi i sei ministri senza portafoglio: Farag Muhammad ministro di Stato per gli sfollati e i diritti umani; Walid Ammar ministro di Stato per gli affari politici; Jadid Maatouk ministro di Stato per gli affari dell’immigrazione; Adel Amer, ministro di Stato per gli affari del primo ministro e del Consiglio dei ministri; Mazen al Taeb, ministro di Stato per gli affari delle donne; Salamah al Ghuwa, ministro di Stato per gli affari economici.

La fiducia parlamentare al nuovo governo di unità nazionale libica però è tutt’altro che scontata. Secondo quanto appreso da “Agenzia Nova”, infatti, i 132 deputati riuniti a Sirte sarebbero spaccati in 3 posizioni diverse: la prima è disposta a votare la fiducia subito; la seconda chiede di rinviare il voto fino alla pubblicazione del rapporto delle Nazioni Unite sui casi di presunta corruzione al Foro di dialogo politico libico di Tunisi che coinvolgerebbero il clan di Dbeibah; la terza chiede invece di votare una modifica costituzionale insieme alla fiducia al nuovo governo. 

Khaled el-Montasser, professore di relazioni internazionali a Tripoli, evoca "ostacoli e difficoltà anche prima del voto di fiducia", con il primo ministro "circondato da sospetti".

"I suoi rivali politici si sono impegnati in feroci campagne di diffamazione (...). Sono riusciti a creare un clima di tensione", conferma l'analista politico Mahmoud Khalfallah.

Sui social, molte voci hanno criticato il numero di portafogli ritenuti troppo alti per un governo che dovrebbe restare in carica per nove mesi.

"Nel formare il governo, abbiamo tenuto conto dell'equilibrio tra competenza e garanzia di inclusione regionale (...), in modo che il governo sia veramente rappresentativo di tutti i libici", ha affermato Dbeibah.

Il primo ministro designato, inoltre, dovrà anche soddisfare le pressanti aspettative dei libici in un paese precipitato in una grave crisi economica, tra cui carenza di liquidità e benzina, interruzioni di corrente e inflazione galoppante.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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