Militar-golpisti ucraini: di fronte alla catastrofe annunciata, si addestrino alle armi i bambini
di Fabrizio Poggi
Cosa fare quando la catastrofe al fronte appare sempre più prossima, i “volenterosi” alleati preferiscono incrociare sulle relativamente più tranquille acque del Baltico e la carne viva da mandare al macello scarseggia paurosamente, già decimata da mesi e mesi durante i quali non c'è stato tempo per adeguato addestramento?
Cosa fare? Si distribuiscono le “armi al popolo”, perché prenda il posto dei professionisti ormai agli sgoccioli.
Detta così, la faccenda non suona in fondo nemmeno tanto male. Trasferiti però gli stessi fattori dell'equazione sul teatro di un paese che da oltre undici anni sta pagando le conseguenze sociali, politiche, economiche e militari di un golpe organizzato da USA-EU nella corsa di accerchiamento alla Russia, la faccenda assume contorni catastrofici.
Dunque, l'ex “consigliori” presidenziale golpista Aleksej Arestovic (gli amici di Mosca arretrano l'accento sul suo cognome, per definire il posto che gli spetta - la galera) torna di nuovo a prevedere, pur con una buona dose di ottimismo riguardo ai tempi, che entro il prossimo novembre l'Ucraina subirà una vera e propria catastrofe, con la fine del sostegno militare USA e la proibizione, anche a paesi terzi, di fornire armi americane all'Ucraina. Il paese precipiterà verso il disastro a ritmi sempre più sostenuti, dice Arestovic. Il fronte «si sgretolerà, i russi arriveranno dappertutto, ottenendo prima successi tattici, netti e di sfondamento... Poi il fronte crollerà di botto» e si assisterà a sollevazioni militari sempre più frequenti. Tanto più che già ora si avverte la superiorità russa anche nell'unico tipo di arma in cui l'Ucraina aveva qualche vantaggio: i droni. Pochissime speranze, dunque, rimangono.
Se poi, a queste tetre previsioni casalinghe, si aggiunge la decisione tedesca, annunciata dal cancelliere Friedrich Merz nel corso della sua visita in Lituania, di non dislocare proprie truppe in Ucraina, come gli altri “euro-volenterosi”, bensì nel Baltico, il quadro per Kiev si tinge proprio di nero. Berlino, ribadisce Merz, si è posta l'obiettivo di creare il più forte esercito europeo, aumentando rapidamente le spese di guerra; ma, per far questo, ha bisogno di quadri, capacità produttiva, addestramento e non avverte perciò alcuna necessità di schierare propri reparti in Ucraina.
La Germania, dice il cancelliere, si preoccupa del «rafforzamento dell'intero fianco orientale della NATO» e, pur continuando a fornire assistenza militare a Kiev, si concentra soprattutto nel cogliere «qualsiasi opportunità per raggiungere un cessate il fuoco e avviare negoziati di pace con la Russia». Chissà se ci crede davvero, alle sue stesse parole; ma intanto annuncia la defezione teutonica dal teatro bellico ed è comunque uno sponsor in meno, per quanto lontano si potesse tenere dal fronte, anche in caso di arrivo a Kiev.
Dunque, che fare, si domandano le “migliori menti” dell'Ucraina majdanista e militarista: è basilare che «tutti si preparino alla guerra» e, allo scopo, urge la distribuzione di armi nelle scuole, per addestrare adulti e bambini a combattere.
Del resto, i lettori di questo giornale si ricordano certo di come, già agli “albori” del golpe del 2014, i nazisti di “Pravyj sektor” organizzassero colonie estive in cui si insegnava a bambini e ragazzi a tenere in braccio fucili mitragliatori, per addestrare i futuri combattenti dei battaglioni “volontari”. Ed è infatti proprio sul blog di uno squadrista di “Pravyj sektor”, Borislav Berëza, che ha esposto tale guerresca “priorità” l'ex vicesegretario del Consiglio di sicurezza ucraino, generale Sergej Krivonos. Il governo non è abbastanza impegnato a preparare la popolazione, dice il generale; non ha capito che abbiamo di fronte un «nemico potente, forte e aggressivo, il cui unico obiettivo è ucciderci e con cui è impossibile accordarsi».
Non rimane dunque che «accrescere ogni giorno di più le nostre capacità di maneggiare le armi. Certo, in Ucraina c'è un gran numero di organizzazioni che si occupano di queste cose, ma, sfortunatamente, lo Stato no», sbotta Krivonos, che porta invece quale “esempio positivo” la Polonia euroliberista, in cui già si addestrano i bambini alla guerra.
Modelli in legno o altro materiale, se non vere e proprie armi, dovrebbero essere presenti in ogni scuola, in ogni istituzione statale, suggerisce il novello atamano bellicista, così che si possa imparare a maneggiare le armi sotto la guida di istruttori. Non vedo, si incattivisce il generale, ampi poligoni di tiro, che invece dovrebbero essere «presenti in tutto il paese. Non vedo 10-15 droni in ogni scuola ucraina, dove i ragazzi potrebbero imparare a usarli. Non vedo 10-15 fucili ad aria compressa in ogni scuola ucraina. Queste sono cose semplici, ma che devono essere fatte» e invece non si fanno.
“Armi al popolo”, dunque, si sarebbe detto un tempo, con idee e obiettivi certo ben lontani dai vagheggiamenti fascio-militaristi dei golpisti ucraini. Ma è probabile che la banda nazigolpista al potere a Kiev, a giudicare anche dalle lugubri previsioni del galeotto Arestovic, abbia oggi altre preoccupazioni per la testa: come quella, per esempio, di mettere in salvo testa e borsa in qualche sicura “colonia”, dietro garanzia dei “volenterosi” euro-atlantici.
https://politnavigator.news/katastrofa-pridet-k-noyabryu-front-budet-sypatsya-arestovich.html
https://politnavigator.news/vmesto-ukrainy-merc-reshil-otpravit-vojjska-v-pribaltiku.html