Mussolini 'britannico': in un libro di Fasanella e Cereghino nuovi spunti tra passato e presente

Mussolini 'britannico': in un libro di Fasanella e Cereghino nuovi spunti tra passato e presente

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

di Tommaso Minotti

 

È da poco uscita l’ultima fatica editoriale di Giovanni Fasanella e Mario Josè Cereghino, “Nero di Londra”. Il libro si basa sulla scoperta dell’archivio privato di Samuel Hoare. Quest’ultimo, membro dell’establishment conservatore con una carriera ai massimi livelli dello Stato profondo britannico, ha sostenuto e finanziato il futuro duce d’Italia Benito Mussolini agli albori della sua carriera politica. L’obiettivo era quello di tenere l’Italia in guerra dopo la catastrofe di Caporetto. E Hoare portò a termine il suo incarico anche grazie all’esperienza, fallimentare ma decisiva, maturata nella Russia dell’ultimo periodo zarista.

I dati storici interessanti sottolineati da Fasanella e Cereghino sono molti ma tre questioni emergono in maniera particolare. La prima è anche la più ovvia. Aver dimostrato il sostegno inglese a Mussolini in chiave bellica è un merito non banale. Il dittatore in nuce è chiamato “The Count” nei documenti scovati da Fasanella e Cereghino. Il rapporto tra Mussolini e gli ambienti conservatori inglese è un lato poco studiato della storia essendo spesso ridotto al tema del carteggio tra il dittatore fascista e Churchill. Argomento interessante ma riduttivo. La ricerca di Fasanella e Cereghino apre quindi nuovi orizzonti. La seconda questione è molto più minuta ma altrettanto interessante. Fasanella e Cereghino evidenziano il golpe bianco di Francesco Saverio Nitti. L’uomo politico nativo di Melfi salì al potere anche grazie al supporto britannico, pilotato da Hoare. Nitti istituì la Guardia Regia per la Pubblica Sicurezza che, insieme al servizio segreto personale creato con il repubblicano Eugenio Chiesa, fu uno strumento di potere decisivo. La Guardia Regia ricalcava le milizie paramilitari della Anti-Socialist Union, di cui proprio Simon Hoare fu tra gli organizzatori e ideatori. Il terzo elemento molto interessante, emerso dall’inchiesta dei due ricercatori, è l’analisi del partito filotedesco in Italia. Una lobby fortissima con radici assai profonde all’interno del mondo politico, e soprattutto economico, italiano. Hoare, nella sua attività nel Belpaese, cercò in ogni modo di limitare l’influenza degli ambienti vicini all’Impero tedesco. Descrivendo i gruppi di pressione filotedeschi, Fasanella e Cereghino colmano un vuoto non indifferente. In conclusione, il quadro tratteggiato in “Nero di Londra” testimonia la pesantissima influenza che venne esercitata dai servizi britannici nell’Italia della Prima Guerra Mondiale. Una capacità di condizionamento tale da modificare l’assetto dei governi italiani.

Fasanella e Cereghino, in introduzione, parlano del giornalista Micheal Foot. Giornalista e uomo politico laburista, Foot scrisse il libro “The Trial of Mussolini” sotto lo pseudonimo di Cassio. Era un atto d’accusa frontale all’establishment del partito conservatore, colpevole di aver favorito e aiutato Mussolini nella sua ascesa e nella sua opera politica. Il dato più interessante è che Foot scrisse questo libello nel 1943 quando la Seconda Guerra Mondiale era ancora ben lontana dalla sua conclusione. La vicenda di Foot offre molteplici spunti di riflessione. Il primo è: oggi un pamphlet come quello di Foot sarebbe possibile?

Per finire, l’opera di Fasanella e Cereghino è utile per ampliare la ricerca storiografica riguardo le origini di Mussolini. Un periodo storico travagliato, dove il terrore per la rivoluzione bolscevica spalancò le porte per l’ascesa al potere di un movimento autoritario e violento. Ma Fasanella e Cereghino evidenziano anche il fatto che la svolta autoritaria fosse già prevedibile. La Prima Guerra Mondiale e la Rivoluzione d’Ottobre avevano traumatizzato le élites liberali che, terrorizzate dal biennio rosso, si affidarono totalmente a Mussolini, decretando la loro fine. Il tutto, come testimoniato dall’affiatata coppia Cereghino e Fasanella, sotto lo sguardo vigile dei servizi britannici, fini conoscitori del futuro Duce. La lettura di “Nero di Londra” è dunque diventa quasi obbligatoria per riuscire a comprendere le origini di quella tragedia che fu il fascismo.

Potrebbe anche interessarti

La mediazione cinese, l'arroganza occidentale di Paolo Desogus La mediazione cinese, l'arroganza occidentale

La mediazione cinese, l'arroganza occidentale

Sa(n)remo arruolati in guerra di Giorgio Cremaschi Sa(n)remo arruolati in guerra

Sa(n)remo arruolati in guerra

Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?   di Bruno Guigue Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?

Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Il nonno di Elly Schlein e il nazionalismo ucraino di Alberto Fazolo Il nonno di Elly Schlein e il nazionalismo ucraino

Il nonno di Elly Schlein e il nazionalismo ucraino

La giunta PD di Bologna mette al bando la parola "patriota" di Antonio Di Siena La giunta PD di Bologna mette al bando la parola "patriota"

La giunta PD di Bologna mette al bando la parola "patriota"

Libia, le 685 mila bugie (in prima pagina) del Corriere di Michelangelo Severgnini Libia, le 685 mila bugie (in prima pagina) del Corriere

Libia, le 685 mila bugie (in prima pagina) del Corriere

Perché sto con i ventenni di Pasquale Cicalese Perché sto con i ventenni

Perché sto con i ventenni

Gorbachev: ritorno alla terra di Daniele Lanza Gorbachev: ritorno alla terra

Gorbachev: ritorno alla terra

Carl Philipp Trump: sbarca a Berlino LSD legale! di  Leo Essen Carl Philipp Trump: sbarca a Berlino LSD legale!

Carl Philipp Trump: sbarca a Berlino LSD legale!

Nicolai Lilin: Putin e il grande conflitto in Ucraina di Damiano Mazzotti Nicolai Lilin: Putin e il grande conflitto in Ucraina

Nicolai Lilin: Putin e il grande conflitto in Ucraina