Nel silenzio dei paladini dei "diritti umani", continua in Libano la detenzione (senza processo) di Hannibal Gheddafi

Nel silenzio dei paladini dei "diritti umani", continua in Libano la detenzione (senza processo) di Hannibal Gheddafi

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di Marinella Correggia
 
 
In Libano, il governo e le autorità  giudiziarie continuano a violare le norme internazionali sui diritti umani e anche la logica, mantenendo in carcere dal 2016 - senza processo e senza accuse - uno dei figli superstiti di Muammar Gheddafi, Hannibal. Il quale ormai rischia la vita perché è da giugno in sciopero della fame e fa la spola fra prigione e ospedale.
 
Un ulteriore scandalo è il silenzio sia degli Stati forti che potrebbero fare pressione sull'indebitatissimo paese levantino, sia degli organismi dell'Onu (come l'Alto commissariato per i diritti umani sempre solerte nel bacchettare questo e quello), sia delle ONG come Amnesty International e Human Rights Watch. 
 
Solo lo sciopero della fame ha costretto i media internazionali mainstream a occuparsi del caso.
 
Eppure perfino il governo e le autorità giudiziarie di Tripoli, nient'affatto gheddafiane, hanno ripetutamente e invano chiesto al Libano di liberare Hannibal Gheddafi, tanto più visto il deterioramento delle sue condizioni. 
 
Il procuratore generale libico Al-Sediq al-Sour ha interpellato il suo omologo libanese, Ghassan Oueidat. I funzionari hanno parlato con l'agenzia di stampa The Associated Press a condizione di anonimato perché non autorizzati a parlare con i media.
 
Nel documento si chiede perché Gheddafi sia detenuto da tanti anni e si chiede che sia liberato per.poter tornare in Libia o in Siria, dove aveva ottenuto asilo politico (dopo la guerra Nato in Libia nel 2011) e dove viveva con la moglie libanese, Aline Skaf, e i figli fino a quando, otto anni fa, era stato rapito e portato in Libano da combattenti libanesi che chiedevano informazioni sulla sorte di al-Sadr. La polizia libanese aveva poi annunciato di aver prelevato Gheddafi dalla città di Baalbek, nel nord-est del Libano, dove era detenuto. Da allora è stato portato in un carcere di Beirut.
 
La nota del procuratore libico al-Sour afferma che la cooperazione del Libano nella questione Hannibal Gheddafi potrebbe contribuire a rivelare la verità sulla sorte di un importante leader sciita libanese, Moussa al-Sadr, scomparso in Libia nel 1978. Hannibal Gheddafi all'epoca aveva tre anni. 
 
Il caso è stato inviato a Zaher Hamadeh, il giudice istruttore del caso al-Sadr, che sta esaminando la richiesta libica.
 
 Al-Sadr è  stato il fondatore della milizia libanese armata sciita Amal. I seguaci di al-Sadr sono tutt'ora convinti che Muammar Gheddafi ne avesse ordinato l'uccisione nel corso di una disputa circa le sovvenzioni libiche alle milizie libanesi. ma la Jamahiriya aveva sempre sostenuto che al-Sadr e i suoi due compagni avevano lasciato Tripoli a bordo di un aereo per k'Italia e aveva suggerito che l'imam fosse rimasto vittima di una lotta di potere fra gruppi sciiti.
 
La famiglia di al-Sadr, poi, ritiene che possa essere ancora vivo in una prigione libica, anche se la maggior parte dei libanesi presume che al-Sadr sia morto. Avrebbe 94 anni. Oltretutto, la Libia ha attraversato ogni genere di vicissitudini, dopo la guerra Nato del 2011.
 
In ogni caso all'epoca Hannibal aveva tre anni. 
 
Capo del gruppo Amal ora è Nabih Berri, potentissimo presidente del Parlamento libanese, dal 1992! 
 
E questo forse spiega il cocciuto rifiuto del Libano, finora.
 
La Siria, paese di asilo di Hannibal Gheddafi, ha invano denunciato il suo rapimento da parte di una "gang armata", chiedendone la liberazione.

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