PD, M5S e "terzo polo": l'illuminante ricerca del Corriere sulla distribuzione del voto
Lo sapevamo già, ma vederlo tradotto in numeri fa sempre effetto.
La ricerca sulla distribuzione del voto fra le varie forze politiche in base a posizione geografica, attività lavorativa, età, genere e livelli di scolarizzazione pubblicata pubblicata oggi sul Corriere ((a pagina 9) conferma:
1) che il PD (ma vale anche per Leu e dintorni) è il partito delle grandi città (soprattutto dei loro centri storici), degli anziani (alta percentuale fra i pensionati), degli imprenditori e dei lavoratori autonomi mentre prende solo l'8% (!!) del voto operaio;
2) che l'elettorato tradizionale delle sinistre (tute blu e ancora lavoro autonomo, soprattutto al Nord, periferie, giovani, in particolare se non laureati, ecc.) vota a destra.
Andando più a fondo, per esempio il voto dei pensionati andrebbe disaggregato rispetto al reddito percepito e lo stesso dicasi del lavoro autonomo, ma soprattutto analizzando la composizione socioeconomica e culturale delle astensioni, sono convinto che il quadro apparirebbe ancora più in controtendenza rispetto alla composizione di qualche decennio fa.
Il punto non è tanto che queste sinistre esprimono ormai esclusivamente gli interessi delle élite economiche dominanti, quanto che la rappresentanza delle classi subalterne è ormai appannaggio delle destre, in assenza di una robusta alternativa social comunista che resta in gran parte da costruire.
Un compito che appare tanto più urgente a mano a mano che la violenza repressiva di questo regime si fa più dura, mentre le illusioni in merito alla nascita di un "terzo polo" populista svaporano assieme al poco che resta dell'M5S.
Per inciso: in barba all'ideologia politicamente corretta che le sinistre agitano con l'appoggio dei media per catturare il consenso femminile, l'inchiesta rivela che anche il voto delle donne non le premiano...