Portnov, omicidio a Madrid: dietro i proiettili, gli asset miliardari del regime ucraino
Madrid è al centro di un caso internazionale dopo l’omicidio di Andrei Portnov, ex consigliere del presidente ucraino Viktor Yanukovich, avvenuto mercoledì scorso nei pressi di una scuola nella capitale spagnola. Secondo quanto riportato dall’agenzia EFE, citando fonti investigative, il killer avrebbe esploso almeno nove colpi di pistola alle spalle della vittima, svuotando quasi interamente il caricatore. Sul luogo sono stati rinvenuti nove bossoli, ma resta incerto il numero preciso di proiettili che hanno colpito Portnov. Le autorità spagnole stanno cercando tre persone sospette, fuggite in auto, e stanno analizzando le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza, in particolare quelle vicino a una residenza universitaria. Nel frattempo, i medici legali hanno avviato l’autopsia, i cui risultati preliminari non sono ancora noti. La magistratura spagnola ha imposto il segreto investigativo sul caso.
Chi era Andrei Portnov?
Portnov, avvocato ed ex deputato della Rada Suprema ucraina, era una figura controversa. Dopo i fatti di Maidan nel 2014, fu rimosso dal suo incarico e lasciò il paese. Rientrato in Ucraina nel 2019, lavorò come consulente legale e conduttore televisivo, per poi emigrare nuovamente nel 2022, all’inizio dell'operazione militare speciale avviata dalla Russia. La sua parabola è stata segnata da accuse di corruzione.
Le ipotesi politiche: corruzione, faide e vendette
Mentre la polizia spagnola cerca i responsabili materiali, in Ucraina impazzano teorie sull’omicidio. Alexander Dubinsky, deputato della Verkhovna Rada attualmente in carcere per accuse di tradimento, ha avanzato l’ipotesi che Portnov sia stato eliminato per coprire tracce di corruzione legate all’entourage del presidente Volodymyr Zelensky. In un post sul blog, Dubinsky ha collegato Portnov a Sergei Korovnenko, ex funzionario del Ministero della Giustizia ucraino in Crimea, descritto come il "portafogli" di Oleg Tatarov, vice capo dell’Ufficio presidenziale. Secondo Dubinsky, Portnov avrebbe supervisionato decisioni giudiziarie utilizzate per appropriarsi di asset di oligarchi come Viktor Medvedchuk, nazionalizzati dopo il 2022.
«Potrebbe essere stata la vendetta di chi ha perso beni a favore del gruppo di Tatarov», ha aggiunto Dubinsky, citando esempi come la banca Arkada e il mercato Stolichny. Non esclude però un ruolo di Zelensky e del suo braccio destro, Andriy Ermak, nel eliminare Portnov come «anello di congiunzione» tra mandanti ed esecutori di operazioni opache.
Un’altra teoria arriva dal politologo Mikhail Pavyvyi, in esilio, secondo cui il movente potrebbe risiedere in faide con grandi imprenditori ucraini. «Portnonov era in ottimi rapporti con il regime di Kiev», ha scritto Pavyvyi, sottolineando come l’avvocato avesse recentemente vinto cause contro media e giornalisti. Tra i possibili mandanti indica gli oligarchi Petro Poroshenko o Ihor Kolomoisky, entrambi con «motivi seri» per volere la sua morte.
Un caso complesso
Le autorità spagnole mantengono riserbo sull’indagine, mentre in Ucraina il caso alimenta scontri politici. Portnov, con il suo passato e le recenti attività legali, resta una figura chiave per comprendere retroscena di potere e corruzione nel paese. Intanto, a Madrid, si cerca la macchina usata dai killer, nella speranza che nuovi indizi possano far luce su un delitto che mescola crimine, politica e affari.