Regno Unito: La May tramonta a maggio

2605
Regno Unito: La May tramonta a maggio



Piccole Note
 

Le dimissioni di Theresa May dominano le prime pagine mondiali. Mossa ovvia, che avevamo anticipato, ma che cade in un momento particolare, ovvero dopo lo svolgimento del voto britannico, dato che qui le elezioni europee si sono tenute giovedì, in anticipo rispetto  altri Paesi (che voteranno domenica).


I risultati della consultazione britannica non sono ancora noti, dato che saranno resi pubblici con gli altri per evitare indebite influenze, ma si possono intuire da un cenno del Guardian: “I sondaggi suggeriscono che i Tories si stanno dirigendo verso il peggior risultato elettorale della loro storia e potrebbero addirittura essere ridotti a una percentuale a una sola cifra”.


È alquanto ovvio che tali risultati, ignoti ai più, siano però noti ai pochi, tra cui la May, che, avendo preso atto dell’ancor segreta débacle, ha imboccato l’uscita di sicurezza per evitare il pubblico ludibrio.


Onore delle armi per una figura politica che ha dato prova di una tempra più che battagliera, resistendo a rovesci che avrebbero travolto i più.


Caratteristica che però, miscelandosi a una invero scarsa lucidità e a una estrema rigidità, ha prodotto il disastro che è sotto gli occhi di tutti: anni di trattative con la Ue andati in fumo, con grave nocumento alla possibilità di una Brexit concordata.


I suoi tanti avversari, soprattutto interni, brindano. Ma il futuro resta incerto, dato che le sue dimissioni saranno effettive dal 7 giugno e non è ancora chiaro se sarà designato un successore senza passare per le urne o se si andrà a elezioni, come da richieste dei laburisti (più difficile).


Il cammino della Brexit, si allunga, dato che per iniziare eventuali nuove trattative occorrerà che si dipani il processo politico di cui sopra. Perché si dia un negoziato, infatti, serve un nuovo governo e un nuovo premier.


Trattative che dovranno ricominciare più o meno da zero, dato che nessun successore della May si arrischierebbe e portare all’approvazione del Parlamento inglese un accordo con l’Unione europea che riprenda quelli concordati dalla May, tutti sonoramente bocciati.


Sempre che il nuovo premier non imbocchi decisamente la via della hard Brexit, che da tempo si defila all’orizzonte ed è sempre più probabile.


Ma anche per questo sviluppo ci vuole tempo, ed è probabile che, prima di abbandonare l’Unione, il futuro leader faccia almeno un tentativo di accordo.


La rottura netta senza una qualche pantomima formale sarebbe alquanto disdicevole dal punto di vista dell’immagine internazionale. Poco british.


Intanto, la profezia di Nigel Farage – il brexiteer duro e puro che col suo nuovo partito anti-Ue presumibilmente ha fatto il pieno di voti – sui tories: due leader Tory pro-UE sono caduti. Adesso “o il partito impara la lezione o muore”.


May in inglese significa maggio, mese nel quale conclude la sua burrascosa quanto inutile carriera. Non lascia rimpianti. Dispiace per la donna, che ha avuto la sfortuna di prendere il governo del veliero inglese nel cuore di una tempesta perfetta.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Recessione e inflazione, due facce della stessa medaglia. di Giuseppe Masala Recessione e inflazione, due facce della stessa medaglia.

Recessione e inflazione, due facce della stessa medaglia.

Basta che se ne parli di Francesco Erspamer  Basta che se ne parli

Basta che se ne parli

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa di Geraldina Colotti L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest? di Francesco Santoianni Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

La nuova Bucha di Zelensky di Marinella Mondaini La nuova Bucha di Zelensky

La nuova Bucha di Zelensky

La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza di Giuseppe Giannini La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza

La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza

Il Colonialismo della mozione congiunta PD, M5S, AVS di Michelangelo Severgnini Il Colonialismo della mozione congiunta PD, M5S, AVS

Il Colonialismo della mozione congiunta PD, M5S, AVS

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Mattarella firma la legge liberticida di Michele Blanco Mattarella firma la legge liberticida

Mattarella firma la legge liberticida

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti