Torino: La censura non ferma gli attivisti, continua la campagna di denuncia dell'apartheid israeliano

Foto INVICTAPALESTINA

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Torino: La censura non ferma gli attivisti, continua la campagna di denuncia dell'apartheid israeliano

 

Riceviamo e Pubblichiamo il comunicato di Invicta Palestina in merito “alla campagna iniziata a Torino il 21 dicembre scorso attraverso l'utilizzo di schermi luminosi posti alle fermate dell'autobus che denunciavano l'apartheid israeliano nei confronti dei palestinesi è stata censurata dopo pochi giorni dalla società di trasporti torinese che ne ha chiesto la rimozione.”

Nonostante la censura “gli attivisti di INVICTAPALESTINA che hanno promosso questa campagna hanno deciso di proseguire la denuncia, attraverso un 'camion vela' che fino a sabato prossimo si muoverà per la città fermandosi nei luoghi di maggior interesse.”

COMUNICATO

IL 21 Dicembre parte a Torino la CAMPAGNA “APARTHEID in PALESTINA”. Dopo pochi giorni, il Gruppo Trasporti Torinese, appellandosi al contratto di concessione, fa rimuovere i 12 manifesti a led 100x200cm.

 I Pannelli a led sono stati rimossi il 28 dicembre dopo pressioni politiche e  con la scusa che si tratterebbe di messaggi di connotazione politica, sono un tipico sostegno all’impunità di cui lo stato d’Israele beneficia da decenni. Ma non è rimuovendo la parola apartheid o applicando il silenzio che la situazione dei diritti umani dei palestinesi migliorerà.

Adesso un CAMION VELA gira per gli stessi luoghi della città con 50mq. di manifesti che denunciano l’APARTHEID.

…possono anche censurare, ma “i fatti hanno la testa dura”. Prosegue con altre modalità la campagna di denuncia dell’apartheid israeliano a Torino

Per i sionisti e chi li sostiene la violazione dei diritti umani deve essere denunciata e condannata se realizzata in Iran e in Afghanistan ma no se in Israele e in Palestina.

Per i sionisti la battaglia per i capelli sciolti ( e il loro significato) e per il diritto allo studio e al lavoro è più importante della battaglia per il diritto alla vita e alla libertà.

In Palestina si può uccidere, espropriare, arrestare e discriminare senza che possa alzarsi una voce di protesta, sia essa internazionale ( Human Rights Watch e Amnesty International) sia essa israelo-palestinese ( B’Tselem e Al Aq).

Ringraziamo tutti/e coloro che hanno contribuito che, siamo certi, continueranno più decisi che mai nella lotta per la liberazione del popolo palestinese.

 

English Version:

On December 21, the “APARTHEID in PALESTINE” campaign started in Turin. After a few days, the Turin transport group, citing the concession agreement, had the twelve 100x200cm LED posters removed.

The lightboxes displaying Amnesty’s denunciation and condemnation of Israeli apartheid are to be switched off in Turin and to never be lit in Milan. The contracts entered into were unilaterally terminated. The reason provided for this is that both the GTT Company, the public transport provider in Turin, and the Mondadori Group, in Milan, do not support any political advertising.

Now a BILLBOARD TRUCK rides through the same places in the city carrying 50m2 posters that denounce APARTHEID.

They can even censor, but “facts are stubborn things”. The campaign to denounce Israeli apartheid in Turin, therefore, continues in other ways.

For the Zionists and those who support them, human rights violations must be denounced and condemned if they are perpetrated in Iran and Afghanistan, but not if they are perpetrated in Israel and Palestine. For the Zionists, the hair cutting protest (and its meaning) and women’s right to study and work are more important than the Palestinian people’s struggle for life and freedom.

For the Zionists, in Palestine it is acceptable to murder, dispossess, arrest, and discriminate people and thus, both international (Human Rights Watch and Amnesty International) and Israeli-Palestinian (B’Tselem and Al-Haq ) human rights organisations are prevented from raising voices of protest. We thank all those who contributed who will surely be more determined than ever in continuing to support the Palestinian people’s struggle for freedom.

More details on the development of the situation and on how the “APARTHEID IN PALESTINE CAMPAIGN” will proceed will follow.

 

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