Trump e l’Ucraina
Da quando ha fatto ritorno alla Casa Bianca, Donald Trump, ha mostrato un atteggiamento ondivago e imprevedibile sul conflitto ucraino. Da una promessa di risoluzione "in un giorno" a minacce al Cremlino e attacchi verbali a Zelensky, il presidente statunitense sembra oscillare tra entusiasmo impulsivo e delusione crescente. La Casa Bianca parla di “ambiguità strategica intenzionale”, ma analisti e insider, come l’ex consigliere John Bolton, parlano piuttosto di un presidente guidato da umori instabili.
Dopo aver dichiarato che "Putin è più facile di Zelensky", Trump ha persino ammesso di fidarsi del leader russo, salvo poi accusarlo di “giocare con il fuoco”. Le sue affermazioni si sono fatte più dure: “Putin ci lancia addosso un sacco di merda”, ha detto martedì, mentre prende in considerazione nuove sanzioni. Allo stesso tempo, la diplomazia russa sembra mantenere il sangue freddo.
Dmitri Peskov ha ribadito che "nessuno può risolvere questo conflitto in una notte". Nel frattempo, il segretario di Stato Marco Rubio ha riferito di nuove proposte da Mosca, lasciando intendere ulteriori virate nell’approccio di Trump.
Ma resta il dubbio: strategia o caos emotivo? Di certo, la guerra in Ucraina non si risolverà con post pubblicati sui social network o battute improvvisate.
Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati