di Antonio Di Siena
Ci sono due modi per commentare il disastro di Palermo.
Il primo è limitarsi a strillare di cambiamenti climatici così che, alla fine della fiera, finisce che la colpa di tutto sto casino è del signor Vito. Disoccupato e residente casa popolare, che ha una Punto a gasolio del ‘98 che inquina come un traghetto.
Il secondo modo è evidenziare come tagli alla spesa, patto di stabilità e parametri europei votati al pareggio di bilancio abbiano letteralmente azzerato la capacità dello Stato italiano di prevenire e difendere territorio e cittadini dai disastri ambientali che, tanto per capirci, avvenivano pure prima del global uorming.
Se non capite la differenza fra i due approcci siete parte del problema.
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