Draghi tra la Scilla e la Cariddi della trappola energetica

09 Febbraio 2022 08:00 Pasquale Cicalese

Oggi pomeriggio, dopo tanto tempo, ho avuto modo di dialogare con un amico del nord, gestore patrimoniale per conto di gente alto benestante di un grosso gruppo finanziario.

Lui chiarisce subito che c’è differenza tra mercati ed economia. I mercati vanno male per l’inflazione e le conseguenti politiche restrittive delle banche centrali occidentali. Ma l’economia segue tuttora la scia del rimbalzo a seguito del crollo del 2020. Un altro aspetto che considera è che non si può parlare di inflazione ma di speculazione nel mercato delle materie prime ed energetiche. L’inflazione di fondo è assente perché dopo 30 anni i salari sono ancora stagnanti. Ciò porta presso diversi operatori economici del mercato mondiale a non preoccuparsi di questa spinta “inflattiva”, dovuta anche a tensioni politiche (vedi Ucraina).

Quanto alle imprese italiane, in questo primo scorcio dell’anno molte tuttora vanno bene, certo riducono i margini, e alcune sono spinte al fermo per alcuni mesi dati i rincari energetici.

Oggi su Il sole 24 ore Federico Visentin presidente di Federmeccanica chiede un intervento urgente e risolutorio da parte del governo. Lo stesso ministro Cingolani è arrivato a dire che tutto il PNNR potrebbe, se continuano così le cose, essere destinato a coprire tali rincari.

Molti non capiscono l’atteggiamento restio di Draghi (anche se ha dato 5 miliardi finora allo scopo) ma questo amico Promotore gli dà ragione perché ritiene che il PNNR sia un debito e se lo si utilizza interamente a coprire costi, politiche assistenziali per le imprese, e non ad investimenti, avrebbe un effetto di default finanziario. Draghi si trova dunque tra Scilla e Cariddi, pressato da Confindustria e da tutte le associazioni.

Sempre oggi ho avuto modo di sentire una persona che si trova al nord: ritiene che le imprese stiano cambiando giorni di turnazione, anche al fine di non pagare straordinari (chi protesta viene additato). Al momento non possono chiedere cassa integrazione perché non avrebbero reali motivazioni, il lavoro c’è. Che il lavoro ci sia, gli ordini e le commesse ci siano è detto da settimane dallo stesso giornale di Confindustria. E’ il paradosso del momento.

Vedremo come sarà risolto.

P. s. Pasquale Cicalese ha aperto un suo blog Pianocontromercato.it dove raccoglierà tutti gli scritti della sua lunga produzione scientifica.

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