Le scelte energetiche dell'UE: il suicidio dell'Italia è servito

18 Agosto 2022 07:00 Gilberto Trombetta

Questa è la bolletta che si è ritrovato un imprenditore italiano per il mese di luglio: 978.000 euro contro i 120.000 dello scorso anno¹. Un aumento del 712% in appena 12 mesi.
Mercato dell’energia, “transizione verde” e sanzioni alla Russia.
Sono queste le 3 principali cause del vertiginoso aumento dei prezzi che si sta abbattendo con violenza inaudita sui cittadini e sulle imprese italiane.
Quando si parla di energia, si parla di quello che dovrebbe essere un monopolio naturale. Che dovrebbe quindi essere di proprietà dello Stato.
Questo proteggerebbe da operazioni meramente speculative.
L’Eni nel primo semestre di quest’anno ha registrato un utile netto di 7,398 miliardi. Un aumento del 570% rispetto al primo semestre dello scorso anno (1,103 miliardi di utile netto)².
Se fosse gestito come un ente pubblico e non come una SPA, anziché avere come primo obiettivo l’aumento dei dividendi per gli azionisti, l’ENI (come faceva quando era gestita da Enrico Mattei) si impegnerebbe a mantenere il più basso possibile il costo energetico per le famiglie e per le imprese italiane.
C’è poi il problema delle scellerate scelte in campo energetico imposte dall’Unione Europa. Il vertiginoso aumento dei costi per i permessi di emissione per la CO2 ha causato l’aumento dei costi dell’energia in nome di una supposta “transizione verde”.
Una scelta suicida di cui abbiamo iniziato a pagare le conseguenze già lo scorso anno.
Ben prima cioè delle autolesioniste sanzioni alla Russia che hanno comportato una ulteriore accelerazione dell’inflazione legata alle materie prime energetiche.
Insomma, le scellerate scelte imposteci dall’appartenenza a UE e NATO stanno mettendo in ginocchio l’intero Paese: imprese e famiglie.
E, come al solito, il conto lo pagheremo noi.

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