La militarizzazione della polizia statunitense

Con la morte di George Floyd il dibattito sulla violenza della polizia statunitense è tornato prepotentemente sulle prime pagine dei giornali di mezzo mondo. A fianco alle notizie sul Covid troviamo quindi le varie opinioni sul perché le forze dell’ordine nordamericane siano così violente nei confronti della minoranza afroamericana. Strettamente collegato a queste questioni c’è la discussione sulla militarizzazione della polizia. Un fatto poco conosciuto ma decisivo per capire la deriva che sta prendendo il problema degli abusi polizieschi sulla popolazione in generale ma soprattutto sulla componente nera.


Il programma 1033


Negli anni 90 è stato creato il programma 1033. Questa iniziativa del Dipartimento della Difesa nordamericano consisteva nel permettere alla polizia di accedere a veicoli, alle armi e addirittura agli elicotteri che l’esercito non usava più. Le forze di polizia locali fanno richiesta e attraverso questo programma possono ottenere tutte le armi e i mezzi pesanti che solitamente appartengono alle forze armate. Qualche numero: da quando è stato creato, ottomila agenzie hanno usufruito del programma 1033 per un valore di sei miliardi di dollari tra fucili d’assalto, mezzi di terra e di aria. Ma il turning point si ha dopo il 9/11. Con il Patriot Act la polizia acquisisce più potere e così aumentano le richieste per accedere ai veicoli inutilizzati dell’esercito. Ancora qualche dato risalente al 2006: sono stati richiesti 79.288 fucili d'assalto, 205 lanciagranate, 11.959 baionette, 3.972 coltelli da combattimento. Ma anche attrezzature per la visione notturna del valore di 124 milioni di dollari, compresi gli obiettivi da cecchino per la visione notturna, 479 robot detonatori di bombe, 50 velivoli (!) di cui 27 aerei da trasporto merci, 422 elicotteri e anche equipaggiamento mimetico dal valore di più di 3.6 milioni dollari. La polizia ha aumentato del 1400% rispetto al 1980 la formazione di unità paramilitari. La deriva è già ben avviata. Obama nel 2015 ha cercato di mettere un freno a questo fenomeno ma la sua resistenza è crollata dopo appena un anno. Le proteste delle forze di polizia alla decisione del primo presidente afroamericano gli hanno fatto fare marcia indietro. La sua resistenza è stata breve.


Le conseguenze


Le conseguenze sono quindi gravi. L’ordine pubblico è sempre di più gestito con tattiche che sono uguali a quelle utilizzate dall’esercito. Anche l’equipaggiamento dei poliziotti impegnati nelle proteste di piazza è cambiato diventando di fatto indistinguibile da quello usato in scenari bellici. Nel documentario “Whose Streets?” si mostra la reazione militaresca della polizia davanti alle proteste dei cittadini di Ferguson, Missouri. I manifestanti erano scesi in piazza contro l’uccisione di un ragazzo di colore, Micheal Brown. La repressione era stata pesante e palesemente sproporzionata. Ma non è stato un caso isolato, si vedano le passate proteste a Baton Rouge, Chicago e quelle di questi giorni a Minneapolis. Tutte affrontate con il pugno duro da parte della polizia. In conclusione il programma 1033 e l’uso enorme che ne è stato fatto dalle forze di polizia ha causato un deterioramento del rapporto di fiducia tra popolazione e agenti in un contesto già difficile come quello negli USA dove le tensioni razziali, la povertà e la ghettizzazione si mescolano in un calderone che rischia di esplodere.



In Italia il G8 di Genova del 2001 ha portato a una necessaria rivisitazione della gestione dell’ordine pubblico per evitare un’altra debacle come quella avvenuta nel capoluogo ligure. Negli USA è accaduto l’opposto. L’ordine pubblico è stato gestito in maniera sempre più simile a come agisce l’esercito. Le varie proteste, spesso una reazione agli abusi sugli afroamericani, sono state represse con una sfilata di mezzi militari e membri delle forze dell’ordine in equipaggiamento pesante che hanno mostrato al mondo il carattere repressivo delle agenzie di sicurezza nordamericane. La tendenza, che ha radici negli anni ottanta, non è stata frenata né dai democratici né dai repubblicani.


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