L'AIIB è un trionfo strategico per Pechino. FT


La Banca Asiatica d'Investimento per le infrastrutture, AIIB, l'istituzione finanziaria promossa dalla Cina che Washington ha fatto del suo meglio per minare l'anno scorso, si è guadagnata il centro della scena geopolitica nonostante la concomitanza con altri, apparentemente più importanti, eventi come il vero e proprio crollo dello stato yemenita e la crisi in corso in Grecia.
Se, come scrive ZeroHedge, l'importanza di questo successo non sta solo in una mossa da parte di Pechino per inaugurare una dottrina sino-Monroe, ma anche nell'avviare simultaneamente il mondo sulla via dell'egemonia dello yuan, bisogna riconoscere ai cinesi di aver convinto tutta una coorte di nazioni occidentali ad aderire alla Banca con qualche certezza che ci sia almeno una parte dell'istituzione che in realtà mira a promuovere lo sviluppo delle infrastrutture, piuttosto che operare esclusivamente come ultimo strumento di politica estera di Pechino.
Secondo il NY Times e il FT, la Cina "non può credere alla sua fortuna."
La corsa improvvisa per unirsi alla nuova banca asiatica della Cina entro la scadenza di questa settimana, comprese le applicazioni dell'ultimo minuto da parte dei paesi difficilmente considerati migliori amici di Pechino, ha lasciato attoniti anche i cinesi.
Pochi a Pechino avrebbero creduto che Taiwan, considerata ancora un territorio separatista dalla Cina, avrebbe aderito Lo stesso vale per la Norvegia, i cui rapporti con i cinesi sono stati freddi dalla sua decisione cinque anni fa di assegnare il Premio Nobel per la pace a uno scrittore cinese dissidente.
Ma dopo la scadenza, la Cina ha annunciato di aver riunito 46 soci fondatori per la sua nuova Banca Asiatica. Tra le sorprese: Mentre la Cina si aspettava soprattutto l'adesione dei suoi vicini, il conteggio definitivo dei paesi che hanno chiesto a gran voce di partecipare include 14 economie avanzate del G20, molti dei quali - come il Brasile, la Francia, la Germania e la Russia - fuori dall'Asia .
"Un tale sostegno era inaspettato", ha detto Jin Canrong, professore di relazioni internazionali all'università Renmin di Pechino.
L'impennata delle richieste dell'ultimo minuto per unirsi alla banca è considerata una grande vittoria per la Cina in una rara resa dei conti pubblica con gli Stati Uniti, che si sono opposti alla banca, in quanto le due potenze cercano di avere la meglio, l'una sull'altra, per l'influenza in Asia. E' stato anche un riconoscimento della realtà economica; La Cina ha tasche profonde e le istituzioni sostenute dagli Stati Uniti non hanno soddisfatto le crescenti richieste di strade, ferrovie e oleodotti in Asia.
... Ed ecco il FT :
Il governo cinese difficilmente può credere alla sua fortuna. La scorsa settimana Benjamin Netanyahu ha impegnato Israele ad unirsi alla nuova Banca Asiatica d'Investimento di Pechino.
Mentre i pessimi rapporti tra il primo ministro israeliano e il presidente americano Barack Obama sono noti, Pechino non poteva aspettarsi di attirare un tale alleato americano nell'AIIB quando ha concepito dell'istituzione due anni fa.
Quella che era iniziata come una defezione apparentemente donchisciottesca del Regno Unito - il primo partner degli Stati Uniti sordo alle proteste americane rifuardo all'adesione alla banca - si è trasformata in un trionfo strategico per Pechino.
In altre parole, conclude ZH, il solo mulino a vento ora è Washington, bloccata tra l'idea che questa istituzione sia in qualche modo carente quando si tratta di "standard" occidentali e un mea culpa umiliante che non è davvero un'opzione dato il fermo rifiuto fermo della Casa Bianca di sostenere l'impresa cinese.

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