1.098.008.000.000 di dollari. I numeri di 60 anni di embargo USA contro Cuba

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Cifre da brividi, che mettono a nudo, il cinismo e la brutalità degli USA, delle loro amministrazioni, repubblicane o democratiche, verso Cuba. Washington ha incrementato quello che non è altro che un nuovo strumento di genocidio, ovvero le sanzioni, neanche la pandemia ha frenato l'uso di questo mezzo che serve solo ad incrementare le sofferenze dei popoli.
 
Cuba resiste però, e ancora combatte contro l'arroganza imperialista degli USA.
 
Il ministero degli Esteri ha presentato nei giorni scorsi il Resoconto di Cuba ai sensi della risoluzione 74/7 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, intitolato "Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d'America contro Cuba".
 
Questo nuovo rapporto, o aggiornamento, copre il periodo compreso tra aprile 2019 e marzo 2020, "caratterizzato da una grave regressione nelle relazioni bilaterali Cuba-Stati Uniti (USA) e da un progressivo inasprimento del blocco economico, commerciale e finanziario."
 
L'avvento di Trump ha particolarmente reso difficile la situazione.
 
Nel documento presentato dalla cancelleria cubana, si legge che da aprile 2019 a marzo 2020, il blocco ha causato perdite a Cuba pari a dollari 5.570.300.000. Ciò rappresenta un aumento di circa 1.226.000.000 dollari rispetto al periodo precedente. Per la prima volta, l’ammontare totale dei danni causati da questa politica in un anno supera la barriera dei cinque miliardi di dollari, il che dimostra fino a che punto il blocco si sia intensificato in questa fase. I danni calcolati non includono le azioni del governo degli Stati Uniti nel contesto della pandemia di COVID-19 poiché il periodo in esame si ferma a marzo 2020."
 
 
Si ricorda, tra l'altro, che "a prezzi correnti, i danni accumulati durante quasi sei decenni di applicazione di questa politica ammontano a 144.413.400.000 dollari. Dato il deprezzamento del dollaro rispetto al valore dell’oro nel mercato internazionale, il blocco ha cagionato danni misurabili di oltre 1.098.008.000.000 dollari. Questo valore rappresenta una crescita del 19% rispetto al periodo precedente, a seguito di un incremento del prezzo dell’oro di 18,3%."
 
Si ricorda, inoltre, che " il COVID-19 ha posto notevoli sfide a Cuba, e gli sforzi del paese per combatterla sono stati significativamente limitati dai regolamenti del blocco statunitense. La natura genocida di questa politica è stata rafforzata nel confronto con il nuovo coronavirus, poiché il governo degli Stati Uniti l’ha utilizzata, in particolare la sua componente extraterritoriale, per privare deliberatamente il popolo cubano di ventilatori polmonari meccanici, mascherine, kit diagnostici, occhiali protettivi, tute, guanti, reagenti e altre forniture necessarie per combattere questa malattia. La disponibilità di queste risorse può fare la differenza tra la vita e la morte per i pazienti portatori del virus, nonché per il personale sanitario che se ne prende cura."
 
Tutte queste restrizioni non hanno impedito, "nonostante le sue azioni, il governo degli Stati Uniti non è stato in grado di evitare che fino al 1 luglio 2020 oltre 3000 collaboratori cubani, organizzati in 38 brigate mediche, abbiano contribuito alla lotta contro questa pandemia in 28 paesi e 3 territori non autonomi; per non parlare degli sforzi dagli oltre 28 mila professionisti della salute cubani che già prima del COVID-19 offrivano i loro servizi in 59 nazioni."
 
Cuba, lancia un appello: "Nell’attuale congiuntura, in cui l’umanità sta affrontando una crisi economica e sociale accentuata dalla pandemia di COVID-19, le cui dimensioni nessuno è in grado di prevedere con certezza, è più giusto che mai che la comunità internazionale richieda la fine del blocco imposto dal governo degli Stati Uniti contro Cuba, blocco che costituisce il più complesso e prolungato sistema di misure coercitive unilaterali mai imposte contro qualsiasi paese."
 

 

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