10 febbraio, Alessandro Barbero: memoria storica e l'uso politico delle foibe

10 febbraio, Alessandro Barbero: memoria storica e l'uso politico delle foibe

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Lo storico italiano Alessandro Barbero è come sempre il punto di riferimento più affidabile per tracciare coraggiosi demarcazioni sulle bufale storiche propagandate ad uso e consumo del mainstream.
 
Non esiste la memoria condivisa, esiste la Storia e l'utilizzo, serio o propagandistico che sia, che se ne fa. Capire cosa hanno fatto gli italiani dal 1918 al 1945 agli slavi non significa negare ciò che è accaduto, ma serve a non cadere nel revisionismo storico, utile solo a riabilitare il fascismo e a nasconderne i crimini, tra cui il genocidio dei popoli slavi.
 
Il 10 Febbraio è stato istituito non per "ricordare le vittime" di una rappresaglia, ma per controbilianciare il 25 Aprile e dare ai fascisti, oramai sdoganati, una parvenza di innocenza, di non complicità coi nazisti. Il tutto condito da un anticomunismo isterico che va sempre bene.
 
"Quella parte d'Italia che ha visto male il 25 aprile sempre più sentono di avere spazio politico e ad un certo punto un governo che è fatto di gente che si sentiva più dalla parte dei fascisti che ai partigiani. Facciamo un altro giorno di ricordo per ricordare qualcosa dall'altra e nasce il 10 febbraio come ricordo delle foibe". 
 
 
 
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Vi riproponiamo questo articolo completo pubblicato nel 2016 su l'AntiDiplomatico da Davide Busetto che vi offre un quadro dettagliato degli avvenimenti.
 
 

di Davide Busetto*

(Pubblicato con l’autorizzazione di Alessandra Kersevan)
 
UNA PREMESSA NECESSARIA: Nella prima guerra mondiale avvenne l’occupazione e, successivamente, l’annessione della Venezia Giulia allo Stato italiano (Regno d’Italia). Iniziò subito la snazionalizzazione degli abitanti di nazionalità slovena e croata della regione. Con l’arrivo del fascismo le squadracce colpirono associazioni culturali, politiche e sociali; successivamente, grazie alle leggi speciali, si procedette all’italianizzazione di nomi e cognomi e alla proibizione delle lingue (slovena e croata) in scuole e amministrazioni pubbliche, proibizione che successivamente venne estesa ad ambiti sempre più personali.
 
REPRESSIONE: il Tribunale speciale per la difesa dello Stato venne spostato  appositamente per far fronte alle azioni di sloveni e croati, a Trieste. Nel 1930 e nel 1941 due processi finirono con molte condanne a morte e l’esecuzione a Trieste di nove sloveni. Tutto ciò creò rancore non tanto verso gli italiani quanto verso il fascismo. Era il fascismo a far coincidere l’italianità con se stesso.
 
LA GUERRA: Aprile 1941 – Settembre 1943, 29 mesi di occupazione di vari territori della Jugoslavia, fra cui la Slovenia meridionale che venne trasformata in Provincia “italiana” di Lubiana. Durante questa occupazione venne effettuata la fucilazione, da parte dei fascisti prima e dei nazisti dopo l’8 settembre ’43, di migliaia di uomini, e la deportazione in campi di concentramento di donne e bambini. Se qualcuno veniva sorpreso a sabotare l’esercito italiano veniva fucilato, il paese dove era stato scoperto veniva bruciato e la popolazione deportata in campi di concentramento. Nei campi di concentramento sul territorio italiano più quelli sulle isole dalmate i prigionieri civili jugoslavi erano tra i 100 e i 150.000. Almeno 7000 di questi morirono per fame e malattie. Dopo il 25 Luglio (caduta del fascismo) la repressione proseguì durante il periodo badogliano;  la fine di questa repressione si ebbe solo con l’8 settembre 1943, cioè con la capitolazione dell’esercito.
 
INVASIONE TEDESCA: Dopo l’8 settembre ’43 i territori di Udine, Trieste, Gorizia, Pola, Fiume e della provincia “italiana” di Lubiana vennero invasi dai tedeschi, come il resto d’Italia, però gli invasori qui si comportarono in maniera diversa. Nel resto del paese si formò la Repubblica Sociale, in questi territori invece si ebbe il governo diretto dei nazisti. Il battaglione Mussolini, la Decima Mas, la Guardia Civica e altre milizie andarono direttamente sotto il comando di Hitler. (Se i nazisti avessero vinto la guerra quei territori sarebbero diventati tedeschi, non sarebbero cioè rimasti italiani).
 
LE FOIBE:?
 
FOIBE ISTRIANE: dopo l’8 Settembre 1943 si formò in Istria un potere popolare, i cui esponenti procedettero all’arresto di diversi rappresentanti dello stato (fascista) italiano. A quel tempo chi in Istria rappresentava lo stato italiano, compresi i segretari comunali, i maestri ecc., non poteva non essere fascista. Alcune centinaia di queste persone riuscirono a nascondersi. Come risulta anche dai quotidiani dell’epoca, che ne riportarono i necrologi, gli arrestati non vennero uccisi subito, la loro morte avvenne circa 20 giorni dopo e cioè quando i nazi-fascisti riconquistarono l’Istria. I tedeschi, sotto la guida di quei fascisti che scapparono alla cattura, invasero l’Istria incendiando decine di villaggi e uccidendo migliaia di persone. Nel dicembre 1943 gli stessi tedeschi si sarebbero vantati di aver messo fuori combattimento circa 10.000 persone, di cui 3 mila uccisi e gli altri deportati nei campi di concentramento. Il 4/5 ottobre, l’Istria passa direttamente sotto il controllo tedesco con il bombardamento di Pisino. Nella ritirata, i partigiani portarono con sé i prigionieri e li uccisero, gettandone i corpi nelle foibe. In tutto questo caos e confusione sicuramente ci sarà stata qualche vendetta personale nei confronti di persone che non avevano avuto responsabilità particolari nel fascismo.
 
LE FONTI FASCISTE: Un rapporto dei vigili del fuoco di Pola incaricati nel 1943 di recuperare i corpi nelle foibe, rapporto fornito nel giugno 1945 agli anglo-americani, riportava poco più di duecento corpi più qualche altra decina di cadaveri di persone uccise in altro modo. Il federale dell’Istria Luigi Bilucaglia nell’aprile 1945 inviò a un componente del CLN triestino, suo conoscente, una lettera in cui indicava circa 500 pratiche da lui raccolte di italiani scomparsi per mano partigiana. I morti quindi vanno da 200 a 500 per le foibe istriane.
 
FOIBE TRIESTINE: Sul monumento di Basovizza si legge che questo pozzo conteneva circa 500 m. cubi di morti, unità di misura alquanto particolare per misurare i deceduti. Nei libri che vengono venduti sul posto si parla di 2500 infoibati a Basovizza e di altri 1000 a Monrupino. 3500 in totale quindi, che sarebbero stati uccisi nel 1945, durante i quaranta giorni di amministrazione jugoslava di Trieste.
 
BASOVIZZA: Nell’estate/autunno 1945 gli angloamericani avevano proceduto ai recuperi. Avevano trovato solo i resti di 10 corpi di persone che probabilmente erano da identificare come soldati tedeschi. Nel Febbraio 1946 arrivò ordine da Londra e Washington di sospendere le ricerche perché non avevano dato risultati. Sempre nel Febbraio gli angloamericani inviarono un telegramma alle autorità triestine dove dissero che sospendevano le ricerche per “mancanza di mezzi adeguati”, così da non dare la possibilità agli jugoslavi di dimostrare che quella della foiba di Basovizza era stata tutta una montatura contro di loro.
 
MONRUPINO: nei giorni successivi al 1° maggio ci fu una battaglia tra tedeschi e partigiani. I tedeschi, nella ritirata, vennero bombardati da aerei inglesi. In quella occasione i loro corpi vennero gettati nelle foibe, fra cui quella di Monrupino, come luogo di sepoltura temporaneo. Successivamente i corpi vennero recuperati dalla autorità tedesche e portati in un cimitero vicino a Verona. Tuttavia, oggi, a Monrupino, c’è una lapide su cui si legge che lì vennero infoibati dei dalmati.
 
Spero di aver fatto, grazie alla editrice Kersevan, un po’ di chiarezza per quanto riguarda l’argomento “foibe”. Questi sono soltanto alcuni dei dati – poco conosciuti al grande pubblico – da tener presenti quando si parla dell’argomento.
 
bibliografia:
 
Kersevan A., LAGER ITALIANI. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi 1941-1943, Nutrimenti, Roma 2008.
 
Cernigoi C., OPERAZIONE FOIBE TRA STORIA E MITO, Kappa Vu, II edizione Udine 2012.
 
AA. VV. FOIBE. Revisionismo di stato e amnesie della Repubblica, Atti del convegno: “Foibe: la verità. Contro il revisionismo storico. Sesto San Giovanni, 9 febbraio 2008”, Kappa Vu, Udine 2009.
 
Polvice, LA FOIBA DEI MIRACOLI. Indagine sul mito dei “sopravvissuti”, Kappa Vu, Udine 2008.
 

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