Accordo ventennale Iran-Russia, avvertimento per l'Occidente

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Accordo ventennale Iran-Russia, avvertimento per l'Occidente

 

Un vero e proprio Risiko geopolitico che vede Russia e Iran dover affrontare l'occidente su due fronti. Mosca sul quello dell'Ucraina e l'adesione di Kiev alla NATO con il rischio di vedersela ai propri confini, e Teheran  alle prese con i negoziati sul nucleare, dove i partner occidentali sembrano fare orecchie da mercante alle richieste dei negoziatori persiani, i quali pongono come base dell'accordo la revoca della sanzioni da parte degli Stati Uniti.

Sia la richiesta di Mosca che quelle di Teheran nelle rispettive trattative sono considerate esagerate, irragionevoli da parte dell'occidente che conosce solo due risposte quando due paesi sovrani non vogliono sottostare ai loro diktat: sanzioni e guerra.

A questo proposito, ieri il media statunitense The National Interest ha ritenuto "prezioso" questo accordo ventennale, perché "rileva le convinzioni sia di Teheran che di Mosca nei loro negoziati con l'Occidente". La Repubblica islamica dell'Iran e la Russia stanno per firmare un accordo di cooperazione strategica ventennale volto a rilanciare il commercio e creare sinergie tra i due Paesi, i due obiettivi delle sanzioni statunitensi degli ultimi anni. In questo senso, ha sottolineato il media nordamericano, la prospettiva dell'accordo può conferire a Teheran e a Mosca l'influenza politica che cerca nei negoziati con i paesi occidentali, anche se l'accordo ha pochi vantaggi tangibili per entrambi i paesi. In pratica, è più l'occidente ad essere preoccupato per un'alleanza tra due paesi sanzionati. 

L'ambasciatore iraniano in Russia, Kazem Jalali, ha chiarito a gennaio che "gli Stati Uniti e l'Occidente, in generale, sono preoccupati per le nuove alleanze che si stanno attualmente formando sulla scena internazionale e la coalizione della Repubblica islamica dell'Iran, la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese sono esempi di queste alleanze strategiche”.

Il 19 gennaio scorso il  presidente iraniano, Seyed Ebrahim Raisi, ha incontrato il suo omologo russo, Vladimir Putin,  a Mosca, , con l'obiettivo di rafforzare la cooperazione bilaterale in vari campi, tra cui quello economico, politico, militare e tecnologico.

Questa visita del capo del governo persiano è stata considerata una svolta nei rapporti tra Teheran e Mosca e rappresenterà una buona occasione per rafforzare ulteriormente i legami tra le due parti e affrontare gli embarghi imposti da Washington nei loro confronti, come evidenziato da diversi analisti.

Al riguardo, Raisi ha sottolineato nel suo discorso alla Duma (Camera bassa del parlamento russo), che la debolezza degli Usa è dovuta alla resistenza dei paesi indipendenti, tra cui Iran e Russia.

Insomma, c'è vita e cooperazione, con il rispetto reciproco in Oriente. L'Occidente sembra affogare nella sua smania egemonica non  restando altro mezzo che rispolverare la sua politica guerrafondaia.

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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