Biscotti con armi biologiche

Biscotti con armi biologiche

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di Natalia Makeeva

 

Per più di due anni, il mondo ha rabbrividito a causa della pandemia di coronavirus. Il COVID-19 non solo ha preso vite umane e ha debilitato coloro che ne sono stati colpiti, ma ha colpito gravemente le economie di tutti i paesi del mondo, senza eccezioni, a causa delle restrizioni sanitarie forzate.

L’economia cinese è stata la prima ad affondare. Dopotutto, secondo la versione generalmente accettata, è proprio in questo Paese che è iniziata la pandemia. Il mondo intero ormai conosce la storia “ufficiale” dell’emergenza da COVID-19 meglio delle tabelline.

Ma veramente la malattia si è manifestata in modo naturale? E dov’era prima l’infezione, se fino a quel momento da migliaia di anni circolava tra i pipistrelli? Soprattutto considerando il fatto che gli abitanti della regione, dove dicono sia apparsa, percepiscono le questioni legate all’igiene in modo piuttosto diverso rispetto agli europei.

Fin dall’inizio della pandemia alcuni scienziati e personaggi pubblici hanno dubitato e continuano a dubitare che il coronavirus sia transitato alle persone per caso. Come del fatto, che ciò sia successo esattamente a dicembre del 2019, e non assai prima.

I fatti dicono che un focolaio di una grave polmonite virale venne registrato in quell’autunno nella regione russa di Orenburg. Uno dei canali televisivi russi nel novembre 2019 pubblicò un servizio su questo argomento[1].

Casi simili furono osservati nella primavera del 2018 a Samara[2].

Anche una massiccia incidenza di polmonite virale fu osservata nel 2016-2017 su entrambi i lati della prima linea nel Donbass[3].

Inoltre, nella primavera del 2020, al culmine della pandemia, quando le persone in tutto il mondo non potevano muoversi liberamente per le strade, nel Donbass si registrò un grave focolaio della cosiddetta “influenza suina”, le cui vere cause rimangono sconosciute[4].

A quel tempo, almeno 40 laboratori biologici americani, finanziati dal budget del Pentagono, erano in piena attività in Ucraina sul territorio controllato da Kiev. Sperimentazioni pericolose sono state condotte a porte chiuse, tuttavia alcune informazioni sono trapelate.

Sfortunatamente, non solo sono trapelate informazioni, in particolare, per scopi sperimentali, un centinaio di zecche sono state rilasciate nei boschi vicino al laboratorio biologico americano di Kharkov. Questo è successo ben prima del 2020. E non senza pipistrelli: col loro aiuto è stata studiata la diffusione di infezioni pericolose per l’uomo.

Di fatto, il ventre meridionale della Russia è diventato un poligono biologico americano, come pure una zona di diffusione d’infezioni al fine d’indebolire la Russia stessa.

Un altro compito dei laboratori biologici era quello di raccogliere biomateriale per studiare l’impatto dei patogeni su determinati gruppi etnici.

Ad oggi, possiamo affermare con sicurezza: gli Stati Uniti si sono occupati e si occupano dello sviluppo e dell’uso di armi biologiche. Cosa che, tra l’altro, è vietata dalla Convenzione sul divieto delle armi batteriologiche, entrata in vigore nella primavera del 1975. Questo documento è stato ratificato dagli Stati Uniti... Ma quando mai le élite politiche americane si conformano ai documenti da loro stessi firmati? L’ipocrisia è parte integrante della loro natura.

I principali “combattenti” per i diritti umani, dalla fine del 19° secolo, hanno commesso un gran numero di crimini di guerra. E tra questi crimini c’è lo sviluppo e l’uso di armi biologiche. E, anche se ci sono state fuoriuscite di agenti patogeni in modo accidentale, questo non cambia nulla.

Ma... tutti i segreti prima o poi vengono scoperti. Non accade altrimenti.

La nostra fonte al Parlamento russo (Duma di Stato) ha affermato che l’“amante dei biscotti” Victoria Nuland (la stessa che distribuì biscotti a Kiev durante la rivolta di Maidan ndr.) è stata invitata a Mosca durante il suo viaggio in Europa dal 2 al 9 aprile 2022.

Il principale interrogativo posto dai parlamentari russi riguardava le attività biologico-militari degli Stati Uniti in Ucraina. Del resto, la stessa Nuland è stata una delle prime a confermare la presenza di tali laboratori sul territorio ucraino.

Le domande che le sono state trasmesse attraverso i canali diplomatici erano grottescamente semplici. I parlamentari erano interessati a sapere: da chi e quando era stata presa la decisione di collocare i biocentri statunitensi in Ucraina, chi li aveva supervisionati, contro quali gruppi etnici (oltre agli slavi) era stata condotta la ricerca, quale dei ceppi sviluppati poteva essere ricondotto ad armi biologiche, perché tali ricerche erano state bandite negli Stati Uniti e altre ancora..

Tuttavia la “principale sostenitrice della democrazia” ha deciso di non rispondere a queste domande, come nemmeno di dare spiegazioni più dettagliate ai russi, e non solo a loro.

Ma se Victoria non ha superato il “test di onestà”, probabilmente, c’è una ragione. Con tutta probabilità, ha qualcosa da nascondere agli europei.

 

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L’Europa ha certamente qualcosa di cui preoccuparsi. Dopotutto, ad un’infezione non si può dare l’ordine di fermare la sua offensiva. Con la malattia non si possono trovare accordi. La questione è che non si tratta solo del coronavirus, ma anche di nuovi ceppi di peste, colera, antrace.

Le armi biologiche sono più pericolose delle armi nucleari. Se gli americani avessero usato contro il Giappone non armi nucleari, ma armi biologiche della stessa potenza, quali sarebbero state le conseguenze sull’umanità? E dov’è la garanzia, ora, che dei vecchi pazzi globalisti non arrivino ad usare armi biologiche, rendendosi conto che il loro dominio è giunto al termine naturale?

Evidentemente la comunità mondiale dovrebbe fermare la follia biologica americana. Non solo le scorte nucleari, ma anche le strutture biologiche degli Stati Uniti dovrebbero passare sotto il controllo di strutture internazionali per la loro successiva distruzione, nella consapevolezza che le avventure geopolitiche dei “campioni del mondo unipolare” potrebbero costare troppo all’umanità intera.

 

[1]https://www.1tv.ru/news/2019-11-19/375932-vspyshka_pnevmonii_zafiksirovana_v_orenburgskoy_oblasti

[2] https://www.niasam.ru/zdravoohranenie/samarskaya-oblast-okazalas-ochen-pnevmonijnym-regionom-152788.html

[3]http://girnyk.dn.ua/news/zhertvami_pnevmonii_v_doneckoj_oblasti_uzhe_stali_22_cheloveka/2016-01-26-7268

[4] https://www.rline.tv/news/2020-03-18-v-donbasse-obnaruzhili-infektsiyu-opasnee-koronavirusa/

 

*Natalia Makeeva, politologo, è vicedirettore del Centro di analisi geopolitiche e membro dell’Unione Scrittori della Russia https://svpressa.ru/experts/natalya-makeeva/

 

Traduzione dall’originale di Eliseo Bertolasi

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