Bolivia, Evo Morales: "Il tribunale elettorale sta sabotando i seggi elettorali"

Bolivia, Evo Morales: "Il tribunale elettorale sta sabotando i seggi elettorali"

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

 

Mancano ormai pochi giorni alle elezioni in Bolivia. Secondo tutti i sondaggi, il MAS, partito dell’ex presidente Evo Morales, vincerà a mani basse. L’unico dubbio verte intorno al fatto se la formazione della sinistra boliviana che candida l’ex ministro dell’Economia Lucho Arce, riuscirà ad ottenere i dieci punti di distacco sull’altro candidato più votato o superare il 50% delle preferenze per ottenere la presidenza già al primo turno senza bisogno di ricorrere al ballottaggio. A tal proposito si sono registrati dei ritiri di alcuni candidati di opposizione come l’ex presidente ‘Tuto’ Quiroga e la golpista autoproclamata presidente Jeanine Áñez, in modo da non disperdere il voto di una detra molto frammentata. 

 

Ma ci si può fidare di elezioni organizzate da un governo golpista salito al potere dopo aver scippato l’elezione a Evo Morales con l’accusa di brogli che non si sono mai verificati, come hanno appurato diverse inchieste indipendenti?

 

Certo che no. I rischi di brogli per impedire la vittoria del MAS sono molto alti. COme denuncia lo stesso ex presidente Evo Morales ai microfoni dell’emittente argentina - dove si trova attualmente come rifugiato politico - AM750 nell’ambito del programma condotto dal giornalista Victor Hugo Morales. 

 

Evo Morales punta il dito contro il Tribunale Supremo Elettorale della Bolivia. “"Il tribunale sta sabotando i seggi elettorali e ora non consente la convalida dei verbali dopo le elezioni”, poi aggiunge, “abbiamo detto che, per evitare frodi, è necessario raccogliere tutti i verbali per controllare i voti. Cosa vuole nascondere la Corte Suprema?”. 

 

L’ex presidente ha inoltre affermato che bisogna assolutamente evitare il conteggio rapido dei voti attraverso il cosiddetto TREP, uno dei sistemi utilizzati per ordire il golpe nei suoi confronti. “Il TREP è un conteggio provvisorio in cui i dati dalle città arrivano sempre prima dei dati dalle campagne. Non riflette l'intenzione di voto della Bolivia profonda”.

 

Riguardo l’Organizzazione degli Stati Americani che ha svolto un ruolo centrale nel montare le false accuse di brogli nei confronti di Evo Morales, il primo presidente indio della Bolivia ha affermato che l’organizzazione guidata da Almagro è ormai totalmente discreditata. Adesso ci sono molte altre istituzioni e organizzazioni credibili e qualificate pronte a sovrintendere la contesa elettorale come “il gruppo Puebla, Unasur, le Nazioni Unite, l'Unione europea e persino l'ex presidente del Paraguay, Fernando Lugo".

 

In ogni caso Evo Morales si è mostrato molto fiducioso sull’esito delle elezioni, affermando che il suo partito vincerà la contesa con oltre il 50% dei voti come accaduto nel 2005. "La partecipazione in piazza è impressionante. Anche chi non ha votato per noi è indignato dal golpe di Jeanine Añez. I giovani si stanno rendendo conto di come si vive con la destra e la dittatura”. 

 

Intanto il MAS ha chiuso la sua campagna elettorale con un imponente manifestazione. Il candidato Lucho Arce  ha sottolineato che il 18 ottobre il popolo "recupererà la democrazia", assicurando che "il MAS è più vivo che mai”. 

Potrebbe anche interessarti

Strage di Suviana e la logica del capitalismo di Paolo Desogus Strage di Suviana e la logica del capitalismo

Strage di Suviana e la logica del capitalismo

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda di Geraldina Colotti Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

La fine dell'impunità di Israele di Clara Statello La fine dell'impunità di Israele

La fine dell'impunità di Israele

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Lenin, un patriota russo di Leonardo Sinigaglia Lenin, un patriota russo

Lenin, un patriota russo

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni) di Giuseppe Giannini Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare di Michelangelo Severgnini Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar di Paolo Arigotti Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti