Cina–Pakistan. CPEC: punta di diamante della Nuova Via della Seta

Cina–Pakistan. CPEC: punta di diamante della Nuova Via della Seta

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di Juri Carlucci - Cumpanis

 

La Repubblica Popolare Cinese e il Pakistan inaugurano le loro relazioni diplomatiche nel maggio del 1951, immediatamente dopo la fondazione dello Stato cinese (1949). Anni di meravigliosa amicizia e di scambi proficui, di rapporti commerciali e di accordi di libero scambio, ma anche di cooperazione in campo energetico. Si pensi, anche, che nel 1967 entrambi i Paesi decisero di ‘riabilitare’, in chiave moderna, l’antica  ‘Via della Seta’ per migliorare il livello e la stabilità dei commerci attraverso le regioni dello Xinxiang e Gilgit, iniziando a costruire, con un accordo bilaterale, la Karakorum Highway.

Alcuni incontri ufficiali tra i due Paesi asiatici hanno segnato una nuova stagione di accordi. Il Presidente cinese, Jiang Zemin, nel 1996, ha stabilito la direzione per la futura cooperazione nel campo della economia ed in altri settori. Il Presidente Musharraf ed il Presidente Hu Jintao hanno lanciato numerose iniziative per rafforzare la cooperazione economica e allo sviluppo, come gli accordi per la cooperazione bilaterale, fondamentali, firmati nel novembre del 2003. Altri Memorandum of understanding (MoUs) e trattati furono firmati tra i due Paesi nel 2005, nel 2006 e nel 2007. Il Pakistan e la Cina stanno lavorando insieme per espandere la base industriale del Pakistan attraverso la istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES) e la cooperazione scientifica e tecnologica. Nei prossimi anni sarà potenziata la capacità di produzione e diversificazione del prodotto. Il Pakistan sarebbe alla ricerca di mercati per esportare il surplus e la RPC sarebbe il mercato preferito.

L’amicizia e la pluralità di interessi comuni, sfociano nell’anno 2013 nel lancio del China – Pakistan Economic Corridor (CPEC). Un enorme serie di progetti di infrastrutture del valore di decine di miliardi di dollari, punta di diamante della ancor più vasta ‘trasformazione planetaria’ nella mobilità e nella logistica delle merci e nella offerta di servizi a livello intercontinentale che è l’iniziativa cinese Belt and Road (BRI). Il CPEC è progettato in diverse fasi, graduali : a breve termine, a medio termine e a lungo termine. Il programma, per così dire, viene eseguito con traguardi specifici di ciascuna delle tre fasi. I due Governi stanno anche lavorando per finalizzare il Piano a lungo termine che fissa il futuro corso del lavoro. Vi sono delle aree di cooperazione ben identificate: connettività, sviluppo agricolo e riduzione della povertà, energia, parchi commerciali e industriali, turismo, cooperazione finanziaria e cooperazione per collegare i mezzi di sussistenza e gli scambi non governativi. La prima fase CPEC ha creato, immediatamente, una richiesta di nuovi impiegati e di manodopera (maggior parte interna), oltre a grandi opportunità di bussiness. Si sta entrando, dal 2019, nella seconda fase CPEC, tuttora in corso. Il Presidente pakistano, Arif Alvi, in visita a Pechino ha firmato diversi nuovi Memorandum di intesa tra i due Paesi asiatici, riguardanti la cooperazione in agricoltura e la cooperazione tecnologica e scientifica.

Non possiamo non comprendere quanto sia importante la rafforzata alleanza sino – pakistana. Innanzitutto, questi nuovi accordi per la costruzione del Corridoio, che compiono dieci anni (2013-2022) sono il frutto di molta esperienza e di decine di accordi bilaterali, sin dagli anni ’60 del secolo scorso. In particolare, già nel 1963, Pakistan e Cina firmarono il loro primo accordo commerciale e di là in poi, entrambi i Paesi hanno sempre cercato di rafforzare le loro relazioni economiche. Inoltre, dopo la guerra in Afghanistan, l’alleanza tra Cina e Pakistan era – ed é – vista come fumo negli occhi dagli Stati Uniti che hanno sempre cercato di tenere sotto ricatto il Pakistan ed imposto dure sanzioni anche per opporsi, in questo senso, alla Cina. Oggi le forze imperialiste occidentali avversano il CPEC, e non potrebbero essere più ignoranti nel non comprendere i vantaggi che, invece, potrebbero trarne. Quando un Paese esce da anni di guerra e cerca di risanare il territorio e la sua economia, instaurando ZES, ammodernando le infrastrutture, ampliando le zone portuali, introducendo specifici strumenti finanziari per aprire il suo mercato agli altri, ebbene, questo Paese diventa una risorsa immensa. Nel caso del Pakistan basta dare uno sguardo alla cartina geografica : la nuova connessione commerciale con la Cina renderà il porto pakistano, in ampliamento, di Gwadar (inaugurato nel 2007) l’epicentro del traffico marittimo commerciale dell’area, innescando nuovi traffici con Iran, il Corno d’Africa e i Paesi arabi.

Ma torniamo alla nascita della costruzione primordiale CPEC. Come visto non si tratta di una semplice intuizione o di un investimento estemporaneo, bensì di un vasto progetto di infrastrutture che fu avviato nel 2013 (in precedenza ho ricordato i trattati commerciali, la cooperazione bilaterale e i vari memorandum firmati nella seconda metà del ‘900 dai ‘fratelli d’acciaio’) lo stesso anno dello storico discorso del Presidente Xi Jinping, in Kazakistan, presso l’Università di Astana, ampio discorso nel quale egli divulgò al mondo l’iniziativa “One Belt – One Road”, affermando: “In secondo luogo, dobbiamo migliorare la connettività stradale. La SCO (Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, N.d.R.) sta lavorando a un accordo sulla facilitazione del trasporto. Se firmato e implementato in anticipo, aprirà un’importante rotta di trasporto che collegherà il Pacifico e il Mar Baltico. Sulla base di ciò, discuteremo attivamente il modo migliore per ottimizzare le infrastrutture di trasporto transfrontaliere e lavoreremo per una rete di trasporto che colleghi l’Asia orientale, l’Asia occidentale e l’Asia meridionale per facilitare lo sviluppo economico e i viaggi nella regione. Terzo, dobbiamo promuovere il commercio senza ostacoli. La proposta “cintura economica lungo la Via della Seta” è abitata da quasi 3 miliardi di persone e rappresenta il mercato più grande del mondo con un potenziale impareggiabile. Il potenziale per la cooperazione commerciale e di investimento tra i Paesi interessati è enorme. Dovremmo discutere un accordo adeguato per facilitare il commercio e gli investimenti, rimuovere le barriere commerciali, ridurre i costi del commercio e degli investimenti, aumentare la velocità e la qualità dei flussi economici regionali e ottenere progressi vantaggiosi per tutti nella regione.” Il Corridoio Economico Cina – Pakistan prende vita dentro questo solco. É nella prospettiva di Pechino che gli accordi commerciali devono prevedere due attori che traggono medesimi benefici, dunque, accordi ‘win – win’.

Il Ministero per la Pianificazione e lo Sviluppo di Islamabad ha istituito una Authority CPEC per sostenere il grande sforzo organizzativo messo in campo, per dirigere i progetti e per sovrintendere la ‘messa a terra’ degli stessi. Nel sito web : http://cpec.gov.pk/ , oltre agli aggiornamenti, alle notizie sui meeting, sui webinar e sugli incontri diplomatici, si possono scaricare delle pubblicazioni e dei video inerenti l’avanzamento e la conclusione  dei lavori. Sono ben visibili i ‘goals’ CPEC, ovvero gli “Aggiornamento sullo stato di avanzamento dei progetti CPEC” nella sezione ad hoc. Lo schema diviso in sezioni, ben composto e di agile consultazione, rende ben idea di quale immenso sforzo stia sostenendo la Repubblica Popolare Cinese e il Pakistan tra la Regione dello Xinjiang e il nuovo porto di Gwadar, nella provincia del Baluchistan (Pakistan meridionale) affacciato sul Mar Arabico. Nel dettaglio : Energia, Infrastrutture di trasporto, Gwadar (nuovo porto e nuovo aeroporto, in particolare), Cooperazione industriale e ZES, Sviluppo del Settore sociale. Vi sono informazioni dettagliate corredate da istantanee  e disegni per ogni progetto CPEC siano essi “terminati”, “in costruzione” o “in cantiere”. La vastità e l’importanza di questi progetti che qui ho riassunto e che come ho già scritto rientrano nel piano della “Nuova Via della Seta” fanno comprendere perché questa sia stata definita “il piano di investimenti più grande della Storia”.

Solo pochi giorni fa, il Global Times ricordava, in un articolo riguardante lo sviluppo della industria tessile del Pakistan (un pilastro della economia del Paese sud asiatico) che : “Per molto tempo, le cattive condizioni di trasporto e la carenza di energia sono state le due principali strozzature che hanno limitato lo sviluppo economico e il progresso sociale del Pakistan. La costruzione del CPEC ha notevolmente migliorato i trasporti, l’alimentazione, le comunicazioni stradali e altre infrastrutture lungo la rotta BRI. Dal 2015, il CPEC ha creato direttamente più di 75.000 posti di lavoro in Pakistan. Nel frattempo, anche la Cina ha investito molto in vari progetti nel Paese. È ipotizzabile che una volta completata la costruzione del CPEC, verranno attirati maggiori investimenti nel Paese, il che sarà molto favorevole al miglioramento della base manifatturiera del Pakistan.”

Gli sforzi congiunti del Pakistan e della Cina nella realizzazione del ‘Corridoio’ sono stati discussi nel recente incontro tra il Primo Ministro pakistano, Imran Khan, ed il Presidente cinese, Xi Jinping, in occasione della apertura delle Olimpiadi invernali in svolgimento in queste settimane a Pechino. La dichiarazione congiunta dei due leaders ha tenuto a sottolineare, in particolare : “Le parti”- riconoscono – “l’importante contributo dei progetti CPEC, in particolare nei settori dell’energia e delle infrastrutture di trasporto, nel rafforzare il ruolo chiave del Pakistan nella connettività regionale modernizzando al contempo la sua base economica. I leader hanno riaffermato il loro sostegno allo sviluppo di alta qualità del CPEC e l’impegno a garantire il buon funzionamento dei progetti completati e il tempestivo completamento dei progetti in costruzione. I leader hanno preso atto della firma di un accordo quadro sulla cooperazione industriale e hanno deciso di sfruttare ulteriormente i settori privati ??e gli imprenditori di entrambi i paesi per contribuire all’industrializzazione del Pakistan a tutto tondo.”

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