Cosa significano i 300mld di dollari di surplus della Germania per gli altri paesi della zona euro
di Giuseppe Masala
L'Istituto Ifo divulga i dati della bilancia commerciale tedesca per l'anno 2019 toccando i quasi 300mld di dollari di surplus che per il quarto anno consecutivo la confermano come primo paese al mondo per surplus commerciale. Peraltro con la differenza, non di poco conto, che la Germania è un paese di appena 80milioni di abitanti mentre il secondo, la Cina, e il terzo paese, il Giappone, di questa particolare classifica, sono dei colossi demografici rispettivamente di 1,4 miliardi di persone e di 125milioni di persone. Sottolineatura non di poco conto visto che che il surplus pro-capite risulta, come è facile intuire, estremamente diverso.
Il punto è il solito che su questa umile pagina dico da sempre. Un simile surplus dovrebbe portare ad un enorme rivalutazione della moneta del paese che lo detiene. Ciò nel caso della Germania non avviene perchè ha l'euro che è una pseudo moneta (in realtà un serpentone monetario a cambi fissi sotto mentite spoglie) regolata da trattati che impongono artificialmente chemioausterità depressiva sulle economie di altri paesi facenti parte dell'unione. Quindi il boom economico tedesco viene ampliamente compensato dalla depressione imposta ai paesi del sud dell'area monetaria, in primis l'Italia. Si tratta di una evidente, per quanto obliqua, manipolazione della moneta al fine di guadagnare competitività sui mercati internazionali come giustamente accusano gli americani.
Come risolvere questo problema? E' semplice, basta trasformare il serpentone monetario a cambi fissi e immodificabili che è l'Euro in una vera moneta facendo oltre che una politica monetaria comune anche una politica fiscale con la relativa unificazione del debito. Questo comporterebbe un trasferimento netto verso i paesi in disavanzo (tra i quali ricordo che non c'è l'Italia però gravata da un insignificante alto debito pubblico usato pretestuosamente per bastonarci e tenerci il piede in gola causando depressione economica) consentendone lo sviluppo. In automatico ciò comporterebbe la fine della cuccagna per i paesi del Nord Europa beneficiari finora del meccanismo mostruoso dell'Euro al quale i nostri politici folli e irresponsabili (Ciampi, Prodi, Padoa Schioppa, Andreatta ecc.) hanno deciso di aderire rovinandoci letteralmente.
A cosa porterà alla lunga questa situazione? La storia parla chiaro, squilibri di bilancia commerciale troppo ampi e troppo prolungati portano alla guerra. Lo dicevano anche i saggi di Bretton Woods tra i quali Lord Keynes nelle loro raccomandazioni. Ma i tedeschi non intendono mollare l'osso in quello che è - a tutti gli effetti - il sogno realizzato di Hitler e Funk con la trasformazione dell'Europa non tedescofona in un Lebensraum di Berlino. E infatti anzichè risolvere lo squilibrio interno dovuto all'asimmetria giuridica creata dai trattati pensano ad armarsi sotto le mentite spoglie dell'Esercito Unico Europeo. A tale proposito basta ricordare gli accorati e reiterati appelli di Lady Cocotte van der Leyen o le dichiarazioni di oggi dell'esponente della CDU Johann Wadephul che auspica una collaborazione sul nucleare militare tra Francia e Germania. Sanno di starla a fare grossa e intendono armarsi per difendere il loro Lebensraum che come ha ricordato anche la Merkel nella sua ultima intervista al Financial Times, è la loro assicurazione sulla vita (testuale).
Di notevole importanza anche le gravissime dichiarazioni di oggi dello Standartenführer polacco Donald Tusk che ha detto che l'Eu è ben disposta verso l'indipendenza della Scozia e ad un suo ritorno nel IV Reich. Ma da quando in qua un alto dignitario dello stato (qualunque stato) può permettersi di auspicare la disintegrazione territoriale di un paese terzo? Dichiarazioni bellicose che chiariscano quanto sia aggressiva l'Ue al di là della facciata politicamente corretta.
I tedeschi se non verranno fermati ci porteranno su una china molto pericolosa.
Scusate la lunghezza del sermone, ma ogni tanto è giusto ripetere, con buona pace dei benpensanti che l'Eu sia il paradiso della pace e della fratellanza.