Dopo le espulsioni dei diplomatici russi, l’uscita dell’Italia dalla NATO e dal sistema di guerra è oggi una parola d’ordine
La notizia di espulsioni massicce di diplomatici russi dai principali Paesi dell’Occidente non desta particolare stupore, tanto più se pensiamo al lungo elenco di atti posti in essere negli anni scorsi volti ad inasprire le relazioni con la Federazione Russa, funzionali alla creazione di un clima internazionale di tensione senza precedenti nel passato recente.
Ciò che soprattutto va sottolineato, oltre all’irresponsabilità delle classi dirigenti dell’Occidente, è il totale asservimento dell’Unione europea alle logiche imperiali made in USA. L’Europa è oggi incapace di esprimere una politica estera autonoma dai progetti imperialisti mondiali, contrariamente a quanto è stato raccontato negli anni recenti. Questa è non l’ultima delle ragioni della sua crisi: il totale asservimento alle logiche imperiali che hanno portato, ieri in Medio Oriente e oggi verso l’Est, disastri e contraccolpi terribili proprio nel continente. Basterebbe ricordare, a proposito dei devastanti effetti della politica antirussa, le conseguenze che sono scaturite dall’applicazione delle sanzioni contro la Russia, conseguenze che hanno colpito il nostro Paese in particolar modo. Sarebbe sufficiente questo a sconsigliare di proseguire sulla strada dell’esasperazione della tensione internazionale.
La vera e propria guerra civile in corso nelle classi dirigenti occidentali, in special modo in quella americana, a fronte del consolidamento del sistema politico e governativo russo e, più in generale, delle relazioni tra i Paesi che scommettono sulla costruzione di un mondo multipolare, imperniate sull’asse Russia-Cina, rende più pericolosa la situazione attuale e foriera di pericoli di escalation militare. Ogni giorno che passa, assume importanza fondamentale per il destino del nostro Paese e del nostro popolo la liberazione dalla sudditanza nei confronti di un Occidente pronto a portare il mondo in una guerra su scala globale.
L’uscita dell’Italia dalla NATO e dal sistema di guerra è oggi una parola d’ordine di portata strategica.
di Francesco Valerio della Croce, Segretario nazionale FGCI