Fuorvianti e semplicistici. Il Fact Checking psicologico e comunicativo della campagna vaccinazioni

Fuorvianti e semplicistici. Il Fact Checking psicologico e comunicativo della campagna vaccinazioni

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

Con l’arrivo delle dosi del vaccino anticovid per l’Italia, è partita la campagna vaccinazioni dallo slogan “l’Italia rinasce con un fiore”, in cui una primula è utilizzata come simbolo di nuova rinascita dopo mesi di gelido isolamento dovuto alla pandemia. 

Da un punto di vista comunicativo e psicologico, quel che si coglie dallo spot della campagna vaccinazioni, è in primis una massiccia semplificazione del messaggio che si vorrebbe veicolare.

Nel video, infatti, la sequenza di fotogrammi delle città deserte, unita alla musica emozionale, è seguita dall’immagine di un uomo che si libera della mascherina chirurgica, associata a quella di mani che iniettano la dose del vaccino.

L’esito è la trasmissione di un messaggio in parte fuorviante: alla vaccinazione seguirà un’automatica rinascita connessa anche alla fine dell’uso dei dispositivi di prevenzione. 

Tale aspetto ovviamente non risponde al vero, è infatti la stessa Agenzia Italiana del Farmaco che mette in guardia su due punti importanti. 

Primo: è necessario più tempo per ottenere dati significativi che dimostrino se i vaccinati si possano infettare in modo asintomatico e contagiare altre persone. 

Secondo: sebbene sia plausibile che la vaccinazione protegga dall’infezione, i vaccinati e le persone che sono in contatto con loro dovranno continuare ad adottare le misure di protezione anti covid-19.

Dunque uno spot che vuole dare una buona novella, ma che tende a semplificare eccessivamente la complessità del fenomeno. Tale semplificazione è connessa a ovvi motivi di propaganda, in quanto lo spot è rivolto a una popolazione ampia e variegata e per ottenere l’effetto desiderato, si struttura su un linguaggio estremamente semplice e intuitivo.  

Eppure lo slogan in oggetto non è tra i peggiori, se paragonato ai precedenti partoriti dall’inizio della pandemia e volti a condurre la popolazione da posizioni che andavano dalla cieca speranza di #andràtuttobene, alla solerte autodisciplina di #iorestoacasa, fino alla recente ingiunzione di #oratoccaavoi.

Pertanto, al di là di banalizzazioni complottiste, di promesse di rinascita, d’inviti alla speranza, al sacrificio e al comportamento diligente, quel che colpisce è che dopo quasi un anno dall’inizio della diffusione del covid-19, sono davvero rari gli “hashtag” che, a fronte dello sfacelo in cui è precipito inesorabilmente il sistema sanitario nazionale, sempre più privatizzato e ridicolizzato, invitino a una presa di posizione consapevole e dissidente.

In questa tabula rasa, uno dei motti che colpisce e che si è visto rimbalzare nel web nell’arco dei mesi è stato #piùospedalimenomilitari.

L’hashtag in questione nasce in Sardegna dall’ondata di proteste da parte della popolazione che in questi mesi, anziché sperare, ha dissentito e, appena possibile, è scesa in Piazza per gridare e denunciare le contraddizioni di un paese che, a fronte d’investimenti in campo militare, ha continuato ad attuare scellerate manovre politiche in campo sanitario. 

In tale contesto, la campagna “Più ospedali, meno militari” si è conclusa a Cagliari a fine dicembre, dopo il lancio di aprile, a inizio pandemia, avvenuto su iniziativa del movimento sardo “A Foras” che si batte da anni per la chiusura e lo smantellamento delle basi e dei poligoni militari in Sardegna.

La campagna, che ha raccolto i contributi di centinaia di persone, ha raccontato i drammi del sistema sanitario nazionale, amplificati dalla pandemia e iscritti in un contesto specifico, quello sardo, in cui si osservano nel microsistema le contraddizioni dell’intero paese, con continui investimenti in campo militare e tagli al sistema sanitario nazionale. 

Sul territorio sardo, nello specifico, si trovano tra le principali basi belliche del Mediterraneo. 

Gli Stati Uniti e la NATO hanno infatti trasformato l’isola in una vera e propria colonia militare con basi, poligoni e fabbriche di ordigni per l’esportazione di guerre imperialiste in paesi come lo Yemen, la Libia e la Palestina. 

La popolazione sarda ha quindi manifestato per denunciare gli investimenti in campo militare oltre che “la nomina di manager strapagati per dirigere aziende ospedaliere e il flusso monetario continuo verso ospedali privati per tamponi, organizzazione di reparti covid e di reparti di terapie intensive pagati a caro prezzo”.

Così, mentre in molti si anestetizzavano la mente con i colori dell’arcobaleno e con slogan per bambini, in Sardegna, è il caso di raccontarlo, non si è smesso di gridare contro la vergogna e l’ipocrisia degli investimenti in campo bellico e dei tagli alla sanità, in una terra in cui, va ricordato, le basi NATO hanno contribuito alla distruzione di settori dell’economia quali il turismo, l’allevamento e l’agricoltura, provocando una spaventosa devastazione dell’isola.

Dunque è fuorviante ritenere che il tanto atteso vaccino anticovid sia l’unica soluzione a tutti i mali. 

Di fatto, alla luce delle scelte politiche sopra menzionate, non andrà tutto bene se ci si limiterà a sperare, se ci si limiterà ad attendere decisioni dall’alto.

Non andrà tutto bene, ma la situazione migliorerà se si smetterà di sperare e si ricomincerà a lottare, perché non servono slogan, ma grida di battaglia.

Sara Reginella

Sara Reginella

Psicologa a indirizzo clinico e giuridico, psicoterapeuta, regista e autrice di reportage di guerra. I suoi lavori integrano l’interesse per le dinamiche psicologiche con l’attenzione per l’attualità e uno sguardo che mai dimentica le frange socialmente più vulnerabili.

"BERSAGLI" - 11. Io e Te di Giovanna Nigi "BERSAGLI" - 11. Io e Te

"BERSAGLI" - 11. Io e Te

Educazione sentimentale, Lilli Gruber e i "paesi civili" di Paolo Desogus Educazione sentimentale, Lilli Gruber e i "paesi civili"

Educazione sentimentale, Lilli Gruber e i "paesi civili"

7 ottobre, Haaretz e il "fact checking italiano" di Francesco Santoianni 7 ottobre, Haaretz e il "fact checking italiano"

7 ottobre, Haaretz e il "fact checking italiano"

Gaza. Le parole da "giardiniere" di Borrell sugli aiuti umanitari di Marinella Mondaini Gaza. Le parole da "giardiniere" di Borrell sugli aiuti umanitari

Gaza. Le parole da "giardiniere" di Borrell sugli aiuti umanitari

NOI a Cuba il 2 dicembre per le celebrazioni di Gino Donè Paro di Emanuele Dessì NOI a Cuba il 2 dicembre per le celebrazioni di Gino Donè Paro

NOI a Cuba il 2 dicembre per le celebrazioni di Gino Donè Paro

Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?   di Bruno Guigue Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?

Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Sul femminicidio di Marco De Angelis Sul femminicidio

Sul femminicidio

Al principio era la crisi economica.... di Antonio Di Siena Al principio era la crisi economica....

Al principio era la crisi economica....

Vertice Meloni-Scholz: Berlino presenta le nuove regole di Gilberto Trombetta Vertice Meloni-Scholz: Berlino presenta le nuove regole

Vertice Meloni-Scholz: Berlino presenta le nuove regole

NAPOLI - DAKAR - NAPOLI: A UN ANNO DALLA CENSURA DELL'URLO di Michelangelo Severgnini NAPOLI - DAKAR - NAPOLI: A UN ANNO DALLA CENSURA DELL'URLO

NAPOLI - DAKAR - NAPOLI: A UN ANNO DALLA CENSURA DELL'URLO

Giacarta può essere sconfitta? di Federico Greco Giacarta può essere sconfitta?

Giacarta può essere sconfitta?

Dalla caccia, all'asta del Che Dalla caccia, all'asta del Che

Dalla caccia, all'asta del Che

A che ora è la terza guerra mondiale? (Seconda parte) di Giuseppe Masala A che ora è la terza guerra mondiale? (Seconda parte)

A che ora è la terza guerra mondiale? (Seconda parte)

La Francia vieta WhatsApp ai ministri di  Leo Essen La Francia vieta WhatsApp ai ministri

La Francia vieta WhatsApp ai ministri

L’Egitto e il conflitto israelo-palestinese di Paolo Arigotti L’Egitto e il conflitto israelo-palestinese

L’Egitto e il conflitto israelo-palestinese

La causa occidentale della Guerra in Ucraina di Damiano Mazzotti La causa occidentale della Guerra in Ucraina

La causa occidentale della Guerra in Ucraina