Gaiani (Analisi Difesa): "Kiev attacca con droni il territorio russo per forzare un coinvolgimento diretto della Nato"
Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, in un'intervista rilasciata a il Sussidiario sostiene che le dichiarazioni di Zelensky sulla Crimea non sono state interpretate nel modo giusto. "Non ha detto che è pronto a negoziare sulla Crimea, pare abbia detto che quando gli ucraini avranno raggiunto i confini della Crimea sarà auspicabile un accordo negoziale in base al quale i russi si ritirino dalla regione senza dover combattere. Il contesto che valuta Zelensky è quello in cui gli ucraini sfondano le linee russe e conquistano Kherson e Zaporizhzhia, oggi in mano ai russi, pensando che in quel caso, invece di combattere casa per casa, Mosca accetti di smilitarizzare la Crimea".
Nel proseguo dell'intervista Gaiani ha anche commentato gli attacchi sempre più frequenti da parte del regime di Kiev con droni in territorio russo e una possibile escalation con intervento diretto della Nato. "Gli attacchi con i droni hanno due obiettivi. Il primo è di far percepire ai russi che sono vulnerabili, il secondo è di portare Mosca a un’escalation che induca un coinvolgimento della Nato. L’unica speranza che ha l’Ucraina di vincere è che in questa guerra scenda in campo l’Alleanza atlantica. Gli ucraini ne sono consapevoli. Anche se Zelensky dice di non voler attaccare il territorio russo perché altrimenti i suoi alleati potrebbero sfilarsi, poi mi sembra che faccia esattamente il contrario. È vero comunque che gli attacchi in Russia non li fanno con armamenti ricevuti dall’Occidente, anche se è ragionevole pensare che il supporto di informazioni per questi attacchi venga dagli alleati della Nato. I droni che usa Kiev sono costruiti in Ucraina, con il supporto di tanti Paesi alleati. [...] Le voci di un coinvolgimento dei Paesi Baltici nell’attacco alla base aerea di Pskov sembrano confermare il tentativo di coinvolgere Paesi della Nato. Credo che ci sia una pressione di queste nazioni e della Polonia, che aumentano il loro coinvolgimento indiretto puntando al fatto che la Nato possa intervenire. Ma in questo momento è difficile che questo possa accadere."