I 3 fattori che spiegano la storica resistenza del governo e del popolo venezuelano

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I 3 fattori che spiegano la storica resistenza del governo e del popolo venezuelano


di Omar Minniti


Se il Venezuela sta resistendo e non è imploso come i paesi dell'ex blocco socialista est-europeo, dove le controrivoluzioni hanno preso il potere senza sparare un solo colpo (tranne in Urss ed in Romania), è essenzialmente per 3 fattori:


1) Nonostante le difficoltà economiche dovute al crollo del prezzo del petrolio, all'embargo, alla guerra di bassa intensità tramite il contrabbando e il boicottaggio delle reti di distribuzione di beni di prima necessità, alla perdita di alcuni importanti partners regionali (in primis Brasile ed Argentina), nonché ai limiti noti della "monocultura" petrolifera, il presidente Maduro, il Psuv e le altre forze motrici della Rivoluzione bolivariana vanta ancora un forte sostegno tra lo zoccolo duro del loro blocco sociale di riferimento. Anche in queste ore, sono decine di migliaia gli attivisti delle reti ed i simpatizzanti del governo scesi in piazza per controbattere le mobilitazioni controrivoluzionarie.

2) Oltre all'appoggio di pezzi importanti delle masse popolari, il governo gode di un fortissimo supporto tra gli ufficiali, i quadri intermedi e la truppa dell'Esercito, della Guardia nazionale, della Milizia e delle altre forze di sicurezza. Grazie alle riforme ed alle purghe effettuate prima da Chavez e poi da Maduro, gran parte dei soldati è fortemente ideologizzata, patriottica e leale alla Rivoluzione. Finora ci sono state pochissime defezioni ed anche i tentativi di ammutinamento e golpe sono stati limitati e immediatamente stroncati. Senza questi figli e figlie del popolo in armi, organizzati, addestrati e disciplinati, che hanno funto e fungono da deterrente per le minacce interne ed esterne, la marcia verso il socialismo avrebbe subito un brusco stop già parecchi anni fa. 

3) Gli effetti della guerra economica e del boicottaggio internazionale sono stati in parte leniti dalla cooperazione con alcuni partners strategici. Con Russia e Cina, in primo luogo. Questi due giganti amici hanno fornito al Venezuela materie prime, alimenti, pezzi di ricambio, tecnologie ed investimenti venuti a mancare man mano che la morsa dell'imperialismo si è stretta. Positivo è stato anche lo scambio, all'insegna del multipolarismo, avvenuto con paesi come l'India, l'Iran e perfino la Turchia di Erdogan. A dimostrazione che in politica estera non si può essere troppo puristi e schizzinosi, soprattutto nei momenti di difficoltà.

Tre fattori su cui la Sinistra (non uso le virgolette stavolta) occidentale dovrebbe riflettere molto.

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