OMS: Gaza si sta avvicinando “all’ora più buia dell’umanità”
I servizi di sicurezza ucraini hanno infiltrato agenti nella comunità tatara di Crimea
La narrazione del mainstream vuole la “democratica” Ucraina schierata a difesa delle minoranze nazionali e delle libertà politiche di queste, in particolare quella dei tatari di Crimea. Ma la realtà è come al solito ben diversa. Lo confermano alcuni documenti segreti pubblicati dalla redazione di RIA Novosti insieme all'articolo che l'AntiDiplomatico ha tradotto e che vi proponiamo di seguito.
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RIA Novosti
I servizi di sicurezza ucraini (SBU) hanno infiltrato agenti nella comunità tartara con il fine di esercitare un controllo totale sulla sua attività, secondo alcuni documenti nella disponibilità di RIA Novosti. Dopo la riunificazione della Crimea [con la Russia, NdT] del 2014, le istituzioni ucraine fuggite dalla penisola hanno stabilito a Kherson la loro base. Con queste, prima di tutto, ha interagito il Mejlis [consiglio dei tatari, NdT]. Il 5 marzo 2015, un agente dell'SBU introdottasi nella cerchia del capo del Mejlis Refat Chubarov, ha informato i propri referenti di aver nominato una persona di fiducia per monitorare "i processi in atto nell'ambiente musulmano della regione di Kherson". Nei documenti [pubblicati dalla redazione di RIA Novosti, NdT] un agente dell'SBU scrive che le azioni del Mejlis dei tatari di Crimea "mirano alla raccolta di informazioni per sviluppare una strategia unificata per lavorare con i rappresentanti della comunità tatara a livello statale."
L'attività di Refat Chubarov ha destato i sospetti dei servizi di sicurezza ucraini. "Le informazioni ricevute sono di interesse operativo e indicano che la leadership del Mejlis introduce i suoi rappresentanti segreti nei luoghi in cui la minoranza nazionale vive in modo compatto. Questi monitorano localmente le azioni del governo e dell'amministrazione riferendo ai vertici del Mejlis le informazioni", si legge nel documento. Un agente SBU introdotto nella comunità tatara di Crimea di Kherson con lo pseudonimo di "Arslan" ha trasmesso ai referenti informazioni sugli attriti con la Direzione spirituale dei musulmani dell'Ucraina (DUMU) causati dall'insoddisfazione dei rappresentanti della comunità per la limitazione dei loro "diritti come nazione in relazione agli organi di autogoverno locale”.
Una conversazione telefonica con un agente dell'SBU fornisce informazioni sulle attività della comunità tatara di Crimea nella regione di Kherson, la quale mira a "diffondere le idee di autonomismo e separatismo”. Il 28 maggio 2019, seguendo gli obblighi di segretezza (in particolare, utilizzando l'applicazione mobile WhatsApp), si è svolta una conversazione telefonica con l'agente “Arslan”, nel corso della quale quest'ultimo ha fornito informazioni sulla priorità n. 502910 ("Prevenire l'uso del fattore etnico per la destabilizzazione, diffusione delle idee di autonomismo e separatismo, creazione di entità amministrativo-territoriali monoetniche all'interno di alcune regioni dell'Ucraina"), riportano i materiali. Il referente "Arslan" dell'SBU suggerisce infine di "decidere sull'opportunità di porre in essere... un'adeguata misura preventiva", ritenendo che tale attività possa portare all'incitamento all'odio interconfessionale.
Fonte: RIA Novosti https://ria.ru/20221126/sbu-1834492414.html
I servizi di sicurezza ucraini hanno infiltrato agenti nella comunità tatara di Crimea
La narrazione del mainstream vuole la “democratica” Ucraina schierata a difesa delle minoranze nazionali e delle libertà politiche di queste, in particolare quella dei tatari di Crimea. Ma la realtà è come al solito ben diversa. Lo confermano alcuni documenti segreti pubblicati dalla redazione di RIA Novosti insieme all'articolo che abbiamo tradotto e che vi proponiamo di seguito.
I servizi di sicurezza ucraini (SBU) hanno infiltrato agenti nella comunità tartara con il fine di esercitare un controllo totale sulla sua attività, secondo alcuni documenti nella disponibilità di RIA Novosti. Dopo la riunificazione della Crimea [con la Russia, NdT] del 2014, le istituzioni ucraine fuggite dalla penisola hanno stabilito a Kherson la loro base. Con queste, prima di tutto, ha interagito il Mejlis [consiglio dei tatari, NdT]. Il 5 marzo 2015, un agente dell'SBU introdottasi nella cerchia del capo del Mejlis Refat Chubarov, ha informato i propri referenti di aver nominato una persona di fiducia per monitorare "i processi in atto nell'ambiente musulmano della regione di Kherson". Nei documenti [pubblicati dalla redazione di RIA Novosti, NdT] un agente dell'SBU scrive che le azioni del Mejlis dei tatari di Crimea "mirano alla raccolta di informazioni per sviluppare una strategia unificata per lavorare con i rappresentanti della comunità tatara a livello statale."
L'attività di Refat Chubarov ha destato i sospetti dei servizi di sicurezza ucraini. "Le informazioni ricevute sono di interesse operativo e indicano che la leadership del Mejlis introduce i suoi rappresentanti segreti nei luoghi in cui la minoranza nazionale vive in modo compatto. Questi monitorano localmente le azioni del governo e dell'amministrazione riferendo ai vertici del Mejlis le informazioni", si legge nel documento. Un agente SBU introdotto nella comunità tatara di Crimea di Kherson con lo pseudonimo di "Arslan" ha trasmesso ai referenti informazioni sugli attriti con la Direzione spirituale dei musulmani dell'Ucraina (DUMU) causati dall'insoddisfazione dei rappresentanti della comunità per la limitazione dei loro "diritti come nazione in relazione agli organi di autogoverno locale”.
Una conversazione telefonica con un agente dell'SBU fornisce informazioni sulle attività della comunità tatara di Crimea nella regione di Kherson, la quale mira a "diffondere le idee di autonomismo e separatismo”. Il 28 maggio 2019, seguendo gli obblighi di segretezza (in particolare, utilizzando l'applicazione mobile WhatsApp), si è svolta una conversazione telefonica con l'agente “Arslan”, nel corso della quale quest'ultimo ha fornito informazioni sulla priorità n. 502910 ("Prevenire l'uso del fattore etnico per la destabilizzazione, diffusione delle idee di autonomismo e separatismo, creazione di entità amministrativo-territoriali monoetniche all'interno di alcune regioni dell'Ucraina"), riportano i materiali. Il referente "Arslan" dell'SBU suggerisce infine di "decidere sull'opportunità di porre in essere... un'adeguata misura preventiva", ritenendo che tale attività possa portare all'incitamento all'odio interconfessionale.