Il 17° Vertice Brics si conclude a Rio de Janeiro: un passo verso una nuova architettura globale
L'economia del Sud globale cerca la sua indipendenza
Dopo giorni intensi di incontri, dibattiti e annunci, si è concluso lunedì 7 ottobre il 17° Vertice dei Brics, ospitato a Rio de Janeiro. L’evento ha segnato un momento significativo nella definizione del ruolo crescente del gruppo sul palcoscenico internazionale. Con l’ingresso ufficiale di nuovi membri – tra cui Etiopia, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Iran – il blocco Brics si presenta oggi come un soggetto politico ed economico più ampio e rappresentativo, capace di parlare a nome di una parte consistente del mondo emergente.
La dichiarazione finale, intitolata “Dichiarazione di Rio de Janeiro”, ha ribadito con forza la necessità di una riforma urgente delle istituzioni finanziarie globali, nate nel dopoguerra e accusate di mantenere uno squilibrio strutturale a scapito dei Paesi in via di sviluppo. Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha definito il modello attuale un “Piano Marshall al contrario”, dove sono i Paesi poveri a finanziare quelli ricchi attraverso meccanismi di debito e prestiti condizionati. Una critica netta, accompagnata dalla richiesta di democratizzare il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.
Parallelamente, il Vertice ha dato vita all’Iniziativa di Pagamenti Transfrontalieri del Brics, un progetto ambizioso che mira a creare una rete indipendente per effettuare transazioni internazionali, riducendo la dipendenza dal dollaro statunitense e dal sistema SWIFT. Questo passaggio non è solo tecnico o finanziario: è profondamente geopolitico. La costruzione di un sistema alternativo rappresenta una sfida diretta alla supremazia monetaria degli Stati Uniti e alla capacità di questi ultimi di utilizzare il dollaro come strumento di pressione diplomatica e politica.
Il documento finale ha accolto con favore il rapporto tecnico prodotto dal Gruppo di lavoro sui Pagamenti del Brics, che ha tracciato le linee guida per migliorare l'interoperabilità tra i sistemi bancari nazionali. L’obiettivo dichiarato è favorire commercio e investimenti tra i membri del gruppo, costruendo un ecosistema finanziario autonomo e meno esposto alle tensioni geopolitiche globali.
Un ruolo chiave in questo processo è affidato alla Nuova Banca di Sviluppo (NDB), presieduta dall'ex presidente brasiliana Dilma Rousseff. La banca è stata indicata come un attore centrale per lo sviluppo di garanzie multilaterali e per sostenere la transizione verso una finanza basata su monete locali. La NDB potrebbe diventare, nei fatti, l’istituzione finanziaria di riferimento per il Sud globale, offrendo un'alternativa ai tradizionali crediti condizionati del FMI e della Banca Mondiale.
Impegno sociale e ambientale
Tra gli altri temi centrali emersi durante il Vertice, spicca l’impegno per il finanziamento climatico e la cooperazione sanitaria. I leader hanno lanciato la “Partnership Brics per l’Eliminazione delle Malattie Determinate Socialmente”, un’iniziativa volta a combattere patologie legate alle disuguaglianze socioeconomiche. È stata approvata anche una Dichiarazione congiunta sul finanziamento climatico, con particolare attenzione alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo.
Il ministro dell’Ambiente del Brasile, Marina Silva, ha confermato l’impegno del Brasile nella riduzione del disboscamento in Amazzonia, sottolineando che il Paese ha registrato una riduzione del 46% del deforestamento nell’ultimo anno. Il governo brasiliano punta a fare della COP30, che si terrà a Belém nel 2025, una conferenza storica per il clima, incentrata sulla realizzazione di obiettivi concreti e su un sostegno finanziario tangibile ai Paesi del Sud globale.
Una voce civile dentro il vertice
Un aspetto innovativo di questa edizione è stata la partecipazione del Consiglio Civile del Brics, composto da movimenti sociali, università e società civile organizzata. Per la prima volta, queste voci hanno avuto accesso diretto ai capi di Stato, presentando proposte su salute, educazione, sovranità digitale e finanza inclusiva.
João Pedro Stedile, rappresentante del Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST), ha denunciato la crisi di governabilità occidentale e ha chiesto un impegno forte per costruire nuove forme di cooperazione internazionale. Tra le sue richieste, il sostegno a una big tech pubblica e il finanziamento di progetti sociali attraverso la Nuova Banca di Sviluppo. Ha inoltre ribadito con forza la necessità di rompere la dipendenza dal dollaro e di controllare i capitali speculativi nei paradisi fiscali per combattere la povertà e la fame.
La questione palestinese e la difesa della pace
Anche la situazione nella Striscia di Gaza è stata al centro del dibattito. La dichiarazione finale chiede un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente, e denuncia l’utilizzo della fame come arma di guerra. Il blocco Brics ha espresso pieno sostegno alla soluzione dei due Stati e ha accolto con favore l’indagine della Corte Internazionale di Giustizia sui crimini di genocidio. Si tratta di una posizione chiara e articolata, in linea con la vocazione del gruppo di promuovere una diplomazia equilibrata ma decisa.
Verso una governance multilaterale dell’intelligenza artificiale
Altro tema di grande attualità affrontato durante il Vertice è stato lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. I leader hanno adottato la Dichiarazione sulla Governance dell’Intelligenza Artificiale, che mira a regolamentare lo sviluppo di questa tecnologia sotto un coordinamento multilaterale. Il presidente Lula ha ammonito che l’IA non deve diventare uno strumento di manipolazione in mano ai grandi capitali, ma un bene comune gestito nell’ambito delle Nazioni Unite.
Il Brics si pone quindi come un interlocutore chiave nel dibattito globale su digitalizzazione, sovranità tecnologica e diritti digitali, proponendo modelli alternativi rispetto a quelli dominati dalle multinazionali statunitensi.
Prospettive future
Con il proseguire del suo processo di espansione e l’approfondimento di una visione comune, il blocco Brics sembra voler ridefinire il proprio ruolo nel panorama internazionale. Non solo un’alternativa economica, ma anche un motore di cambiamento sociale, ambientale e tecnologico per il Sud globale.
L’adozione di strumenti finanziari autonomi, l’impegno per la giustizia fiscale, la richiesta di riforme istituzionali e il dialogo aperto con la società civile dimostrano che il gruppo sta evolvendo da un forum di discussione a un vero e proprio polo di governance globale alternativo.
Sebbene il cammino sia lungo e disseminato di ostacoli, la direzione intrapresa appare chiara: costruire un ordine internazionale più equo, multipolare e democratico, in cui il Sud globale abbia finalmente voce in capitolo.