Il Recovery Plan è un aborto. I 2 effetti macroeconomici che lo spiegano

3842
Il Recovery Plan è un aborto. I 2 effetti macroeconomici che lo spiegano

Gli effetti macroeconomici più evidenti del Recovery Plan (guardando i loro stessi documenti) sono i seguenti:
 
- Le variazioni del surplus per settore di attività favoriscono settori a basso o bassissimo valore aggiunto come quello delle costruzioni mentre le variazioni sono sostanzialmente nulle nei settori ad alto valore aggiunto come le nuove tecnologie e l'informatica dove l'impatto è miserevole. Voi direte "ma non è possibile, parlano sempre di digitalizzazione...". Vero, vuol dire che le tecnologie le importiamo dall'estero. Ci prospettano un futuro a livello Spagna e Grecia, con gli italiani a fare i manovali nei cantieri (o a distribuire pizze in bicicletta) mentre sulle tecnologie siamo completamente dipendendi dall'estero. Suggerirei all'illustrissimo Professor Draghi, di introdurre il provvedimento di chiusura dei nostri Politecnici e facoltà di Informatica...anzi, per non sbagliarsi, meglio murare dentro prof e studenti. almeno non rompono gli zebedei disturbando cotanti illustri manovratori.
 
- La visione viene ancora di più rafforzata dall'analisi del prospetto dove ci sono le proiezioni sulla Bilancia Commerciale. Evidente crollo delle esportazioni ed esplosione delle importazioni. Con ovviamente un saldo in rosso drammatico. Cosa ovvia, se per le tecnologie hai intenzioni di fornirti dall'estero il risultato non può essere che questo. In buona sostanza hanno deciso di mangiarsi tutto il nostro attivo di bilancia commerciale, di saldo delle partite correnti e quel PREZIOSISSIMO NIIP positivo che abbiamo.
 
Dove sta la ratio di questo immondo aborto? Semplice:
 
- Il nostro PREZIOSISSIMO NIIP positivo è la nostra poliza assicurativa sulla vita. Perchè con quel NIIP noi a quei cani europei se calcano troppo la mano possiamo sempre dire: "Ce ne andiamo, non dobbiamo niente a nessuno". Già, il nostro debito è a saldo tutto a interno: sono solo soldi che i cittadini italiani debbono ai risparmiatori italiani (che sempre cittadini sono).
 
- Perchè lo fanno? Semplice? Siamo nella migliore tradizione italiana; dal Re Fellone Vittorio Emanuele III "sciaboletta" a Badoglio, ad Alfonso d'Este e a quel babbeo di Ludovico il Moro. Una classe dirigente stracciona, miserabile, infame, traditrice, che si è legata a nodo morto con gli europoidi e che preferisce svendere la nostra polizza assicurativa sulla vita pur di non uscire dall'Europa. E ci credo, gente come
Draghi a quel carro è legato, ha svenduto l'Italia in trenta anni dalle mangiate schifose sul saccheggio del patrimonio pubblico (loro le chiamano privatizzazzioni). Ora semplicemente vogliono mangiarsi il NIIP per rendere impossibile la nostra uscita dall'Europa che con NIIP negativo significherebbe sacrifici non sostenibili socialmente e politicamente.
 
I venduti giocano sporco e si devono solo vergognare.
(Grazie a Guido Salerno Aletta che mi ha messo la pulce nell'orecchio...).

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La Nato-UE verso il blocco del Baltico di Giuseppe Masala La Nato-UE verso il blocco del Baltico

La Nato-UE verso il blocco del Baltico

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano... di Francesco Erspamer  Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Maria Corina Machado, un'antipatria alleata dei “Patrioti” di Geraldina Colotti Maria Corina Machado, un'antipatria alleata dei “Patrioti”

Maria Corina Machado, un'antipatria alleata dei “Patrioti”

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana di Raffaella Milandri Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

L'altra faccia della propaganda: il revisionismo storico di Giuseppe Giannini L'altra faccia della propaganda: il revisionismo storico

L'altra faccia della propaganda: il revisionismo storico

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

LIBIA: UN MOVENTE TACIUTO E’ UNA BUGIA INTERA di Michelangelo Severgnini LIBIA: UN MOVENTE TACIUTO E’ UNA BUGIA INTERA

LIBIA: UN MOVENTE TACIUTO E’ UNA BUGIA INTERA

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

L'inutilità della guerra e dei guerrafondai di Michele Blanco L'inutilità della guerra e dei guerrafondai

L'inutilità della guerra e dei guerrafondai

Il 2025 sarà l’anno della povertà di Giorgio Cremaschi Il 2025 sarà l’anno della povertà

Il 2025 sarà l’anno della povertà

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti