Il vero vincitore della guerra in Ucraina sarà la Cina

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Il vero vincitore della guerra in Ucraina sarà la Cina

Butto giù un’ipotesi. Ho scritto che con la guerra l’Europa rischia l’immiserimento e dunque la Cina avrebbe un mercato, importante, di sbocco in meno. Ma ho anche scritto che dal Primo gennaio è in vigore il RCEP, vale a dire l’accordo di libero scambio tra sud est asiatico, Corea, Cina e altri paesi. E’ il più grande accordo di libero commercio esistente al momento e che sconvolgerà le filiere produttive, i commerci internazionali e l’innovazione tecnologica.

Ora, al momento, il gas in un anno in Ue è cresciuto del 1.620%. Ho dato testimonianza di un industriale che già nell’ultimo trimestre dell’anno vedeva il suo settore, l’agroalimentare e affini, soffrire molto, con anche chiusure produttive. Chiunque legga i media può trovare in questi ultimi due mesi testimonianze di industriali che dicono che la situazione si è aggravata ancora di più, con chiusure produttive diffuse.

Solo il 10 marzo avremo il dato della produzione industriale italiana di gennaio, ma Confindustria sta gridando a gran voce al Governo di intervenire. Ci si metta pure il rincaro delle materie prime e la situazione è chiara. Perché tale scenario avvantaggerebbe la Cina? Questo paese non è più quello di 30 anni fa, fortissime spese in istruzione e ricerca e sviluppo ne fanno un polo tecnologico avanzato, al pari dell’Occidente.

Ora compete armi alla pari con Europa e Usa. Veniamo ad Europa: in Cina il tasso di inflazione è pari all’1.6%, tende a diminuire, in Ue supera il 5% e le vicende ucraine, con l’ulteriore rincaro dei prezzi energetici, la vedono al 6%. Il differenziale inflazionistico dunque è tutto a favore dei cinesi, che eroderanno quote di mercato agli europei sui mercati mondiali, principalmente l’Asia. Quando scoppiò la crisi dei subprime un economista chiese ad un funzionario cinese come avrebbero fatto con l’Ue in crisi. Questi rispose: c’è l’Asia. Inoltre, i prezzi del gas in Ue, per volere proprio, sono spot, a mercato (che fa sì che schizzino in alto), il gas russo in Cina è stato concordato a prezzo fisso a lungo termine. Il vantaggio energetico cinese sull’Ue è evidente. Quanto agli Usa, questi approfitteranno della guerra per far confluire capitali sul mercato borsistico, buono per l’aristocrazia finanziaria americana, ma hanno poca industria.

Venderanno armi all’Europa, LNG, ma la loro capacità produttiva l’hanno distrutta 50 anni fa. La Cina detiene il 30% del capitale industriale mondiale, l’Ue il 15% (ma va sempre più diminuendo). Se la guerra implica la chiusura dell’asse di ferro Germania Russia (Scholz ha cestinato North Stream), non è detto che gli europei non si rivolgano sempre più allo scenario asiatico. La Cina dunque avrebbe un asse di ferro con la Russia e intensificherebbe, in ambito Rcep, la collaborazione-competizione con gli europei. Solo verso maggio potremo avere i dati del commercio estero cinese, tedesco e italiano di questo periodo e farci due conti. Nell’attesa, assistiamo ad eventi tragici fomentati dall’imperialismo occidentale.

Mosse contro Russia e Cina. Sulla Russia vedremo, ma sulla Cina si sono fatti male i conti.

 

P. s. Pasquale Cicalese ha aperto un suo blog Pianocontromercato.it dove raccoglierà tutti gli scritti della sua lunga produzione scientifica. 

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