ILVA : O NAZIONALIZZAZIONE O SCHIAVITÙ

7508
ILVA : O NAZIONALIZZAZIONE O SCHIAVITÙ


di Giorgio Cremaschi


Fieramente il ministro Calenda ha rinviato l'incontro per L'Ilva, accusando il compratore Mittal di non mantenere i patti. Ma che penosa sceneggiata e quali patti e con chi? Con il governo, che candidamente ammette che i salari offerti dalla multinazionale non corrisponderebbero a quelli pattuiti. Governo che invece sarebbe completamente d'accordo sul licenziamento di tutti i lavoratori del gruppo e sulla loro riassunzione uno per uno, senza contratto e senza articolo 18. Cioè con la piena applicazione del Jobsact e il costante ricatto del licenziamento, verso persone che stanno in una fabbrica già oggi carica di infortuni e omicidi. 

4000 disoccupati e 10000 schiavi, questo il succo del piano condiviso tra ArcelorMittal, Marcegaglia e governo, con la sola differenza su quanto tagliare nelle retribuzioni. 

Solo uno sprovveduto, un ipocrita o un venduto può stupirsi di tutto questo. Quando si affidano le vite delle persone a sciacalli ed avvoltoi, non ci si può aspettare che essi non svolgano il proprio compito. Lo avevamo detto con chiarezza già alla fine di agosto con gli operai della USB a Taranto, che da tempo denunciavano come sarebbe andata a finire con il governo delle svendite. 

Perché non bisogna mai dimenticare che il primo responsabile è il governo, Gentiloni, Calenda e Renzi nei rispettivi ruoli. L'Ilva è stata guidata malissimo dalla gestione commissariale governativa, che aveva il solo scopo di tenerla in piedi con il fil di ferro, fino alla svendita finale. Ricordate la lotta di lavoratori e cittadini contro l'inquinamento mortale e le contrapposizioni tra diritto al lavoro e diritto alla salute? Ecco, in continuità e persino in peggioramento rispetto alla gestione Riva, quella governativa ha negato entrambi quei diritti. E alla fine c'è stata la farsa dell'asta che ha premiato la multinazionale francoindiana con Marcegaglia come attaché. Un film già visto con Piombino e con tante altre imprese strategiche per il paese: quello di un governo che svende il patrimonio di noi tutti e che lascia inevitabilmente che sia il compratore a decidere tutto. 

All' Ilva ci sarebbero le condizioni e la necessità della nazionalizzazione. Essa é il solo strumento che permetterebbe di fare investimenti produttivi, di risanare l'ambiente, di dare un futuro al lavoro. Si tratta cioè di decidere che, se l'Italia ha bisogno di siderurgia e ne abbiamo bisogno, allora lo stato garantisce che ciò avvenga. Invece il governo ha piegato lo stato agli interessi peggiori del mercato, a quelli di avvoltoi e sciacalli multinazionali. Lo stato è diventato il complice degli affaristi, il servo del saccheggio, lo scafista della schiavitù del lavoro. Le acciaierie di Piombino dopo diverse svendite sono ferme. All'Ilva gli stessi tecnici della gestione commissariale non avevano dato credibilità al piano Arcelor Mittal, mentre i responsabili della salute pubblica ne avevano denunciato l'assenza di impegni per il risanamento. Inoltre tutti sapevano che la grande multinazionale si sta fondendo con la tedesca TyssenKrupp e che in tutto il mondo sono in corso tagli di personale e chiusure di stabilimenti.

Se c'era una cessione da non fare era proprio quella che invece il governo ha voluto a tutti i costi. Perché il nostro è un governo che ha fatto delle privatizzazioni e del servilismo verso le multinazionali la propria bandiera. Bandiera che sventola quando va dai padroni tedeschi e UE: visto come siamo stati bravi e ubbidienti? Noi non siamo neppure come Macron, noi lo stato lo usiamo solo per favorirvi! 

E non facciano ora le gioconde i dirigenti di Cgil Cisl Uil. Essi sapevano perfettamente dall'inizio come sarebbe andata la vicenda Ilva, così come andranno Alitalia, Piombino e tante altre aziende che il mercato vuol saccheggiare e chiudere. Ma la parola nazionalizzazione per i leader confederali è tabù, così come lo è per la cosiddetta sinistra, che piange sui licenziamenti e non propone nulla per fermarli. 

Ai lavoratori Ilva in lotta va dunque tutta la nostra solidarietà e un piccolo consiglio: non fidatevi di chi non ha il coraggio della verità. O nazionalizzazione o schiavitù, questa è la realtà, il resto è solo solo fumo e malafede.
 

PS : aggiungo la foto dei miei amici e compagni Sergio Bellavita e Franco Rizzo, che prima di salire al ministero come USB, si son fatti fotografare con questo cartello e per questo sono stati identificati dalla Digos..naturalmente io tolgo il punto interrogativo..


 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Un passo indietro di un secolo di Loretta Napoleoni Un passo indietro di un secolo

Un passo indietro di un secolo

Il video di Ocalan: la traduzione completa delle sue parole di Michelangelo Severgnini Il video di Ocalan: la traduzione completa delle sue parole

Il video di Ocalan: la traduzione completa delle sue parole

Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake di Francesco Santoianni Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake

Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump di Francesco Erspamer  Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump

Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump

Cara Giorgia, ma quale dialogo? di Paolo Desogus Cara Giorgia, ma quale dialogo?

Cara Giorgia, ma quale dialogo?

Marx e l'ecologia Marx e l'ecologia

Marx e l'ecologia

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione di Giuseppe Giannini La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione

La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

La povertà in Italia è ereditaria di Michele Blanco La povertà in Italia è ereditaria

La povertà in Italia è ereditaria

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti