Intervista a Denis Parfenov, deputato alla Duma di Stato per il Kprf: "Il Venezuela è l'esempio di come gli Usa non accettino paesi indipendenti nel mondo"

Intervista a Denis Parfenov, deputato alla Duma di Stato per il Kprf: "Il Venezuela è l'esempio di come gli Usa non accettino paesi indipendenti nel mondo"

"Con le sanzioni, l'Occidente ha dichiarato guerra economica alla Russia. Il nostro partito sostiene una politica indipendente che faccia gli interessi nazionali"

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di Danilo Della Valle







Se non fosse per le luminose insegne che pubblicizzano grandi marchi occidentali, ricordandoti che anche qui in Russia ormai il capitalismo e il libero mercato hanno trovato terreno fertile, passeggiare per Mosca significherebbe fantasticare ad occhi aperti su tempi ormai andati, tra i suoi imponenti palazzi del centro decorati dalla simbologia sovietica, tra le statue di Nevskij e Mayakovskij che sembrano osservare i tuoi movimenti, tra i meandri della splendida metropolitana, dove a farla da padrone sono, dagli anni 30, statue e dipinti che ogni giorno vengono immortalati dai flash di migliaia di attoniti turisti.




Questo è anche l'effetto che ha questa città su di me, intento ad aspettare fuori la fermata metro della "Biblioteca di Lenin" che si faccia ora per l'appuntamento con Denis Parfenov, deputato alla Duma di Stato per il Kprf, nonchè unico ad aver battuto in un seggio moscovita, durante le parlamentarie, un candidato di Russia Unita.

"Nessuno ce l'ha fatta" ci tengono a precisare i suoi collaboratori. A detta di molti, il giovanissimo Parfenov potrebbe diventare uno dei futuri leader del Kprf, il Partito comunista russo che si appresta ad affrontare il ricambio generazionale, ma solo dopo le elezioni Presidenziali del 2018, forse. Lo abbiamo incontrato nelle stanze riservate ai partiti che siedono alla Duma, tutte in fila: Russia Unita, Russia Giusta, Ldpe e Kprf. Entriamo e ci accoglie il cordialissimo staff di Parfenov, tra i libri di Lenin e Marx, le foto del segretario Zyuganov, Che Guevara e Stalin. Cominciamo subito, e Parfenov sembra subito molto disponibile, mentre il suo staff prepara la telecamera: l'intervista sarà ripresa per il canale del Partito. Lui risponde senza problemi: politica interna e imperialismo Usa gli argomenti dove più si infervora, ma è anche molto chiaro ed esplicativo quando parla di Navalny e del pericolo di una Russia ancora più liberista.

 

1) L'avvento della globalizzazione ha ulteriormente cambiato l'economia Russa, anche l'entrata del Paese nel Wto ha contribuito a questo. Come a suo avviso sono cambiate le cose (se in positivo o negativo), e quale è la ricetta del Kprf per migliorare la situazione del Paese?
 

Si sa che già da più di un secolo il capitalismo è passato nella sua fase di sviluppo imperialistico, come scriveva Lenin in "imperialismo fase suprema del capitalismo" e nel quale sono state descritte tutte le tendenze principali del capitalismo, ed oggi il nostro Paese si trova dopo la caduta dell'Urss installato in questo sistema come "fornitore di materia prima".

I grandi Paesi imperialistici occidentali non invidiano certo la Russia per questo ruolo. Tutti gli indicatori economici che abbiamo oggi evidenziano questo in modo chiaro, ossia che questo ruolo per la Russia è stato fissato e per ora non si trovano i mezzi per l'uscita da questa situazione e per il ritorno del nostro Paese nel circolo dei Paesi indipendenti che producono tutto quello che serve autonomamente nel proprio territorio. Purtroppo l'entrata nel Wto nel 2012 dopo più di 15 anni di negoziati, entrata alla quale eravamo fortemente contrari sin da subito, ci ha portato come risultato la situazione attuale, dove da un lato abbiamo mantenuto certe prerogative nell'export di alcune merci, che comunque la Russia riusciva ad esportare anche prima, come ad esempio l'energia, i minerali, i metalli, il legno, mentre dall'altro lato i nostri partner hanno ottenuto permessi di vendere prodotti nel nostro mercato con prezzi troppo alti, come i vari oggetti elettronici, e nel settore macchinario, tecnologico etc. etcera. Per questo il Kprf pensa che non solo l'entrata sia ingiustificata a livello di aspettative nazionali, ma addirittura abbia danneggiato la situazione economica nel Paese, ed oggi, con il nostro Partito discutiamo alla Duma il progetto di uscire dal Wto. Crediamo sia giunto il momento di uscire da questo "club particolare" essendo membro del quale non traiamo alcun profitto ma solo perdite economiche. In generale è abbastanza chiaro che il nostro governo sta organizzando una politica corporativa per la nostra economia basata sui principi liberisti dove regnano il dominio della proprietà privata e i favori alle multinazionali. Noi pensiamo che prima riusciamo a liberarci di questo tipo di politica e meglio sarà per la Russia. Essa ha dimostrato solo la sua insufficienza, non è assolutamente efficace, ed il Paese comparato ad altri nostri vicini, come ad esempio la Cina, non riesce a raggiungere alcun tipo di successo.

 

2) Gli ultimi avvenimenti di politica internazionale, mi riferisco sorattutto alla questione Ucraina, hanno fatto da apripista all'avvento delle sanzioni e delle controsanzioni. Cosa pensa in merito a questa situazione?

Bisogna capire che il nostro Paese indipendentemente dal suo nome "ufficiale" che ha assunto durante la sua storia (pricipato, impero, urss, federazione), era accettato dall'Occidente solo nei casi in cui diceva di sì, come negli anni '90 quando "l'amico Bill" (Clinton), sorridendo, abbracciava Boris (Eltsin) chiedendo i vari favori, ossia di lasciare entrare le compagnie statunitensi, o suoi uomini, nei settori strategici russi. Per questo quando oggi la Russia ha fatto alcuni passi in direzione della indipendenza, che non è stata ancora raggiunta ma a cui si sta lavorando pian piano, ha provocato l'ondata di irritazione degli Usa che ha cercato di inquadrare di nuovo il Paese nei limiti che sono comodi all'Occidente. Per questo il carattere delle sazioni non è occasionale, le sanzioni non sono legate a mio avviso all'Ucraina o alla Crimea. Quello può esser visto come il pretesto, ma non è la ragione. La causa sta nel fatto che secondo i nostri partner la Russia deve avere il ruolo di nazione dipendente e vulnerabile, completamente d'accordo con gli ordini che gli vengono dati. Il pretesto sarebbe stato trovato a prescindere dalla Crimea e per questo è molto difficile capire perchè non sempre il nostro governo reagisce coraggiosamente a questa situazione. Il Kprf pensa, ad esempio, che se Donetsk e Lugansk durante l'entrata della Crimea nella Federazione Russa fossero state riconosciute come Repubbliche indipendenti saremmo riusciti a prevenire questo inutile spargimento di sangue che continua ancora oggi, senza perdere tutte quelle vite, di nostri compagni e non solo. Non avremmo permesso al governo ucraino di organizzare tutte queste azioni illegittime che ancora oggi accadono nell'Ucraina dell'est. Per quanto riguarda la politica interna bisogna correggere ancora molto, noi stiamo facendo tutto il possibile per questo, sia alla Duma che nei vari comitati delle organizzazioni intergovernali. Il Kprf lavora e contribuisce anche alla realizzazione di una politica estera indipendente ed efficace.

 

3) In Italia questa "guerra economica" nei confronti della Russia ha portato solo disoccupazione tra i lavoratori e un collasso di molte piccole e medie imprese, come vive al contrario questo avvenimento la Russia?

 

Credo che il termine sia molto giusto, ossia guerra economica. Noi anche crediamo che l'Occidente con l'introduzione delle sanzioni abbia dichiarato una vera e propria guerra economica, o commerciale che dir si voglia, alla Federazione Russa. Questo si riflette sia nelle sanzioni, sia nella linea diplomatica sia in quella dei media. Oggi nella politica russa abbiamo molti problemi senza soluzioni, provocati dalle sanzioni ma non solo, anzi io ed i miei compagni siamo convinti che questa situazione è stata provocata soprattutto dalle scelte di politica interna del nostro governo, pensiamo che il corso che il governo sta sviluppando oggi non garantisce nè il livello necessario per l'indipendenza nè per la crescita economica stabile. Secondo noi, le scelte di politica economica del nostro governo non hanno alcun criterio. E' vero, ci sono alcuni settori, come quello militare che si sviluppava già ai tempi dei sovietici, che oggi possono vantare certi successi e crescono. Ad esempio usiamo alcune macchine e tecnologie sovietiche che hanno più di 30 anni e funzionano benissimo. Però in generale non possiamo dire che il settore tecnologico, che è importantissimo, si sviluppa notevolmente. Negli ultimi due anni abbiamo avuto il crollo del 22% di investimenti nel settore ingegneristico. Questo ci dimostra che siamo totalmente dipendenti da Stati stranieri, se non produciamo l'attrezzatura per le macchine automaticamente saremo sotto il controllo di chi le produce e quindi non indipendenti, essendo questo un settore chiave. Ma potrei dire lo stesso di altri settori.

 

4) In questi mesi in Occidente non si è fatto altro che parlare di Navalny come il "leader" delle opposizioni russe, dimenticando che in Russia ci sono altri partiti molto più numerosi, quale è il suo giudizio in merito?
 

Devo dire che le varie trasformazioni politiche che hanno avuto luogo nei vari Paesi rappresentano un oggetto di studio più profondo e serio. Ci sono delle caretteristiche tipiche di queste trasformazioni e di questi cambiamenti. Esiste una certa tecnica di cambio del potere nei vari Paesi. Essa è rappresenta da due strade parallele: da un lato continua ad esistere una forza stabile che funziona come unica protettrice degli interessi nazionali, si dichiara patriottica e dice che la maggioranza del Paese deve sostenere l'unico potere legittimo per la sicurezza e la stabilità; dall'altro lato abbiamo l'opposizione, così chiamata tra virgolette, che ha come obiettivo l'accumulazione delle proteste che spesso sono giuste a causa dell'incompetenza e degli errori del potere. Così come accade in Russia con il campo liberale delle opposizioni. Il signor Navalny rappresenta un esempio classico di come si cerca di presentare la realtà divisa in questi due campi. Da un lato c'è Putin che va posizionato come patriota, una guida forte, come uno che essendo ex dipendente dei servizi della sicurezza sa come garantire la stabilità del Paese. Dall'altro lato abbiamo Navalny che teoricamente dovrebbe portare in alto la bandiera della lotta alla corruzione contro il governo assolutamente incompetente che ha deluso le aspettative del popolo. Facendo così attira dalla sua parte gente assolutamente variegata, vari strati della società che ideologicamente possono anche non esser vicini allo stesso Navalny che intanto cerca di sfruttare l'insoddisfazione del popolo. La situazione dal nostro punto di vista è abbastanza pericolosa perchè l'esempio dell'estremismo liberale ha molto più in comune con il governo in carica che non con gli interessi nazionali visto che il programma politico di Navalny si basa sugli stessi pricipi su cui funziona il governo di oggi: cioè il dominio della proprietà privata, le preferenze per il grande business, la liberalizzazione dell'economia, la privatizzazione della proprietà statale ed il dominio del mercato libero, il legame con l'Occidente visto come l'unica forza sulla quale ci dobbiamo orientare che ci deve insegnare il corretto "modo di vivere". Praticamente esiste solo la scelta tra il conservare il posto della Russia come appendice mondiale della materia prima, così come è oggi, oppure rafforzare questo ruolo facendo qualche passo indietro e tornando negli anni 90 quando questa dipendenza era assoluta. La scelta tra queste due varianti per la società russa è inaccettabile perchè sia il primo che il secondo non contribuiranno mai al bene della maggioranza del Paese che continuerà a diventare sempre più povero. Per questo il fatto che ora stiano facendo tutta questa grande propaganda mediatica creando l'immagine di Navalny come unico opposizione, il lottatore che si pone contro i difetti del governo, tutto questo è solo una tecnica per realizzare un certo piano: accomunare tutti i sostenitori delle opposzioni ed aspettare quando il governo farà qualche errore grande sfruttando l'occasione per la destabilizzazione. Se avranno la forza per far uscire in strada un gran numero di manifestanti, se il governo mostrerà incertezza e se una parte della elitè deciderà di abbandonare il potere, in questo caso sarà possibile lo stesso scenario ucraino, con un effetto molto peggiore. Per questo noi capiamo benissimo che nessuno di questi gruppi risponde agli interessi nazionali, essi non sono interessati per nulla ad uno Stato russo forte e indipendente ma sono solo pronti a lavorare per i propri interessi, per i propri portafogli e palazzi all'estero. Siamo assolutamente contro questo approccio perchè pensiamo che esiste un'alternativa che è rappresentata dalla nazionalizzazione della maggior parte dei settori principali dell'economia, da una economia pianificata, dalla rinascita dello Stato Socialista sul modello dell'urss.

 

5) Questo anno sarà l'anno dell'anniversario della Rivoluzione Bolscevica del 1917, come si appresta la Russia e il Kprf a festeggiare questo avvenimento? Quale è il suo giudizio storico sulla Rivoluzione socialista?

 

Dal punto di vista storico la rivoluzione, a mio avviso, deve esser intesa come una festa. Noi sappiamo che spesso il concetto di rivoluzione è associato a tutte le cose peggiori che ci sono nel sistema politico: instabilità, rivolta, versamento di sangue. In realtà non è così perchè la rivoluzione è un cambiamento radicale della vita del popolo. Quando parliamo dei cambiamenti epocali in vari ambiti come quello tecnologico o quello medico, ogni persona attende i progressi che ci regala questo tipo di innovazione in termnini positivi. Mentre se parliamo di rivoluzione sociale subito cambia l'atteggiamento, tutti hanno paura di esser privati della propietà o che succederà qualcosa di brutto o che la società si troverà in una situazione pessima. La rivoluzione d'Ottobre del 1917 ha regalato al nostro Paese una vera e propria liberazione dalle catene nelle quali il Paese si trovava da secoli, delle catene che non permettavano alla nostra società di svilupparsi. Quando ci fu la rivoluzione, ci fu l'occasione per la maggior parte della popolazione di arrivare al vero potere tramite il Partito, di governare il proprio Paese tramite il sistema dei soviet. Oggi il concetto di rivoluzione nel nostro Paese, a causa delle attività del nostro governo in carica, che per lo più è formato da persone con la mentalità liberale, è demonizzato. La rivoluzione viene rappresentata come uno spauracchio, cercando di convincere la popolazione che tutte le difficoltà che abbamo oggi dal punto di vista sociale ed economico, la povertà totale, la perdita delle garanzie sociali e le speranze per il futuro, che tutto questo è sempre pur meglio della rivoluzione. Per questo la rivoluzione dei bolscevichi è un esempio per noi, l'esempio di come è possibile che anche in un momento molto difficile si possa sfruttare la situazione per prendere il potere nell'interesse della società e non dei pochi, come accade oggi. Per noi l'anniversario della rivoluzione non è soltanto una festa russa ma va visto su scala internazionale perchè grazie alla grande rivoluzione d'ottobre è praticamente cambiata tutta la storia mondiale. Riguardo il centenario, abbiamo in programma una serie di festeggiamenti ed iniziative che riguardano sia la culla della rivoluzione, Pietrogrado, la San pietroburgo di oggi, la capitale del nord, che Mosca ovviamente. In ogni caso nelle due capitali ci saranno una serie di eventi ufficiali dove dovranno venire più di un centinaio di delegazioni internazionali dei partiti comunisti. Aspettiamo molti rappresentanti dei partiti e pensiamo che dobbiamo prestare a questo evento la massima attenzione, perchè anche se oggi al mondo purtroppo non esiste l'urss e tutto è cambiato e il movimento di sinistra rispetto a quello che avevamo 50 anni fa ha fatto molti passi indietro, sappiamo anche che la storia ha carattere ciclico e che il mondo ha bisogno di una sinistra capace di combattere il capitalismo. Oggi la società sta cadendo in questo kaos guidato dalle banche e dalle multinazionali, siamo assolutamente sicuri che questa è una strada disastrosa. Per questo sono convinto che la rivoluzione bolscevica ci insegna che in realtà un altro mondo non è solo possibile ma è necessario e il nostro obiettivo è cercare di raggiungerlo.

 

6) In Occidente i politici ed i media parlano spesso di Russia usando luoghi comuni negativi e diffidenza. Si può parlare a suo avviso di un ritorno dilagante del concetto di Russofobia?

 

Il nostro territorio è enorme e non permette di stare tranquilli gli altri Paesi viste tutte le ricchezze naturali che abbiamo. La Russia è stata sempre poco comprensibile per il mondo occidentale, molto grande, forte, poco prevedibile e per questo da sempre c'è stato un tentativo di fare qualcosa con la Russia, di conquistarla da vari punti di vista, culturale, religioso economico, partendo dai tentavi durante il medioevo e finendo con questa situazione di oggi con l'espansione degli orientamenti culturali occidentali che noi vediamo e che non sono tipici del nostro Paese. La Russia da sempre ha giocato un ruolo importante tra Oriente ed Occidente e purtroppo il carattere di questa comunicazione con i Paesi più grandi occidentali ha rappresentato sempre qualche tipo di obiettivo di conquista, la ricerca di arricchirsi grazie a tutte le possibilità che ha questo Paese che con il tempo hanno contribuito ad aumentare il concetto di russofobia. Oggi effettivamente questa diffidenza verso la Russia sta di nuovo crescendo, anche se ha sempre avuto un filo conduttore storico, solo che dopo la seconda guerra mondiale era coadiuvata dal concetto di antisocialismo e anticomunismo. Prima era un astio contro tutti i Paesi dell'Unione Sovietica, oggi è tornato ad esserlo solo contro la Russia. Ci preoccupiamo di questo perchè capiamo benissimo che contro di noi stanno facendo una guerra non dichiarata, un confronto che dura ormai da anni, sulla falsa riga della guerra fredda. Lo strumento di questa linea aggressiva è la russofobia. Il popolo russo è dichiarato barbaro o debole, che il nostro modo di vivere non può esser accettato perchè diverso da quello Occidentale, perchè tutta la nostra cultura, tutte le cose che a noi sono care dal punto di vista culturale e/o religioso non vanno accettate da questo mondo. Secondo me il nostro Paese deve continuare il suo cammino senza copiare altri modelli, deve continuare a lavorare per l'indipendenza, punto sul quale oggi stiamo ancora fallendo. Il nostro Partito capisce benissimo che l'occidente non ha alcuna intenzione di parlare con la Russia come partner alla pari ma solo come fa un padrone con un subordinato, questi sono i rapporti che noi abbiamo a livello internazionale.

 

8) Oggi la situazione nel mondo è davvero esplosiva, penso al golpe e alla guerra in Ucraina al problema terrorismo islamico, all'intervento russo in Siria; alla situazione in Venezuela dopo la Costituyente dei giorni scorsi.

 

Bisogna dire che quello che accade oggi nel mondo è legato al dominio degli Usa che cercano di proclamare la propria forza nella politica mondiale usando la diplomazia, la corruzione e la forza militare. In base al Paese che vogliono "conquistare" usano un tipo di forza. Il Venezuela è l'esempio molto esplicito di come uno Stato sudamericano con la sua caratteristica particolare di esser indipendente ed avere idee progressiste subisca questo tipo di attacco. Ovviamente un Paese come il Venezuela con enormi giacimenti di petrolio non poteva rimanere fuori dagli interessi degli Usa, vista anche la vicinanza geografica. Inoltre sappiamo che storicamente gli Stati Uniti hanno un grande interesse verso questo Continente, partendo dai tempi di Cuba fino ad arrivare ai giorni nostri. È molto chiaro che quelli che oggi cercano di organizzare qualche tipo di rivolta o una sorta di opposizione armata all'interno del Paese sono delle persone filo occidentali che hanno lo scopo di attuare una poiltica sia interna che estera sotto i diktat degli Usa. In questa situazione gli Stati Uniti giocano il solito ruolo del gendarme che punisce con il proprio bastone quelli che non obbediscono, in questo caso i patrioti e i socialisti venezuelani che cercano di sviluppare un percorso indipendente per il proprio Paese. Nonostante tutto però non sono sicuro che gli Usa cercheranno di organizzare una operazione militare, perchè molto difficile, ma la pressione diplomatica, dei media, crescerà con il surriscaldarsi della situazione nel Paese. Ci sarà una opposizione che così come in tutto il mondo sosterrà il capitalismo nascondendosi dietro la bandiera del nuovo che avanza. Questa è esattamente la stessa logica usata in Ucraina, dove Yanukovitch, che non era filorusso ma semplicemente non russofobo, non è stato sostituito perchè non si occupava dell'Ucraina adeguatamente o perchè pensava solo ai suoi interessi, come sappiamo tutti, ma solo perchè dopo vari contatti con l'Occidente non ha ceduto tutto quello che doveva ed è diventato scomodo, visto il bisogno che c'è dell'Ucraina come elemento di pressione nei confronti della Russia, pressione che a mio avviso durerà ancora molto tempo. Il governo Ucraino, come sappiamo, è disposto a fare tutto quello che vuole l'Occidente, gli Usa hanno speso più di 5miliardi di dollari per il Maidan e i politici ucraini ora, avendo ricevuto i soldi, devono lavorare per gli interessi dell'Occidente e continueranno la loro politica che va contro gli interessi della già dissestata economia del proprio Paese. L'obiettivo era semplicemente quello di creare dei fastidi alla Russia, come già accaduto altre volte in passato. Gli Usa sono interessati a conservare il ruolo di "dittatori mondiali" e cercano di conservare la posizione dominante senza voler riconoscere gli ostacoli rappresentati dalla Repubblica Popolare Cinese che in futuro sicuramente sarà una potenza più influente degli Stati Uniti, e senza voler accettare che il mondo sia ormai multipolare. E così che tutte queste rivolte in giro per il mondo non sono altro che il risultato della politica deli Usa e dei suoi alleati che tentano conservare il proprio potere. E come vedete il loro piano lo stanno realizzando con successo, come possiamo vedere con quello che è successo in Ucraina, dove un nostro popolo fratello ci ha in qualche senso abbandonato, oppure in quello che è successo e sta succedento in Iraq, in Libia ed in ultimo in Siria dove non soltanto stanno cercando di uccidere Assad ma stanno minando proprio lo Stato Siriano, uno Stato indipendente capace di avere peso nella politica internazionale. Oggi vediamo che i gruppi più radicali vicino ai terroristi, che non hanno niente a che vedere con la democrazia, hanno l'appoggio degli Usa. Noi sappiamo che si può combattere il terrorismo in modo efficace, come stiamo facendo rispondendo ad una richiesta del governo Assad. Il fatto è che gli Stati Uniti, che da sempre parlano di democrazia e civilizzazione, ora stanno apertamente filtrando con l'oscurantismo medioevale, sostenendo direttamente o indirettamente Stati che non hanno nulla a che vedere con il progresso, come quello dell'Arabia Saudita, solo perchè sono propri alleati. Questa è la loro politica, quella dei doppi standard, che li porta a reagire solo quando hanno interessi del proprio Paese ed in un modo o in un altro tutti questi eventi che vediamo in Venezuela, in America Latina, in Ucraina ed Oriente sono da ricercarsi nella volontà degli Usa di conservare la leadership mondiale.

 

9) A proposito di Stati Uniti, dopo la vittoria di Trump secondo molti sembrava che le relazioni russo-statunitensi potessero diventare più pacifiche, ed invece gli Usa hanno varato nuove sanzioni alla Federazione Russa. Come giudica questi primi mesi dell'amministrazione Trump?
 

Sin dall'inizio si è prestata molta attenzione alle elezioni presidenziali in Usa, in quasi contemporanea con le elezioni alla Duma. Molti scherzando dicevano che i russi avrebbero potuto confondere le due elezioni, quasi che le notizie dagli Usa spostavano in secondo piano le news riguardanti le elezioni alla Duma. Secondo il Kprf questo fenomeno della "Trumpmania" sin dall'inizio era molto artificioso, pensare che la politica di un candidato americano alle elezioni presidenziali, di qualsiasi schiaramento, potesse esser filorussa è stupido. Bisogna rendersi conto che la persona che si candida ad occupare una posizione così importante rappresenta lo stesso sistema politico che regna negli Usa da anni ed anni, e bisogna anche capire che è impossibile che da questo gruppo di politici possa nascerne uno filo russo, perchè la politica precedente ha già creato una certa classe negli Usa che comunque difenderà gli interessi del grande business transcontinentale. In Russia i primi passi dell'amministrazione Trump non sono stati capiti ed hanno provocato una critica serrata tra quelli che il Presidente degli Usa potesse diventare amico di Putin. Ovviamente a fare questo tipo di critiche sono stati coloro che prima dei risultati delle elezioni Usa dicevano di aver sostenuto e "tifato" per lo stesso Trump, come nel caso di Zhirinovskji (il leader del LDPR). Il nostro Partito, invece, sin da subito ha capito benissimo che la politica degli Usa sarà inflessibile e implacabile nei confronti della Russia, perchè la russofobia è una caratteristica tipica di una marea di politici americani che l'hnano digerita come latte materno, crescendo con l'opposizione tra Usa e Urss ed oggi tra Russia e Usa. E quel piccolo disgelo degli anni 90 è un semplice risultato del fatto che la Russia era indebolita in quel periodo storico e non perchè fossero realmente migliorati i rapporti. Appena poi la Russia, come sta accadendo in questi anni, ha provato a fare i primi passi per l'indipendenza, la reazione statunitense non si è fatta attendere. Credo che ci dobbiamo preparare ad un "confronto crescente" e di lunga durata, perchè loro non saranno contenti finchè la Russia non torni ad esser, come negli anni 90, ubbidiente ad ogni desiderio da loro espresso. E questo può accadere solo nel caso in cui il governo al potere diventerà ancora più liberale facendo un grosso passo indietro rispetto anche alla nostra posizione attuale, che tuttavia è ancora debole. Anche perchè porterebbe anche dei problemi territoriali di non poco conto. Il Kprf al contrario pensa che la Russia debba riuscire a realizzare una politica indipendente concentrata sugli interessi nazionali, ossia della maggioranza del popolo, per potersi difendere da questa aggressione imperialista.

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