La lezione di 'Pepe' Mujica: la vita umana non può ridursi a lavorare, pagare le bollette e accumulare debiti
«L’unica cosa che non si può comprare è la vita. La vita si consuma. Ed è da miserabili consumare la vita per perdere la libertà»
«La vita umana non può ridursi - come impone il capitalismo - a lavorare, a pagare le bollette e ad accumulare debiti», ha dichiarato l'ex presidente uruguaiano Jose ‘Pepe’ Mujica in una conferenza a Montevideo finalizzata all'organizzazione contro le riforme neoliberiste che colpiscono l'America Latina e il mondo.
«Difendere il tempo libero e la libertà è una questione di principio», ha detto durante un panel intitolato ‘Continuiamo a lottare: le sfide da affrontare per l’ondata conservatrice e gli attacchi contro la democrazia».
Si tratta di temi molto cari all’ex capo di Stato soprannominato il presidente più povero al mondo per il suo stile di vita molto semplice. Basti pensare che gira ancora in un vecchio VW Beetle del 1987. «Abbiamo inventato una montagna di consumi superflui. E viviamo comprando e buttando…», aveva dichiarato in un’intervista con il regista Yann Arthus-Bertrand per il documentario Human.
«Quello che stiamo sprecando», aveva spiegato Mujica, «è tempo di vita perché quando io compro qualcosa non lo faccio con il denaro, ma con il tempo di vita che ho dovuto utilizzare per guadagnare quel denaro».
«L’unica cosa che non si può comprare è la vita. La vita si consuma. Ed è da miserabili consumare la vita per perdere la libertà», queste le sagge parole del leader uruguaiano che fecero il giro del mondo.
Insieme a Mujica, alla Conferenza per la Democrazia e Contro il Neoliberismo, hanno preso parte tanti altri esponenti della società latinoamericana come Marcelo Abdala, presidente dell’Unione Sindacale dell’Uruguay, e Karin Nansen presidente di Friends of the Earth.
Il sindacalista ha evidenziato che gli Stati Uniti non hanno più il potere di agire unilateralmente ma sono costretti a negoziare con India, Russia e Cina, con cui i lavoratori uruguaiani lavoreranno per una vita migliore per tutti. I sindacati uruguaiani, ha aggiunto Abdala, continueranno a combattere collettivamente e, «vivere, amare e lottare" per un mondo giusto, «come rivoluzionari».