La morte del Che Guevara portoghese Otelo Saraiva de Carvalho

La morte del Che Guevara portoghese Otelo Saraiva de Carvalho

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L'eroe della rivoluzione portoghese, il generale Otelo Saraiva de Carvalho, è morto all'età di 84 anni in un ospedale di Lisbona. 

Otelo Saraiva de Carvalho, soprannominato dalla stampa "il Che Guevara portoghese" era tra i leader dell’ala progressista dei militari che depose nel 25 aprile del 1974 il dittatore Marcelo Caetano, ponendo fine al regime fascista fondato da António de Oliveira Salazar. 

Dopo la Rivoluzione dei Garofani prese la guida Comando Operational do Continente (COPCON), uno speciale corpo militare incaricato di assicurare l'ordine nel paese. Fu poi chiamato a far parte del Consiglio della Rivoluzione, creato nel marzo del 1975.

Nel luglio del 1976 una delegazione portoghese si reca a Cuba il 26 luglio per commemorare il ventiduesimo anniversario dell’assalto alla caserma Moncada. La delegazione lusitana è guidata dal generale Otelo Saraiva de Carvalho. 

Fidel Castro ringrazia i dirigenti portoghesi per essersi recati a Cuba ed esalta nel suo discorso di commemorazione quanto avvenuto in Portogallo. 

«Voglio ringraziare, prima di tutto, le parole vibranti e fraterne del generale Otello Saraiva de Carvalho. 

Conosciamo il generale Otelo Saraiva de Carvalho come un eroe della Rivoluzione dell'aprile 1974 in Portogallo e come uno dei leader più importanti del Movimento Rivoluzionario delle Forze Armate, e le sue parole sono un profondo incoraggiamento per noi e la sua presenza nella nostra patria questo 26 luglio ha un grande significato storico, perché entrambi i paesi, piccoli paesi - come dice - marciano insieme nella lotta e saranno uniti nella libertà e nella vittoria.

Il Portogallo ha vissuto per oltre 40 anni sotto il fascismo e la sua gente fu coinvolta nel conflitto coloniale imposto dagli sfruttatori. Ma l’esercito portoghese ha rovesciato il fascismo e imboccato la via della liberazione. 

Forse questa è l'unica differenza tra le nostre due Rivoluzioni, in quanto non avevamo soldati nel vero senso della parola; Avevamo servitori e oppressori ed era necessario che il popolo disarmasse l'esercito e prendesse le armi. In Portogallo, i militari hanno intrapreso il cammino della Rivoluzione, hanno rovesciato il fascismo e si sono uniti al popolo.

La Rivoluzione dei portoghesi non sarà, ovviamente, più facile della nostra rivoluzione. La nostra Rivoluzione è stata difficile e ha dovuto superare grandi ostacoli; Ma facendo affidamento sulla forza del popolo, sulla forza delle masse, sulla coscienza rivoluzionaria della nazione e sul movimento rivoluzionario internazionale, è stato in grado di ottenere la vittoria ed è stato in grado di raggiungere il suo consolidamento.

Le difficoltà del Portogallo sono grandi, immense. Un piccolo paese sottosviluppato nell'Europa industrializzata, con grandi ostacoli economici, poche risorse naturali e già di fronte all'opposizione più ostinata dei reazionari, dovrà senza dubbio affrontare una dura e difficile lotta. Ma quando ascoltiamo qui un vero rappresentante della rivoluzione portoghese, siamo sicuri che avanzeranno.

Si parla così come il generale Otelo Saraiva de Carvalho ha parlato. E quando gli uomini parlano così e si comportano così, senza paura, senza esitazione, senza paura dei grandi ostacoli, si può dire che il movimento rivoluzionario è assicurato.

Quando la Rivoluzione diventa carne del popolo, quando la Rivoluzione diventa carne della classe operaia, si può dire che il movimento rivoluzionario è al sicuro, qualunque siano gli ostacoli, qualunque sia la difficoltà, qualunque sia il sacrificio. Perché le persone sono in grado di sacrificarsi per il loro futuro, per il loro destino, per i loro interessi; il popolo non si sacrificherà mai, da nessuna parte, per gli interessi degli sfruttatori.

Pertanto, quando vediamo governi borghesi che chiedono sacrifici al popolo, non capiamo come il popolo possa sacrificarsi per gli interessi della borghesia. Gli operai, i lavoratori in generale, i contadini, gli studenti, le persone sfruttate, sono in grado di fare i più grandi sacrifici per i loro interessi. E per questo motivo, siamo sicuri che il popolo portoghese farà i sacrifici necessari nella Rivoluzione, insieme al Movimento delle Forze Armate.

E diciamo al generale Otelo Saraiva che siamo compagni e siamo fratelli in questa lotta: che per noi fratelli significa solidarietà e che il movimento rivoluzionario portoghese potrà contare sul sostegno più fermo e determinato del nostro popolo in qualsiasi circostanza. E lo ringraziamo per averci accompagnato in questo atto, per averci stimolato con la sua presenza e per le parole fraterne e rivoluzionarie che ha rivolto al nostro popolo».

Il generale ritornerà entusiasmato dal suo viaggio a Cuba. Il quotidiano l’Unità il 31 luglio del 1975 scriveva: «Egli ritiene che ‘molte esperienze della rivoluzione cubana vanno studiate e possono rivelarsi utili anche per noi, tenendo conto ovviamente delle caratteristiche del nostro popolo e del nostro paese’; si è intrattenuto a lungo sulla ‘profonda coscienza rivoluzionaria del popolo cubano’ auspicando che anche i portoghesi riescano a raggiungere ‘quel livello di partecipazione al processo rivoluzionario’». 

Successivamente venne accusato di aver sostenuto un fallito golpe tentato da militari di sinistra, quindi allontanato dagli incarichi e degradato a maggiore. Dopo la controrivoluzione guidata da settori conservatori dell'esercito, che portò al potere António Ramalho Eanes, provò due volte la candidatura presidenziale, nel 1976 e nel 1980, ma tuttavia non riuscì a trovare vittoria elettorale. 

Arrestato nel 1984 con l’accusa di avere contatti con l’organizzazione Forze Popolari 25 Aprile, venne processato e quindi condannato a 15 anni di carcere. Nel 1996 fu amnistiato. 

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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