La notizia più grave di oggi sul rischio di guerra è rimasta quasi inosservata

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La notizia più grave arrivata oggi per quanto riguarda il rischio di guerra (che evidentemente non è solo tra la Russia e l'Ucraina) è una piccola notizia arrivata quasi inosservata.
 
Questa.
 
Il Ministero della Difesa russo ha annunciato che nei pressi delle isole Curili (Russia) un sottomarino della classe Virginia ha provato ad entrare nel mare di Ochotsk e dunque in piene acque territoriali russe. Continua sempre il comunicato del Ministero della Difesa russo che immediatamente si è recato nella zona un cacciatorpediniere russo (il Marshal Shaposhnikov) che ha usato "strumenti speciali" costringendo il sottomarino a far emarcia indietro. Poco ci vuole a capire che per strumenti speciali significa che gli hanno tirato addosso qualche siluro e qualche bomba di profondità.
 
Voi direte, ma il mare di Ochotsk e le isole Culiri si trovano a Nord del Giappone, a 8000 km di distanza dall'Europa, quindi è poco importante. Sbagliato.
 
Il Mare di Ochotsk è uno dei due santuari russi (l'altro è nel mare di Barents) dove stazionano i sommergibili russi armati di missili nucleari strategici. Dovete sapere che questi sommergibili non girano da tutte le parti. Sono sommergibili talmente preziosi e importanti che girano in dei tratti di mare talmente sicuri e protetti che nessun avversario si può intrufolare per affondarli in caso di guerra perchè devono garantire la rappresaglia in caso di guerra nucleare. Si, esatto, esistono dei sommergibili che si chiamano Hunter-Killers che hanno il compito di dare la caccia ai sottomarini strategici avversari armati di testate nucleari strategiche. Si da il caso, che il sommergibile americano che tentava di intrufolarsi nel mare di Ochotsk (ovvero in un santuario russo) era proprio un hunter-killer, tale è la classe Virginia dei sottomarini USA.
 
Sapete cosa significa? Vuol dire che gli americani - ma anche i russi - hanno quantomeno paura davvero che stia per succedere qualcosa di brutto. Altrimenti non andrebbero mai a cercare guai in un santuario.
 
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Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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