La prossima crisi finanziaria arriverà dagli algoritmi dell'Intelligenza Artificiale?

La prossima crisi finanziaria arriverà dagli algoritmi dell'Intelligenza Artificiale?

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di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico


Hanno fatto molto scalpore le dichiarazioni rilasciate dallo studioso, e ormai guru e futurologo, Yuval Noah Harari sul rischio di una crisi finanziaria che può essere scatenata dagli algoritmi di Intelligenza Artificiale utilizzati dai Money Manager dei fondi e delle grandi banche che operano nei mercati finanziari mondiali.

L'argomento è certamente della massima importanza e dunque meritevole di essere sviscerato. Dico questo perché già da molti anni buona parte dell'attività di trading è impostata attraverso l'uso di algoritmi che agiscono in automatico; anche se va precisato che i parametri sono ovviamente scelti dall'uomo sulla base di precise strategie.  Parallelamente a questa che potremmo chiamare “finanza algoritmica parametrata dall'uomo” sta prendendo sempre più piede una “finanza algoritmica fondata sulla AI”, ovvero una finanza dove è lo stesso algoritmo ad individuare pattern e ricorsività significative tali da far  assumere in automatico decisioni di investimento. L'AI sta dunque ridefinendo le strategie di trading e di investimento, dotando i Money Manager di analisi predittive elaborate grazie ad algoritmi di Machine Learning ma anche a strumenti che hanno capacità di elaborazione del linguaggio naturale e dunque di individuare il sentiment dell'opinione pubblica (o degli operatori finanziari) su uno o più titoli azionari o sull'economia in generale. Inutile sottolinearlo che i Money Manager hanno a disposizioni analisi macroeconomiche prodotte con strumenti di Machine Learning (o di Deep Learning) in grado di fare previsioni sull'andamento dell'economia in generale. Tutte queste innovazioni stanno sempre più portando a decisioni di investimento più efficaci, ad una migliore valutazione del rischio e una migliore diversificazione del portafoglio; almeno questo è quanto gli AI Entusiast sostengono.  

In questo contesto di generale ottimismo sull'utilizzo degli Algoritmi di Intelligenza Artificiale nella Finanza si è levata (meritoriamente) la voce fuori dal coro di Harari che ha dichiarato al Guardian del nove novembre scorso (1) : «Cosa succederebbe se agli algoritmi di Intelligenza Artificiale non solo venisse dato un maggiore controllo sul sistema finanziario mondiale, ma fossero autorizzati   a creare nuovi strumenti finanziari che solo l’intelligenza artificiale può comprendere e che nessun essere umano sarebbe in grado di farlo?» e poi ha aggiunto: «L’intelligenza artificiale ha il potenziale per creare dispositivi finanziari che sono, per diversi ordini di grandezza, più complessi dei CDO [Collateralized Debt Obbligation, titoli ibridi alla base della crisi finanziaria del 2008 N.d.A]. E immaginiamo la situazione in cui si venisse a creare un sistema finanziario che nessun essere umano è in grado di comprendere e quindi nemmeno in grado di regolare: a quel punto ci potrebbe essere una crisi finanziaria ma nessuno capirà che cosa stia succedendo». Come vedete, lo storico-futurologo israeliano ipotizza un futuro nel quale le Intelligenze Artificiali non solo faranno previsioni e magari trading in autonomia (come già avviene ora), ma dove elaboreranno/genereranno direttamente strumenti finanziari di una tale complessità da rendere del tutto opaco il mercato e dunque non intellegibile all'uomo. Yuval Hariri peraltro fa presente che a causa dei titoli sintetici del mercato immobiliare americano si è generata la crisi del 2008, sostenendo evidentemente che ciò che è accaduto una volta può ripetersi magari con una potenza di molto superiore grazie alla enorme capacità di calcolo delle macchine.

Posto che il ragionamento dello studioso israeliano è tutt'altro che esagerato dato che già oggi certamente le Intelligenze Artificiali debitamente “impostate” possono tranquillamente generare dei prodotti finanziari in assoluta autonomia e con un grado di opacità/complessità inarrivabile per l'uomo, vanno comunque chiarite alcune questioni a mio avviso importanti.

1) E' certamente importante – come ha dimostrato la genesi della crisi del 2008 – avere un mercato finanziario trasparente nel quale gli operatori possano allocare le risorse senza ritrovarsi nelle sabbie mobili causate da titoli opachi e rischiosissimi. Pertanto, come ha ben individuato Harari, senza dubbio gli Algoritmi di Intelligenza Artificiale sono in grado di generare prodotti non intellegibili che, a loro volta, nel complesso generano mercati opachi e pericolosissimi. Ma ciò non basta per generare una crisi di vasta portata: questa si verifica solo quando le banche centrali stringono i cordoni della borsa, ovvero alzano i tassi di interesse e fanno diminuire la liquidità sul mercato facendo crollare il corso dei titoli, siano essi più o meno trasparenti e più o meno rischiosi. Certamente, va specificato che, come proprio la crisi del 2008 ha dimostrato, quando le banche centrali chiudono il rubinetto della liquidità i primi titoli che crollano sono quelli più rischiosi ma poi, nel marasma e nel panico generale, vengono coinvolti anche titoli blasonatissimi e teoricamente sicuri come accadde con quelli della Lehman Brothers. Ma quando è che le banche centrali chiudono il rubinetto della liquidità?

2) Le banche centrali in generale chiudono i rubinetti della liquidità ai mercati finanziari quando le grandezze fondamentali, come per esempio il tasso d'inflazione, stanno “scappando di mano” nel senso che stanno uscendo dai target che la stessa banca centrale ha stabilito. Prendiamo per esempio la Federal Reserve americana (che poi è di gran lunga la banca centrale più importante): perché all'inizio di quest'anno ha chiuso i rubinetti della liquidità innescando una crisi finanziaria che, per esempio, ha visto fallire la Silicon Valley Bank? Per il semplice fatto che era necessario alzare i tassi di interesse per bloccare la crescita enorme del tasso di inflazione negli USA, ma anche per attrarre investimenti necessari a finanziare l'enorme posizione finanziaria netta  negativa degli USA e dunque evitare la fuga dei capitali (soprattutto arabi e cinesi) e il conseguente crollo del dollaro.

Cosa deduciamo da quanto esposto nei due punti precedenti? Che Harari ha certamente individuato un problema serio, quello di prodotti finanziari “generati” dagli Algoritmi di Intelligenza Artificiale che potrebbero avere la caratteristica della più totale assenza di trasparenza. Ma allo stesso tempo  questo elemento da solo non può essere sufficiente per generare una crisi finanziaria sistemica: la storia ci insegna che questa avviene quando le banche centrali smettono di far fluire la liquidità nei mercati finanziari e che ciò viene fatto solo quando i parametri macroeconomici lo impongano per evitare danni ancora più rilevanti.

Per quanto riguarda tutti gli altri strumenti di Intelligenza Artificiale applicati ai mercati finanziari invece non ci dovrebbero essere grandi problemi. Ciò perché, di fondo, simulano l'attività umana; questo vale sia quando tentano di trovare predizioni ricercando pattern nei dati macroeconomici sia quando ricercano un sentiment nell'opinione pubblica che possa far presagire cambiamenti nell'attività economica. In fondo anche gli operatori finanziari umani quando leggono i giornali non sono tanto interessati alla posizione del singolo giornalista/opinionista ma a ricavare un trend generale che faccia capire quello che è l'orientamento dell'opinione pubblica per potersi così posizionare correttamente sui mercati.

In definitiva non vorrei che la posizione di Harari nasconda la volontà, più o meno conscia, di trovare un comodo capro espiatorio nella Intelligenza Artificiale sgravando così dalla necessaria e urgente analisi delle storture del finanz-capitalismo e del sistema monetario mondiale che vede nel Dollaro il suo Dominus sempre più traballante. Additare gli Algoritmi in questo caso dunque significa deresponsabilizzare, dissimulare e coprire la posizione dei soggetti istituzionali, politici ed economici che hanno il compito di vigilare e di agire secondo standard di alto livello a tutela dell'interesse generale.

In altri termini, che una crisi economica in futuro ci sarà è pressoché certo, ma non sarà di certo dovuta all'utilizzo sempre più massivo degli strumenti di AI ma ai soliti difetti umani di sempre: avidità e volontà di potenza. Umano, troppo umano. Nulla di artificiale.

 

(1) The Guardian, AI could cause ‘catastrophic’ financial crisis, says Yuval Noah Harari, 9 Novembre 2023 [1]

 

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