L'acquisto del sistema antimissile russo S-400 continua ad agitare le relazioni tra Stati Uniti e Turchia
L'ambasciatore James Jeffrey, rappresentante speciale degli Stati Uniti per la Siria, ha recentemente annunciato che l'acquisto da parte della Turchia di sistemi di difesa terra-aria russi S-400 rimane il principale ostacolo nei rapporti tra Washington e Ankara.
Parlando a un evento organizzato dall'Hudson Institute, Jeffrey ha spiegato che questo problema è piuttosto complicato perché coinvolge il progetto di caccia stealth F-35 di quinta generazione degli Stati Uniti, poiché le azioni della Turchia presumibilmente minano il potenziale del velivolo.
Ha osservato, tuttavia, che gli Stati Uniti e la Turchia vedono allo stesso modo la maggior parte delle altre questioni, compresa la NATO, la situazione in Libia, Siria e Iraq, ecc.
Gli Stati Uniti affermano che i missili S-400, consegnati da Mosca alla Turchia nel luglio 2019, sono incompatibili con le difese della NATO e metterebbero a repentaglio un accordo con la Turchia per l'acquisto dei caccia F-35 statunitensi.
Finora, Ankara ha rifiutato di fare qualsiasi concessione in merito all'acquisto dell'S-400.
Il governo turco ha fatto sapere di stare continuando a produrre numerosi parti fondamentali per i caccia stealth F-35 e che la Turchia si sente ancora parte integrante del programma nonostante le reiterate minacce di Washington che portarono un anno fa alla sospensione del paese dal programma.
In effetti, come sottolinea il quotidiano Daily Sabah, eliminare del tutto la Turchia dal progetto costerebbe agli altri membri del programma fino a 600 milioni di dollari. Quindi continua il tira e molla sulla vicenda.