Laila stritolata. Non chiamatelo incidente, è un omicidio!

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La parola incidente ancora usata per un altro episodio della strage di lavoratrici e lavoratori è un falso ed un insulto intollerabile.

La terribile morte, nell’ azienda Bombonette di Modena, di Laila el Harim, risucchiata da una macchina fustellatrice, non è un incidente ma un OMICIDIO. Un assassinio per sporco profitto, perché basterebbe il rispetto delle più elementari norme di sicurezza per evitare la strage. Come a Luana a Prato, anche a Laila è toccato di operare in una macchina dove no ha funzionato l’arresto automatico.

Sono stanco e al tempo stesso furibondo nel ripeterlo : tutti i macchinari hanno meccanismi di blocco che fermano tutto, anche se solo una mosca dovesse posarsi in un punto dove si possa creare pericolo. Se il macchinario non si ferma e stritola l’operaio vuol dire che quei meccanismi sono stati tolti o resi meno sensibili per far la lavorare più in fretta. È un rischio calcolato che fa il padrone : vuoi che capiti proprio nella mia fabbrica? Ed in effetti a tanti di loro va bene, ma a uno no e allora una persona finisce nei macchinari e viene stritolata.

Cosa può imporre ad una imprenditoria in gran parte criminale di non ammazzare i lavoratori? Solo la forza e l’intensità dei controlli, solo la paura che domani arrivi un ispettore che fa chiudere tutto. E poi una magistratura che quando un operaio viene ucciso in questo modo incrimina e arresta il padrone. Tutto questo non succede e il potere politico, dalla riforma della giustizia alla semplificazione degli appalti, mostra chiaramente che non vuole che succeda.

Così la Confindustria può impunemente presentarsi come preoccupata per la salute pubblica.

D’altra parte i lavoratori come Laila sono ricattati con contratti precari, altro atto criminale contro la loro salute. E anche i sindacati, non tutti per fortuna ma la maggioranza sì, finiscono per accettare che si rischi la vita pur di lavorare. Così, tra criminalità, complicità, passività, la strage continua.

Dolore e rabbia per Laila che lascia una figlia di quattro anni.

Padroni assassini, governo e classe politica complici.

 

Giorgio Cremaschi

Giorgio Cremaschi

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