L'Argentina ha rinunciato all'acquisto dei caccia JF-17 cinesi su pressione degli Stati Uniti
Il Presidente argentino Alberto Fernández ha annunciato, un po’ a sorpresa, che il Paese non acquisterà alcun caccia da combattimento nel breve periodo. Questo, mentre i media avevano in precedenza riferito che le autorità argentine valutavano l'acquisto di caccia da combattimento cinesi JF-17 e di caccia statunitensi F-16 di seconda mano.
In un articolo pubblicato dal South China Morning Post (SCMP), due esperti specializzati in questioni militari suggeriscono che il presidente argentino abbia preso questa decisione a causa di pervenute interferenze di Stati Uniti e Regno Unito.
Il quotidiano suggerisce inoltre che la turbolenta economia del Paese sudamericano potrebbe aver causato il rinvio del programma. "L'Argentina deve destinare le sue risorse a cose più importanti dell'acquisto di aerei militari", ha infatti affermato Fernández.
In precedenza, il governo argentino aveva preso in considerazione la possibilità di confrontare il JF-17, prodotto congiuntamente da Cina e Pakistan, l'F-16, prodotto dalla statunitense Lockheed Martin, il Tejas di fabbricazione indiana e il Mikoyan MiG-35 russo.
A tal proposito l’anno scorso, l'Argentina ha stanziato 664 milioni di dollari dal suo bilancio 2022 per l'acquisto di caccia multiruolo per modernizzare la sua forza aerea.
In questo contesto, il ricercatore Zhou Chenming del think tank di scienza e tecnologia militare Yuan Wang, con sede a Pechino, ha affermato di ritenere che gli Stati Uniti abbiano esercitato pressioni sull'Argentina affinché ritirasse il piano di acquisto di caccia cinesi. "È perché gli statunitensi stanno esercitando molta pressione, quindi la questione del JF-17 potrebbe essere ritardata nel breve termine", ha detto Zhou a SCMP.
Song Zhongping, un commentatore militare di Hong Kong, ha anche affermato che gli Stati Uniti, che hanno una notevole influenza politica sul Paese latinoamericano - anche a causa del forte indebitamento di Buenos Aires conl’FMI - interverrebbero nel programma di acquisto di caccia cinesi perché, se approvato, espanderebbe il mercato di Pechino nella regione.
D'altra parte, ha affermato che l'Argentina ha dovuto affrontare sfide per modernizzare la propria forza aerea perché il Regno Unito ha bloccato le esportazioni di attrezzature per la difesa all'Argentina dopo la guerra delle Falkland negli anni '80 e sarebbe stato un errore di calcolo per l'Argentina acquistare gli F-16 statunitensi.
Lo scorso novembre l’ambasciatore argentino in Cina, Sabino Vaca Narvaja, aveva definito "storica" la possibile acquisizione di aerei JF-17 dalla Cina, proprio perché senza alcuna restrizione o condizionamento.
Vaca Narvaja in una conferenza stampa tenuta a Pechino affermava che il progetto di cooperazione promosso dal Ministero della Difesa potrebbe essere "storico e trascendentale per il nostro Paese e il nostro sistema di difesa, e passare alla storia delle forze armate argentine". In quell’occasione ricordava che il ministro della Difesa, Jorge Taiana, era ministro degli Esteri argentino quando è iniziata la cooperazione con il CATIC (China National Aero-Technology Import & Export Corporation), segnando una continuità nello schema di relazioni con la Cina avviato dal governo dell'attuale vicepresidente Cristina Fernández de Kirchner.