Leader Hezbollah: “Parla il campo di battaglia, i nostri droni raggiungono ogni giorno Israele nel profondo”
Il segretario generale di Hezbollah Sayyed Hasan Nasrallah ha tenuto il suo secondo discorso dallo scoppio del conflitto tra la Resistenza palestinese ed Israele.
Nasrallah ha dato nuovi dettagli sul ruolo della Resistenza libanese nel conflitto, invitando a non ascoltare le sue parole, bensì ad osservare il campo di battaglia.
Chi si aspettava che il leader di Hezbollah annunciasse già un attacco diretto ad Israele lo scorso 3 novembre, così come oggi, ha compreso ben poco. Con le portaerei statunitensi nel Mediterraneo che attaccherebbero il Libano pochi minuti dopo un annuncio del genere. L’equazione di Hezbollah è semplice: restare uno spettro insidioso per Israele. Aumentando gradualmente l’intensità degli attacchi usando, come annunciato, dallo stesso Nasrallah con droni suicidi, usati per la prima volta nel profondo di Israele, nonché adoperando i missili a corto raggio Bukran da 500 e 1000 kg.
I discorsi di Nasrallah sono tenuti sempre per celebrare una ricorrenza e ricordare i martiri di qualche operazione della Resistenza libanese. Oggi, non a caso ricorreva l’anniversario dell’operazione compiuta da Ahmad Kassir nel quartier generale del comando militare israeliano a Tiro l’11 novembre 1982.
“Aggressione selvaggia”
Nasrallah, in primis, ha denunciato l’occupazione israeliana per la brutale aggressione a Gaza, ricordando che “gli attacchi sionisti mettono in luce la realtà di questo crudele nemico”.
“Il nemico israeliano sta intensificando la brutale aggressione contro Gaza mentre i combattenti della resistenza difendono eroicamente la loro terra. Il nemico israeliano attacca palesemente gli ospedali di Gaza e obiettivi civili davanti agli occhi del mondo intero”.
Secondo il leader di Hezbollah uno degli obiettivi principali di Israele con i suoi crimini è quello di sottomettere il popolo della regione, sottolineando che “malgrado le atrocità israeliane nel corso di 75 anni, il popolo di questa regione è rimasto fedele alla scelta della resistenza”.
Per Sayyed Nasrallah c’è stato anche un cambiamento nell’opinione pubblica internazionale riguardo i crimini israeliani: “Il tempo sta scadendo per l’entità sionista poiché la sua ferocia e crudeltà vengono esposte di fronte alla comunità internazionale”.
Vertice di Riad. Tutte le pressioni devono essere dirette verso Washington
Riguardo all'incontro degli Stati arabi e islamici che ha avuto luogo oggi a Riad, Nasrallah ha affermato che i palestinesi si aspettano una posizione comune contro Israele da parte dei suoi 57 Stati membri.
Secondo Nasrallah, l’incontro dovrebbe esercitare pressioni sul governo occupante affinché apra il valico di Rafah per trasportare aiuti e trasferire i feriti, nonché chiedere agli Stati Uniti di porre fine a questa aggressione.
A questo proposito, ha ricordato che chi gestisce, decide e conduce questa guerra a Gaza è l’amministrazione statunitense, e ogni pressione deve essere diretta verso Washington.
“Israele non gode più di alcun sostegno, eccetto quello del regime statunitense e del suo alleato britannico”, ha precisato.
“Fallimento” di Israele
Nel suo intervento, Nasrallah ha aggiunto che i combattenti della Resistenza combattono con grande spirito nonostante la dolorosa situazione psicologica che dimostra l'inettitudine di Israele.
In questo mese di continui bombardamenti e attacchi, l'occupazione israeliana “non è ancora in grado di mostrare un angolo di vittoria o di sconfitta e di crollo della Resistenza”, ha osservato.
Infatti, ha evidenziato che “quando Israele invia forze d’élite a Gaza allora questo è un fallimento. Israele non è riuscito a presentarsi come la potenza vittoriosa”.
Inoltre, ha elogiato la lotta unitaria dei combattenti in Cisgiordania, che “costringerà il nemico a ritirare alcune delle sue unità dalla frontiera con Gaza e il Libano.”
Su questa linea ha elogiato le forze armate yemenite definendo “molto importanti” i suoi attacchi missilistici e con i droni contro i siti israeliani, dal momento che hanno costretto, secondo il leader libanese, Israele a “mobilitare parte delle sue difese aeree, i suoi Iron Domes e i suoi sistemi Patriot, a Eilat, e a rimuoverli dal sud e dal nord della Palestina occupata”.
Il segretario generale di Hezbollah ha ribadito la ferma e continua posizione politica, finanziaria e militare dell'Iran nei confronti della resistenza palestinese. “Questo sostegno non è più un mistero per nessuno”, ha sottolineato.
In questo senso, ha assicurato che, se esiste una forza di resistenza in Libano, Palestina e nella regione, è “grazie al sostegno militare e finanziario che proviene principalmente dall'Iran, che non ha risparmiato denaro, armi, addestramento e sforzi per i combattenti. Teheran persiste nei suoi sforzi, nonostante tutte le minacce” ha ricordato al riguardo.
Il fronte d'azione in Libano
Nasrallah ha spiegato il ruolo del fronte libanese dallo scorso 8 ottobre, giorno dell’operazione militare di Hamas, con la presenza costante di droni armati israeliani, che costituiscono un nuovo fattore nello scontro.
Ha annunciato che sono stati usati i missili Burkan, oltre, ai razzi Katyusha in risposta al brutale crimine di Ainatha contro una nonna e le sue tre nipoti e all’attacco a Iqlim al-Tuffah, nel sud del Libano.
Tra l’altro, ha rivelato che i droni da ricognizione del movimento di Resistenza entrano quotidianamente nel profondo Israele con alcuni che raggiungono Haifa, Acri e Safed, e talvolta attraversano il nord.
In questo modo è chiaro che “la tendenza generale sul fronte meridionale del Libano è quella di rimanere un punto di pressione”, precisando qual è il ruolo di Hezbollah nel conflitto.
Infine, ha delineato le prospettive del conflitto: "La battaglia di oggi è diversa e non sono io ad annunciare i passi, è il campo di battaglia attuale che agisce e parla”, precisando che “siamo in una battaglia di perseveranza, pazienza, accumulo di risultati, punti e tempo.”
“Questa lotta sarà ciò che aiuterà la resistenza e il suo popolo a sconfiggere i tiranni”, ha concluso.